MARCUSE Herbert
(Berlino 1898 - Berlino 1979)
Soviet Marxism
Luogo: Parma
Editore: Guanda
Stampatore: Azzoguidi Società Tipografica Editoriale - Bologna
Anno: 1968 (25 giugno)
Legatura: brossura, sovraccopertina
Dimensioni: 21,8x14 cm.
Pagine: pp. XIV-236
Descrizione: copertina con motivo grafico in bianco e rosso, titoli in verde. Traduzione di Alessandro Casiccia. Prima edizione italiana.
Bibliografia: non compare nelle bibliografie specializzate
Prezzo: € 30ORDINA / ORDER
Opera pubblicata per la prima volta nel 1958 («Soviet Marxism. A Critical Analysis», New York, Columbia Univeristy Press, 1958).
"In questi tempi Herbert Marcuse è oggetto di un'attenzione ansiosa. In Occidente si è perfino tentato di trasformarlo in un "personaggio" per dissacrarne il prestigio e neutralizzarne il mordente critico. Ma le sue idee e il suo ascendente sui giovani della nuova sinistra non destano apprensione soltanto nel mondo capitalistico. L'attacco della "Pravda" è giunto proprio negli ultimi giorni del maggio scorso, in rapporto, apparentemente con il convegno di studi marxiani per il centocinquantenario, ma in realtà con il culminare della rivolta di Parigi. Fra le imputazioni, già presenti in alcune precedenti critiche da parte sovietica e filosovietica, vi sono quelle di una lettura di Marx deformata ad arte in senso idealistico, di una totale e sbrigativa equiparazione dei sistemi americano e sovietico, di una deliberata indifferenza verso ogni ricerca storica sul movimento operaio e sulla sua prassi politica. Quanto arbitraria sia l'attribuzione di tutti questi caratteri risulta soprattutto dalla lettura di «Soviet Marxism», libro-chiave dell'elaborazione teorica marcusiana, indispensabile per il corretto apprendimento di opere successive, com «L'uomo a una dimensione» o «La fine dell'utopia». «Soviet Marxism» è il libro meno letterario e più politicamente corretto di tutta la produzione di Marcuse" (dal risvolto di copertina).
"In questi tempi Herbert Marcuse è oggetto di un'attenzione ansiosa. In Occidente si è perfino tentato di trasformarlo in un "personaggio" per dissacrarne il prestigio e neutralizzarne il mordente critico. Ma le sue idee e il suo ascendente sui giovani della nuova sinistra non destano apprensione soltanto nel mondo capitalistico. L'attacco della "Pravda" è giunto proprio negli ultimi giorni del maggio scorso, in rapporto, apparentemente con il convegno di studi marxiani per il centocinquantenario, ma in realtà con il culminare della rivolta di Parigi. Fra le imputazioni, già presenti in alcune precedenti critiche da parte sovietica e filosovietica, vi sono quelle di una lettura di Marx deformata ad arte in senso idealistico, di una totale e sbrigativa equiparazione dei sistemi americano e sovietico, di una deliberata indifferenza verso ogni ricerca storica sul movimento operaio e sulla sua prassi politica. Quanto arbitraria sia l'attribuzione di tutti questi caratteri risulta soprattutto dalla lettura di «Soviet Marxism», libro-chiave dell'elaborazione teorica marcusiana, indispensabile per il corretto apprendimento di opere successive, com «L'uomo a una dimensione» o «La fine dell'utopia». «Soviet Marxism» è il libro meno letterario e più politicamente corretto di tutta la produzione di Marcuse" (dal risvolto di copertina).