EROTICA FUTURISTA 26: Venere sul Capricorno
Per Marinetti, Corra, Terra e la gran parte dei futuristi, il sesso non è una cosa poi così complicata. La lotta senza tregua fra maschile e femminile trova la sua felice conclusione nel piacere e l'unico ostacolo da superare sono i pregiudizi e le convenzioni sociali. Al contrario Ruggero Vasari ne indaga l'aspetto oscuro, tutta l'inquietudine delle perversioni e degli eccessi: il sesso è un'esperienza dolorosa, tormentata da desideri contrastanti e fantasie innominabili da cui si dipende come da una droga. La stessa ambivalenza si presenta nell'idea della macchina, esaltata e insieme aborrita come potere di dominio sulla natura. Non è un caso che fra L'angoscia delle macchine (1925) e Raun (1932, vedi anche in questo blog: Le macchine morte di Raun), ci siano le poesie di Venere sul Capricorno (1928), dove Vasari mette in scena i suoi fantasmi. Perché poi in fondo a tutto c'è il rapporto con la femminilità, percepita come istinto e potenza della natura da dominare…