D'ANNUNZIO Gabriele
(Pescara 1863 - Gardone Riviera, Brescia 1938)
La Rinunzia
Luogo: Fiume
Editore: N. D.
Stampatore: senza indicazione dello stampatore
Anno: 29 dicembre 1920
Legatura: foglio stampato al solo recto
Dimensioni: 37x15,6 cm.
Pagine: N. D.
Descrizione: testo in nero su fondo grigio. Volantino originale.
Bibliografia: Elena Ledda, «Catalogo dei documenti fiumani conservati al Vittoriale degli Italiani», (Gardone Riviera), Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, 1989: pag. 453 n. 111
Prezzo: € 250ORDINA / ORDER
Ne esistono esemplari su fondo rosso e su fondo grigio.
"Ecco il testo della lettera diretta dal Comandante al Podestà e al Popolo sovrano di Fiume per deporre i supremi poteri conferitigli il 12 settembre 1919: [...] Essi confessano di non potere abbattere la resistenza eroica dei legionarii se non distruggendo la città, se non uccidendo i cittadini inermi. Essi dichiarano di voler distruggere la città senza voler lasciare uscire il popolo! [...] Nella storia delle ignominie militari non ce n'è una più bassa [...]. E tanta ferocia è esercitata contro quel miracolo d'amore che si chiama Fiume, contro l'Olocausta! [...] Io non posso imporre alla città eroica la rovina e la morte totale che il Governo di Roma e il Comando di Trieste le minacciano. Io rassegno nelle mani del Podestà e del Popolo di Fiume i poteri che mi furono conferiti il 12 settembre 1919 e quelli che il 9 settembre 1920 furono conferiti a me e al Collegio dei Rettori adunato in governo provvisorio. [...] Attendo che il Popolo di Fiume mi chieda di uscire dalla città, dove non venni se non per la sua salute. Ne uscirò per la sua salute. E gli lascerò in custodia i miei morti, il mio dolore e la mia vittoria".
ALTRO ESEMPLARE: su fondo rosso [NON DISPONIBILE - IN COLLEZIONE]
"Ecco il testo della lettera diretta dal Comandante al Podestà e al Popolo sovrano di Fiume per deporre i supremi poteri conferitigli il 12 settembre 1919: [...] Essi confessano di non potere abbattere la resistenza eroica dei legionarii se non distruggendo la città, se non uccidendo i cittadini inermi. Essi dichiarano di voler distruggere la città senza voler lasciare uscire il popolo! [...] Nella storia delle ignominie militari non ce n'è una più bassa [...]. E tanta ferocia è esercitata contro quel miracolo d'amore che si chiama Fiume, contro l'Olocausta! [...] Io non posso imporre alla città eroica la rovina e la morte totale che il Governo di Roma e il Comando di Trieste le minacciano. Io rassegno nelle mani del Podestà e del Popolo di Fiume i poteri che mi furono conferiti il 12 settembre 1919 e quelli che il 9 settembre 1920 furono conferiti a me e al Collegio dei Rettori adunato in governo provvisorio. [...] Attendo che il Popolo di Fiume mi chieda di uscire dalla città, dove non venni se non per la sua salute. Ne uscirò per la sua salute. E gli lascerò in custodia i miei morti, il mio dolore e la mia vittoria".
ALTRO ESEMPLARE: su fondo rosso [NON DISPONIBILE - IN COLLEZIONE]