BERGSON Henry
(Parigi 1859 - 1941)
La Pensée et le Mouvant. Essais et conférences [Il Pensiero e il Movimento. Saggi e conferenze]
Luogo: Paris
Editore: Librairie Félix Alcan
Stampatore: Imprimerie Durand - Chartres
Anno: 1934 [maggio]
Legatura: brossura
Dimensioni: 22,7x14 cm.
Pagine: pp. 324 - 16
Descrizione: copertina con titoli in nero inquadrati in cornice su fondo verde. Esemplare con invio autografo di "Elisabeth Holtermann" in data "17.6.1934". Catalogo delle edizioni Alcan in appendice. Allegata la cedola di ordinazione libraria. Esemplare completo e in ottimo stato di conservazione. Prima edizione.
Bibliografia: AA.VV., «Dizionario universale della letteratura contemporanea», Milano, Arnoldo Mondadori, 1959-1963: vol. I pag. 390; AA.VV., «Dizionario letterario Bompiani delle Opere e dei Personaggi di tutti i tempi e di tutte le letterature», Milano, Bompiani, 1959-1966: vol. I pag. 236
Prezzo: € 250ORDINA / ORDER
Ultima opera di Bergson, raccolta di 9 articoli apparsi tra il 1903 e il 1923 con una lunga e importante introduzione inedita che occupa un terzo dell'opera e chiarisce alcune questioni di metodo nel quadro della concezione della materia come "interruzione dello slancio vitale". Il terzo capitolo «Le Possible et le réel», era stato pubblicato nella rivista svedese Nordisk Tidskrift nel novembre del 1930.

"La filosofia avrà il vantaggio di trovare qualcosa di assoluto nel mondo mutevole dei fenomeni, ma anche noi avremo il vantaggio di sentirci più felici e più forti. Più felici perché la realtà che si inventa davanti ai nostri occhi offrirà a ciascuno, senza sosta, quelle soddisfazioni che l’arte procura, di tanto in tanto, ai privilegiati della fortuna. Ci scoprirà al di là della fissità e della monotonia che i nostri sensi ipnotizzati dalla costanza dei nostri bisogni percepivano inizialmente, la novità senza sosta rinascente, la mutevole originalità delle cose. Ma saremo soprattutto più forti, perché ci sentiremo di partecipare, creatori di noi stessi, alla grande opera di creazione che è all’origine e che si produce continuamente sotto i nostri occhi. La nostra facoltà di agire, cogliendo di nuovo se stessa, si intensificherà. Umiliati fino a quel punto in una attitudine di obbedienza, schiavi di non so quali necessità naturali, ci risolleveremo, autori uniti a un più grane Autore. Tale sarà la conclusione del nostro studio. Guardiamoci dal vedere un semplice gioco della speculazione sui rapporti del possibile e del reale. Può essere un prepararsi a vivere bene" (Henri Bergson, «Pensiero e movimento», trad. it. di F. Sforza, Milano, Bompiani, 2000).

"La realtà del movimento e del mutamento sono al centro dell’analisi di Bergson e sono per l’autore così fondamentali da far aggiungere che ne guadagnerebbe non soltanto la filosofia ma «la nostra vita di tutti i giorni». Il mutamento (nel movimento) sta nella stessa legge delle cose anche se si ragiona e si riflette, come se il mutamento non esistesse; occorre strappare i veli di pregiudizi creati dalla speculazione filosofica, nel «creare dei caratteri generali di una filosofia che si connetta all’intuizione del mutamento» […]. L’intelligenza secondo Bergson è di tipo scientifico, nel costruire categorie, schemi, linguaggi, «forme vuote» assecondando una attitudine astrattiva, come è per la scienza, e questo contrariamente alla filosofia che tende a dilatare la percezione naturale, integrando il reale, al di sopra della conoscenza delle cose; un punto di osservazione di critica sulla materia filosofica, fa discernere all’autore che la questione dell’arte è destinata e da sempre, ad occupare una scena importante e ad aspirare a qualcosa in più riguardo ad una maggior estensione nella percezione di «alcuni uomini» che riescono a farci vedere ciò che normalmente non si vede. Il metodo abituale del ragionamento si basa sulla immobilità: il movimento è per noi una posizione, si ragiona sul movimento come se fosse costituito di immobilità. La realtà è mutamento ed è indivisibile; in un mutamento indivisibile il «passato fa corpo con il presente e crea senza sosta con esso, qualcosa di assolutamente nuovo». Il mutamento è l’elemento costitutivo di tutta la nostra esperienza […]. Un grande messaggio di vitalità (e di potenza) fu lanciato da Bergson, per vivere un presente conoscitivo e partecipativo, contro tutte le speculazioni filosofiche (e ideologiche) che tendevano a cristallizzare il presente, isolandolo dal passato. […] Un modo di essere e di vivere una realtà non statica e con tutta la forza necessaria che ciò possa affermarsi, anche perché: «più ci abituiamo a pensare e a percepire tutte le cose sub specie durationis (sotto forma di durata), più sprofondiamo nella durata reale»” (Gianni Duchini, «La problematica del “movimeno” in Bergson» CONFLITTI & STRATEGIE - http://www.conflittiestrategie.it/, 5 novembre 2010).