CAVELLINI Guglielmo Achille
[pseud. GAC] (Brescia 1914 - Brescia 1990)
Cavellini - Mostra di opere distrutte
Luogo: Milano
Editore: Toninelli Arte Moderna
Stampatore: senza indicazione dello stampatore
Anno: 1970 [maggio]
Legatura: brossura fresata
Dimensioni: 23x21 cm.
Pagine: pp. 23 (1)
Descrizione: copertina illustrata con una immagine fotografica a colori («Cavellini si dà un sipario di carte colorate eseguito e bruciato il 24 agosto 1969 a Pejo (TN) in occasione della manifestazione artistica 11 Giorni a Pejo»), 12 riproduzioni di opere in bianco e nero n.t. Testo introduttivo dell'artista e un testo di Gualtiero Schoenenberger, in italiano e inglese. Esemplaere con invio e firma autografi. Catalogo originale della terza mostra personale (Milano, Toninelli Arte Moderna, 14 maggio - 7 giugno 1970). E' il primo catalogo realizzato dall'artista: le due mostre precedenti (Milano, Galleria Apollinaire, giugno 1965, e Brescia, Galleria Fant Cagnì, giugno 1968) non vennero accompagnate da un catalogo.
Bibliografia: CAVELLINI 1993: AA.VV., «Guglielmo Achille Cavellini», Brescia, Edizioni Nuovi Strumenti, 1993: sez. «Mostre personali»
Prezzo: € 250ORDINA / ORDER
"Perché ho tagliato, ingabbiato, incassato, poi sezionato, bruciato, accumulato (e operazioni del genere) i miei lavori di legno che ho eseguito tra il 1965 e il 1968? [...] Il mio primo viaggio a Parigi, nel gennaio 1947, fu determinante per la mia attività pittorica: come venissi proiettato su di un altro pianeta. Nelle opere degli altri artisti vedevo già raggiunti tutti i risultati che avrei voluto realizzare. Decisi di smetterla con la pittura, mi dedicai all'attività paterna. Ecco perché diventai un collezionista di pittura contemporanea. Acquistai i quadri che avrei voluto eseguire, ogni acquisto rappresentava per me una azione creativa, anzi addirittura pittorica. [...] Era inevitabile che un giorno o l'altro riprendessi a dipingere. Avvenne nel 1962. [...] Verso il 1965 lentamente approdai ad una sommaria esperienza neo-dada (mia esposizione a Milano, Galleria Apollinaire). Poi eseguii degli «omaggi» e delle composizioni in legno, dipinte, con vuoti e pieni, tra la scultura e la pittura. Sono appunto queste composizioni che un giorno decisi di distruggere [...]. E' vero, intendevo distruggere, com'è avvenuto, ma nello stesso tempo cercavo di ricostruire, di riproporre, e, logicamente, con ricerca di soluzioni plastiche e pittoriche. Così sono nate le mie cassette, o gabbiette, , dove, tra un asticciola e l'altra si intravedono le mie opere distrutte. [...] Il piacere della distruzione aumentava con l'azione della ricostruzione. [...] In seguito, ancora insoddisfatto, ho tagliuzzato, ho bruciato le cassette (e le opere di legno) che non giudicai riuscite. Ho cercato di riproporle con soluzioni «diverse», a volte con piacere edonistico, raffinato, disponendo i relitti del mio lavoro quasi fossero delle preziose reliquie. Non ho mai avuto il coraggio di distruggerle integralmente, ha sempre prevalso il desiderio della conservazione, anche se parziale, spesso al limite della totale distruzione. Ora dovrò sradicare il falso e ingiustificato preconcetto, che certamente esiste, del collezionista-pittore (che invece è un pittore-collezionista)" (Guglielmo Achille Cavellini, dalla nota introduttiva).
All'occhietto è impressa la menzione: «Tutte le opere sono state eseguite nel 1969».
"La prima tappa fu Milano, nella galleria di Gippo Toninelli, in via S. Andrea 8. Venne un po' di gente all'inaugurazione, per curiosità, per vedere cosa avesse combinato il famoso collezionista, pittore a tempo perso. Si stampò un catalogo, il mio primo catalogo d'artista; sulla copertina, a colori, spunto da un sipario di carte colorate a spruzzo (erano gli scarti delle scritte usate per la pubblicità sugli automezzi). Realizzai quel grande muro di carte per una manifestazione artistica «Undici giorni a Pejo» [...]. La mostra da Toninelli passò via nell'indifferenza. Non proponevo delle novità, delle soluzioni rivoluzionarie" (Guglielmo Achille Cavellini, «Vita di un genio», s.l., Centro Studi Cavelliniani, 1989: pag. 34).
Esemplare senza invio autografo: € 120
All'occhietto è impressa la menzione: «Tutte le opere sono state eseguite nel 1969».
"La prima tappa fu Milano, nella galleria di Gippo Toninelli, in via S. Andrea 8. Venne un po' di gente all'inaugurazione, per curiosità, per vedere cosa avesse combinato il famoso collezionista, pittore a tempo perso. Si stampò un catalogo, il mio primo catalogo d'artista; sulla copertina, a colori, spunto da un sipario di carte colorate a spruzzo (erano gli scarti delle scritte usate per la pubblicità sugli automezzi). Realizzai quel grande muro di carte per una manifestazione artistica «Undici giorni a Pejo» [...]. La mostra da Toninelli passò via nell'indifferenza. Non proponevo delle novità, delle soluzioni rivoluzionarie" (Guglielmo Achille Cavellini, «Vita di un genio», s.l., Centro Studi Cavelliniani, 1989: pag. 34).
Esemplare senza invio autografo: € 120