Si chiamano Dino Terra, Vinicio Paladini, Umberto Barbaro, Antonio Fornari, Elena Ferrari, Ivo Pannaggi, Aldo Ronco fra gli altri. Sono comunisti, anarchici o socialisti (a Roma, nel 1927), stanno a mezzo fra Dada e Futurismo, sono italiani che guardano alle avanguardie internazionali. Fanno un giornale, «La Ruota Dentata», che dura un solo numero e girano intorno al Teatro degli Indipendenti di Bragaglia, Anton Giulio che rimproverava al regime di mostrarsi rivoluzionario in tutto meno che a teatro. E’ una stagione breve finché durano i soldi che ci mette Terra, gli spettacoli commissionati da Bragaglia, qualche finanziamento forse dall’ambasciata russa a Roma – tramite l’ambasciatrice Elena Ferrari – e qualche altra risorsa trovata chi sa come.
In questo clima Dino Terra scrive Riflessi, mettendoci ogni provocazione possibile al linguaggio e alla morale convenzionali:
“Poi, mentre ella riposava resupina, aveva cominciato ad assaporarla come se fosse stata un’ingenua monachetta, lui tramutatosi in esperta badessa. E per completare le sensazioni di questa finzione monastica, vi mescolò un po’ di sentimento mistico: un piacere raffinato e grazioso. – Però strano, la sua carezzevole mano, scivolando sotto le mammelle sentì le costole. Costole: ossa: scheletro: morte. E fu travolto in una piccola vertigine popolata da orrendevolezze. Ma riuscì a liberarsene subito. – Il sangue gli si agitava rabbioso per quella sciocchezza senza senso; «che c’entravano quei pensieri spaventosi cretini villani?». Roba su cui lui ci pisciava sopra. – Apprezzò la serena e buona giornata, ammirò la ragazza, apprezzò la terra che respirava profumatamente nella languidezza primaverile. – I succosi aranci e l’umida bocca della giovine” (da Riflessi. Dramma di uno, Roma, La Ruota Dentata – Movimento Immaginista, 1927; pag. 8).
Dino Terra, L’amico dell’angelo Roma, La Ruota Dentata, 1927 Copertina di Vinicio Paladini |
E che non fosse uno scherzo di gioventù è dimostrato dal fatto che l’autore rielaborerà il testo molti anni dopo, sul finire degli anni Settanta, dando luogo all’ultima sua pubblicazione in vita: Un uomo e l’inferno. Romanzesco viaggio nel proibito (1981). Il sacro sta alla base di molte deliziose fantasie e in Terra è un condimento essenziale, visto che nello stesso anno, sempre per le autofinanziate edizioni della Ruota Dentata, pubblica L’amico dell’angelo (Roma, La Ruota Dentata – Movimento Immaginista, 1927), dove la morale è rinversata: un angelo distoglie il protagonista dall’amore terreno promettendogli delizie divine, e il protagonista si accorge troppo tardi di quanto fosse più onesto il diavolo. Da notare il fotomontaggio in copertina di Vinicio Paladini tra surrealismo e costruzionismo più vari altri “ismi” in felice sintesi. Per non dire di Ioni, pubblicato due anni dopo. Sulla copertina firmata anche questa da Vinicio Paladini, compare la scritta esplicativa: “Qualche tempo di due umani e di un demone – Storia con avvenimenti rari, normali, curiosi e straordinari – Più delle considerazioni e altre cose interessanti”.
Dino Terra, Ioni, Milano, Alpes, 1929 Copertina di Vinicio Paladini |
Anche Marinetti esprime apprezzamenti entusiasti:
“Questa collocazione plastica delle parole, questo esprimersi per coordinate, questo isolamento della parola arricchita di tutto il suo senso elementare, questo veloce stile dinamico e simultaneo costituiscono l’originalità sorprendente del romanzo Ioni, storia palpitante di un grande amore violento e carnalissimo, lacerata e lacerante lotta tra due anime che si cercano malgrado le più torbide ostilità-attrazioni dei sessi” (V. Cappelli, in Godoli 2001: vol. II pag. 1072)
Dino Terra e gli immaginisti suoi amici sarebbero rimasti fra le carte e nella memoria di pochissimi studiosi se non fosse esistito un libriccino tanto piccolo quanto indispensabile di Giuseppe Casetti, Movimento Immaginista a Roma nel V anno del R.F., Edizioni Stampa Alternativa, Roma 1990. Casetti (chi sa perché “Cristiano” per gli amici) aveva trovato quel che restava dell’archivio di Vinicio Paladini, studiò il materiale e organizzò una piccola mostra con mezzi propri. L’immaginismo in Italia nessuno fino a quel momento se l’era immaginato. Casetti era un libraio mica un professore. Erotica futurista pure questa.