Come sollecitare una sensibilità ormai anestetizzata da ogni genere di comodità e di vizio? La risposta di Marinetti è semplice e diretta nel racconto Terrore-amore senza fine pubblicato su LA RIVISTA ILLUSTRATA DEL POPOLO D’ITALIA Anno VI n. 12 (Milano, dicembre 1927) che rielabora un testo precedentemente apparso.
Mario Sironi copertina per LA RIVISTA ILLUSTRATA DEL POPOLO D’ITALIA Anno VI n. 12, Milano, dicembre 1927 |
La testatina del titolo e le due immagini che lo accompagnano, oltre alla copertina del fascicolo, sono di Mario Sironi, un sardo trapiantato a Roma che andava a scuola da Giacomo Balla, ed era amico di Severini e Boccioni, che era stato in guerra da volontario con gli altri amici futuristi e nel 1920 aveva sottoscritto il manifesto Contro tutti i ritorni in pittura. Poi però lui ritornò, nel 1922 col gruppo di pittori del Novecento, sotto l’ala protettrice di Margherita Sarfatti, e la sua figurazione che non cadeva nell’estremismo futurista avanguardista non dispiacque al regime. Ma tornando a Marinetti:
“Ecco, simpatica amica, un programma di notte interessante che offro ai vostri nervi annoiati. Perché possiate realizzarlo, vi consiglio un annuncio nei giornali. Avete una matita? Lo compiliamo subito: «Giovane donna, bellissima e ricca, disillusa sull’amore, è disposta a sposare l’uomo che saprà assalirla nella sua villa solitaria, facendo provare ai suoi nervi coraggiosissimi lo spasimo del terrore». (…) Piantate nel vostro giardino un centinaio di bombe, in modo che i loro percussori affiorino, pronti”.
Oh insomma, va bene la stranezza ma quando si tratta della pellaccia la cosa cambia aspetto. Il sadomaso va bene fino a che resta un gioco, se va oltre si penetra in un cosmo che pochi da Sade a Bataille e Artaud hanno avuto il coraggio di esplorare. Ma alla fine la bella signora si lascia convincere, tanto che le costa? Non è mica lei a rischiare.
Mario Sironi illustrazione per il racconto di F.T. Marinetti, Terrore-amore senza fine |
La novella continua e uno spasimante si fa avanti. Solo che questo tipaccio, sordido e inquietante come lo disegna Sironi, dopo aver superato la prova rischiando del suo non si limita a entrare in casa e a consumare il premio serenamente nel letto, ha in mente qualcosa di ben più elettrizzante: vorrebbe accoppiarsi con lei nel giardino incurante delle bombe.
Ne segue un dialogo in cui lei disperata cerca di persuaderlo – ma in fondo la tenta questa cosa come se lui con la sua determinazione toccasse qualcosa che in lei stava come chiuso e inesplorato. Conclusione:
“Amanti graziosi, vi lascio. Poiché tutto, ora dipende da voi e dal vostro ardore, che spero non vorrete vigliaccamente frenare. Anzi, esasperatelo! (senza fine)”.
Possiamo disputare in eterno se Marinetti volesse o no ironizzare ma la morbida rivoltella che fa da finalino non toglie che amore sia sempre mettere in gioco la vita, pagare il massimo all’asta più o meno truccata dell’esistenza.
Mario Sironi illustrazione per il racconto di F.T. Marinetti, Terrore-amore senza fine |