CALIPSO
[pseudonimo di autore non identificato]
Vita segreta di Mussolini - Nell'interno: una lettera d'amore di Mussolini alla Petacci
Luogo: Roma
Editore: Istituto Editoriale di Cultura
Stampatore: senza indicazione dello stampatore
Anno: s.d. [maggio/giugno 1945]
Legatura: brossura
Dimensioni: 24x17 cm.
Pagine: pp. 32
Descrizione: copertina illustrata con una caricatura di Mussolini n bianco e nero n.t., sullo sfondo del fac-simile di una lettera di Mussolini a Clara Petacci. In quarta di copertina è riportata la pubblicità per un'altra pubblicazione dell'editore, dal titolo emblematico: «Storielle antifasciste». Prima edizione.
Bibliografia: Simone Berni, «A caccia di libri proibiti, libri censurati, libri perseguitati. La storia scritta da mani invisibili. Seconda edizione», Macerata, Edizioni Simple, novembre 2005: pp. 15-16: difficile capire a quale edizione si riferisca ma comprova la corretta datazione, successiva alla morte di Mussolini
Prezzo: € 150ORDINA / ORDER
Indice: 1) La maschera e il volto; 2) Dall'«Amante del cardinale» a «Dio non esiste»; 3) Il Rosso-Nero; 4) La cosiddetta «dura vigilia»; 5) Angelica Balabanoff e Margherita Sarfatti; 6) Invidia dei pomodori fradici; 7) Uno scandalo internazionale, Magda de Fontanges; 8) "Per un'ora con te darei tutta l'Etiopia!"; 9) Il violinista al microfono; 10) Rivelazioni sulle sorelle Petacci; 11) Bibi; 12) Diversivi erotici del dittatore.
Esiste una seconda edizione, non rara, è comunemente ed erratamente datata 1944, come risulta dall'ultima pagina dell'opuscolo: "Il corpo flaccido e obeso che penzolerà dal chiosco di Piazzale Loreto sarà solo l'involucro sopravvissuto al pagliaccio tragico che dominò l'Italia per oltre vent'anni e che morì il 25 luglio 1943, sepolto dal popolo che in memoria, ne affisse la truculenta immagine agli orinatoi". La data "3 agosto 1944" in quarta di copertina è solamente quella del permesso di pubblicare. Questa seconda edizione è riconoscibile per la copertina completamente diversa: diversa è la caricatura di Mussolini, e manca il cartiglio con la dicitura "Nell'interno: una lettera d'amore di Mussolini alla Petacci". Altre differenze si trovano nell'indice riportato in copertina, costituito da 13 anziché 12 capitoli: 3 sono aggiunti: «Chi è il becco tra i due?» (3); «Il delitto Matteotti» (7); «Pietà per i suoi sessant'anni!» (13); due sono soppressi: «Invidia dei pomodori fradici» e ««Bibi»; uno è modificato: «La Kuliscioff e Margherita Sarfatti», anziché «Angelica Balabanoff e Margherita Sarfatti».
E' da notare la sostituzione del nome di Angelica Balabanoff (Cernigov 1869 – Roma 1965) con quello di Anna Kuliscioff (Sinferopoli 1855 – Milano 1925), che fu tra i fondatori del Partito Socialista Italiano. E' possibile che la sostituzione sia dovuta al fatto che Angelica Balabanoff dopo la guerra avrebbe proseguito l'attività politica nelle file del PSDI (Partito socialdemocratico Italiano). Nonostante il giudizio negativo della Balabanoff su Mussolini al tempo del loro incontro, è evidente la scelta di cancellare ogni traccia del loro rapporto per ragioni di carattere politico ed elettorale.
L'opuscolo è un esempio tipico dell'ideologia con la quale di volta in volta ogni vincitore, qualunque sia, riscrive la storia cancellando la memoria. D'altra parte era ancora vivo il ricordo dell'eccidio di Milano del 10 agosto 1944, in cui 15 partigiani furono barbaramente uccisi dai fascisti della Legione Ettore Muti ed esposti al pubblico in Piazzale Loreto. Lo stesso piazzale dove la domenica del 29 aprile 1945 furono esposti i corpi di Mussolini e di Claretta Petacci insieme agli altri quattordici fucilati. Sarebbero stati esattamente 15 se Claretta non si fosse frapposta alla scarica di mitra che la uccise insieme a Mussolini. L'ultima pagina dell'opuscolo rivendica e giustifica con amaro sarcasmo l'oltraggio ai cadaveri da parte della folla inferocita.
Esiste una seconda edizione, non rara, è comunemente ed erratamente datata 1944, come risulta dall'ultima pagina dell'opuscolo: "Il corpo flaccido e obeso che penzolerà dal chiosco di Piazzale Loreto sarà solo l'involucro sopravvissuto al pagliaccio tragico che dominò l'Italia per oltre vent'anni e che morì il 25 luglio 1943, sepolto dal popolo che in memoria, ne affisse la truculenta immagine agli orinatoi". La data "3 agosto 1944" in quarta di copertina è solamente quella del permesso di pubblicare. Questa seconda edizione è riconoscibile per la copertina completamente diversa: diversa è la caricatura di Mussolini, e manca il cartiglio con la dicitura "Nell'interno: una lettera d'amore di Mussolini alla Petacci". Altre differenze si trovano nell'indice riportato in copertina, costituito da 13 anziché 12 capitoli: 3 sono aggiunti: «Chi è il becco tra i due?» (3); «Il delitto Matteotti» (7); «Pietà per i suoi sessant'anni!» (13); due sono soppressi: «Invidia dei pomodori fradici» e ««Bibi»; uno è modificato: «La Kuliscioff e Margherita Sarfatti», anziché «Angelica Balabanoff e Margherita Sarfatti».
E' da notare la sostituzione del nome di Angelica Balabanoff (Cernigov 1869 – Roma 1965) con quello di Anna Kuliscioff (Sinferopoli 1855 – Milano 1925), che fu tra i fondatori del Partito Socialista Italiano. E' possibile che la sostituzione sia dovuta al fatto che Angelica Balabanoff dopo la guerra avrebbe proseguito l'attività politica nelle file del PSDI (Partito socialdemocratico Italiano). Nonostante il giudizio negativo della Balabanoff su Mussolini al tempo del loro incontro, è evidente la scelta di cancellare ogni traccia del loro rapporto per ragioni di carattere politico ed elettorale.
L'opuscolo è un esempio tipico dell'ideologia con la quale di volta in volta ogni vincitore, qualunque sia, riscrive la storia cancellando la memoria. D'altra parte era ancora vivo il ricordo dell'eccidio di Milano del 10 agosto 1944, in cui 15 partigiani furono barbaramente uccisi dai fascisti della Legione Ettore Muti ed esposti al pubblico in Piazzale Loreto. Lo stesso piazzale dove la domenica del 29 aprile 1945 furono esposti i corpi di Mussolini e di Claretta Petacci insieme agli altri quattordici fucilati. Sarebbero stati esattamente 15 se Claretta non si fosse frapposta alla scarica di mitra che la uccise insieme a Mussolini. L'ultima pagina dell'opuscolo rivendica e giustifica con amaro sarcasmo l'oltraggio ai cadaveri da parte della folla inferocita.