LONGANESI Leo
(Bagnacavallo, Ravenna 1905 - Milano 1957)
Il Destino à cambiato cavallo
Luogo: Milano
Editore: Longanesi & C., "Il Mondo Nuovo 31"
Stampatore: Tip. A. Ronda - Milano
Anno: 1951 (12 aprile)
Legatura: brossura, sovraccopertina
Dimensioni: 18,4x12 cm.
Pagine: pp. 108 (4)
Descrizione: copertina illustrata con un disegno dell'autore su fondo verde. Prima edizione.
Bibliografia: AA.VV., «Dizionario generale degli autori contemporanei», Firenze, Vallecchi, 1974: pag. 733
Prezzo: € 80ORDINA / ORDER
"In questo pamphlet si rintracciano i motivi del presente disfacimento della nostra democrazia; si mostra come la grossa borghesia industriale, incapace di dare un indirizzo alla vita economica del paese, venga meno ai suoi compiti; e si svela il complicato giuoco di interessi politici e finanziari della vita italiana di fronte al pericolo della guerra" (dal risvolto di copertina).
"Mesi fa, si inaugurava a Milano la nuova sede della Rinascente, assediata da una immensa folla di curiosi... Già nel 1919 il grande emporio aveva inaugurato in Italia l'avvento di quei piccoli ceti borghesi, assetati di decoro a prezzo fisso, che portarono il fascismo al potere: ora quello stesso emporio segnava la nuova era della produzione standard attesa dalla «civiltà di massa»" (pp. 8-10).
"Una classe predominante, incapace di guidare un paese con mezzi diversi dalla paura e dalla corruzione, non può fronteggiare situazioni tragiche e mutamenti sociali come quelli che ci attendono. Abituata a cogliere ogni vantaggio di transizione, rapace nelle ore dell'emergenza, attiva solo nelle facili annate in cui manca la concorrenza, la nostra classe industriale è incapace di qualsiasi altra azione volta a lunga scadenza. Senza unità, senza piani, senza criteri organizzativi, essa è tenuta assieme dalla comunanza di vizi e abitudini dei singoli capitalisti, i quali agiscono ognuno per proprio conto, come tanti «particulari», come tanti bottegai, estranei perfino all'interesse della propria classe. Nell'assalto ai finanziamenti ERP, nella spartizione degli aiuti governativi, nella caccia ai dazi e alle forniture, essi hanno agito senza ubbidire a un qualsiasi criterio unitario, destinatoi a regolare, nell'interesse di tutti, la produzione. Ognuno ha agito secondo il miraggio di una bazza personale" (pp. 30-31).
"Mesi fa, si inaugurava a Milano la nuova sede della Rinascente, assediata da una immensa folla di curiosi... Già nel 1919 il grande emporio aveva inaugurato in Italia l'avvento di quei piccoli ceti borghesi, assetati di decoro a prezzo fisso, che portarono il fascismo al potere: ora quello stesso emporio segnava la nuova era della produzione standard attesa dalla «civiltà di massa»" (pp. 8-10).
"Una classe predominante, incapace di guidare un paese con mezzi diversi dalla paura e dalla corruzione, non può fronteggiare situazioni tragiche e mutamenti sociali come quelli che ci attendono. Abituata a cogliere ogni vantaggio di transizione, rapace nelle ore dell'emergenza, attiva solo nelle facili annate in cui manca la concorrenza, la nostra classe industriale è incapace di qualsiasi altra azione volta a lunga scadenza. Senza unità, senza piani, senza criteri organizzativi, essa è tenuta assieme dalla comunanza di vizi e abitudini dei singoli capitalisti, i quali agiscono ognuno per proprio conto, come tanti «particulari», come tanti bottegai, estranei perfino all'interesse della propria classe. Nell'assalto ai finanziamenti ERP, nella spartizione degli aiuti governativi, nella caccia ai dazi e alle forniture, essi hanno agito senza ubbidire a un qualsiasi criterio unitario, destinatoi a regolare, nell'interesse di tutti, la produzione. Ognuno ha agito secondo il miraggio di una bazza personale" (pp. 30-31).