GUEVARA Ernesto “Che”
(Rosario, Argentina 1928 - Higueras, Bolivia 1967)
El diario del Che en Bolivia. Noviembre 7, 1966 a Octubre 7, 1967
Luogo: La Habana
Editore: Instituto del Libro
Stampatore: Unidad Productora 01 "Osvaldo Sanchez"
Anno: 1968 (26 giugno)
Legatura: legatura coeva in tela, titolo impresso in argento al piatto, copertina originale conservata
Dimensioni: 18,5x13,4 cm.
Pagine: pp. (4) XXIX (1) - 346 (16)
Descrizione: copertina illustrata a colori col ritratto dell'autore, 1 illustrazione fotografica al retro di copertina, 1 cartina a doppia pagina, 10 fotografie in bianco e nero di cui alcune a doppia pagina, e alcune riproduzioni in fac-simile di pagine del diario autografe n.t. La copertina è incamiciata da due piatti in cartoncino con la firma a stampa del "Che" su quello anteriore. Al frontespizio e al colophon è dichiarato: "Año del Guerrillero Heroico". Allegate due cartine sciolte, identiche a quella riprodotta nel libro. Tiratura dichiarata di 250.000 esemplari. Prima edizione.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 150ORDINA / ORDER
Fra le poche cose che aveva con sé quando Che Guevara fu ucciso era questo diario: il manoscritto venne sequestrato e custodito negli uffici dei servizi segreti boliviani. Questa è la prima edizione assoluta del 26 giugno 1968, pubblicata a Cuba in centinaia di migliaia di copie distribuite gratuitamente fra la popolazione: come fu possibile? Antonio Arguedas, fondatore del partito comunista boliviano e all'epoca ministro dell'interno in ottimi rapporti con la CIA, favorì e rese possibile la sottrazione e l'esportazione del manoscritto, che fu consegnato direttamente nelle mani d Fidel Castro dal giornalista Mario Diaz.
"I tre ufficiali con la divisa da ranger e l'agente della Cia ispezionarono lo zaino minuziosamente. Alla fine poterono ricavarne solo un magro bottino: dodici rullini, una ventina di cartine con sopra i segni di matite colorate, una radio portatile che non funzionava da tempo, un paio di agende e un quaderno verde. Le agende suscitarono scalpore. Gli ufficiali, dopo avere scorso la grafia minuta, confermarono trattarsi di un diario che andava dal novembre del '66 all'ottobre del '67. Poco dopo, vicino alla porta della scuola in cui è stata allestita una prigione per il proprietario dello zaino, si improvvisa un laboratorio dove un agente della Cia fotografa i diari. Il materiale viene portato in elicottero da un colonnello verso La Paz, capitale della Bolivia. (...) Poche ore dopo il proprietario dello zaino, il comandante Ernesto Guevara, verrà assassinato nella scuoletta di La Higuera, e i suoi modesti beni terreni saranno spartiti. I diari del Che, dopo essere passati per diverse mani, finiranno in una cassaforte negli uffici dei servizi segreti dell'esercito boliviano. Si monterà un'operazione per alterarli, che sarà sventata quando una copia verrà sottratta dal ministro dell'Interno boliviano e portata a Cuba, e il «Diario del Che in Bolivia» diventerà un successo editoriale planetario. Verso la metà degli anni Ottanta, i diari fecero di nuovo notizia quando la nota casa d'aste inglese Sotheby's annunciò che di lì a poco avrebbe messo in vendita gli originali a un prezzo di partenza di duecentocinquantamila sterline. Com'erano arrivati fin lì? Il governo boliviano avviò un'indagine e giunse facilmente alla figura dell'ex dittatore, il generale Luis García Meza, che li aveva venduti a «un brasiliano», che a sua volta li aveva venduti a una galleria inglese o stava facendo da intermediario per il generale. Nel giugno dell'84, di fronte alle reiterate istanze legali del governo boliviano e alle dichiarazioni pubbliche della vedova del Che, Sotheby's sospese l'asta" (Leopoldo Carra).
"I tre ufficiali con la divisa da ranger e l'agente della Cia ispezionarono lo zaino minuziosamente. Alla fine poterono ricavarne solo un magro bottino: dodici rullini, una ventina di cartine con sopra i segni di matite colorate, una radio portatile che non funzionava da tempo, un paio di agende e un quaderno verde. Le agende suscitarono scalpore. Gli ufficiali, dopo avere scorso la grafia minuta, confermarono trattarsi di un diario che andava dal novembre del '66 all'ottobre del '67. Poco dopo, vicino alla porta della scuola in cui è stata allestita una prigione per il proprietario dello zaino, si improvvisa un laboratorio dove un agente della Cia fotografa i diari. Il materiale viene portato in elicottero da un colonnello verso La Paz, capitale della Bolivia. (...) Poche ore dopo il proprietario dello zaino, il comandante Ernesto Guevara, verrà assassinato nella scuoletta di La Higuera, e i suoi modesti beni terreni saranno spartiti. I diari del Che, dopo essere passati per diverse mani, finiranno in una cassaforte negli uffici dei servizi segreti dell'esercito boliviano. Si monterà un'operazione per alterarli, che sarà sventata quando una copia verrà sottratta dal ministro dell'Interno boliviano e portata a Cuba, e il «Diario del Che in Bolivia» diventerà un successo editoriale planetario. Verso la metà degli anni Ottanta, i diari fecero di nuovo notizia quando la nota casa d'aste inglese Sotheby's annunciò che di lì a poco avrebbe messo in vendita gli originali a un prezzo di partenza di duecentocinquantamila sterline. Com'erano arrivati fin lì? Il governo boliviano avviò un'indagine e giunse facilmente alla figura dell'ex dittatore, il generale Luis García Meza, che li aveva venduti a «un brasiliano», che a sua volta li aveva venduti a una galleria inglese o stava facendo da intermediario per il generale. Nel giugno dell'84, di fronte alle reiterate istanze legali del governo boliviano e alle dichiarazioni pubbliche della vedova del Che, Sotheby's sospese l'asta" (Leopoldo Carra).