IN EXTREMIS
Ho pubblicato il libro di un autore che non ho mai incontrato. L'ho pubblicato perché la sua scrittura era diversa. Senza direzione né scopo. L'autore si lasciava tradire dalla propria scrittura: ricostruiva il tempo perduto, ascoltava il proprio corpo, accavallava le date togliendo al tempo la gioia e il dolore, impedendo al dolore e alla gioia ancora possibili di cadere nel tempo. Un'opera di poesia nel tempo della vigliaccheria e della menzogna. Nel tempo in cui per la prima volta nella storia del mondo i giovani si sono piegati al volere dei vecchi, hanno servito il potere dei vecchi. Hanno protestato e protestano col consenso dei vecchi. Una scrittura che non cercava un pubblico. Piuttosto si offriva al pubblico senza vergogna: ma non senza prudenza. Cosa cerchiamo nelle storie degli altri, nei romanzi, nei versi? Cosa c'è di prezioso nelle scritture? C'è quanto di più indispensabile a vivere, e che sia questo tocca a ciascuno farne esperienza. Per i duri d'orecchio: le verità rivelate sono ipostasi di…