VISCONTI Luchino
(Luchino Visconti di Modrone conte di Lonate Pozzolo, Milano 1906 - Roma 1976)
La terra trema. Sceneggiatura desunta dall'edizione integrale del film da Fausto Montesanti, con introduzione di Luigi Chiarini
Luogo: Roma
Editore: Bianco e Nero Editore
Stampatore: Soc. Poligrafica Commerciale - Roma
Anno: 1951 (24 aprile)
Legatura: brossura
Dimensioni: 24,4x17 cm.
Pagine: pp. 122 (2)
Descrizione: copertina con titolo in mattone su fondo chiaro, 8 tavole f.t. con 61 fotogrammi b.n. tratti dal film. Prima edizione.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 250ORDINA / ORDER
Il film (1948) si ispira al romanzo «I Malavoglia» di Giovanni Verga e fu interpretato da soli attori non professionisti. Sceneggiatura di Antonio Pietrangeli e Luchino Visconti. La vicenda si svolge ad Acitrezza, porticciolo vicino ad Acireale. La famiglia Valastro vive poveramente di pesca, attività controllata da grossisti senza scrupoli. Il figlio maggiore dei Valastro, 'Ntoni, protesta contro i loro abusi, ma la sua è una rivolta che rimane solitaria. In seguito ad una rissa iniziata con Lorenzo, grossista profittatore e spaccone, 'Ntoni è rinchiuso in prigione e quando, pagato il rilascio, ne esce, decide di mettersi in proprio con la sua famiglia. All'inizio gli affari vanno bene ma una tempesta distrugge la loro barca, i debiti aumentano, le riserve di acciughe devono essere vendute a basso costo e la famiglia si disgrega. La sorella Lucia si sposa con il maresciallo del corpo di finanza di Aci Trezza, il fratello Cola diventa un contrabbandiere e la sorella Mara non può sposare il muratore che ama. 'Ntoni rimane solo e, con grande amarezza, non gli rimane che chiedere l'imbarco proprio agli sfruttatori che aveva cercato inutilmente di sfidare.
"Dopo la proiezione dell'edizione originale alla Mostra cinematografica di Venezia (1948), dove fu premiato con una coppa internazionale, il regista fu costretto ad apportare numerosi tagli per ridurne il metraggio e a doppiare il dialogo, in dialetto siciliano nelle ripresa diretta, con un compromesso di italiano sicilianizzante, dovuto all'artificio di attori dialettali. Un vero e proprio massacro (...). Eppure, nonostante queste gravissime mutilazioni, il film resta quasi inedito perché dopo una fugacissima apparizione in qualche cinematografo e in un periodo morto come quello estivo, è sparito definitivamente (...). L'importanza dell'opera, le mutilazioni che ha dovuto subire, la sua difficile reperibilità per lo stesso uomo di cinema, ci hanno indotto a pubblicare la presente sceneggiatura, che rappresenta un documento importante, di un lavoro così intelligente, serio e coscienzioso per quanto riguarda la struttura del film e la sua realizzazione tecnica, e una testimonianza poeticamente valida per quello che concerne i dialoghi (Luigi Chiarini, pp. 6-8).
"Dopo la proiezione dell'edizione originale alla Mostra cinematografica di Venezia (1948), dove fu premiato con una coppa internazionale, il regista fu costretto ad apportare numerosi tagli per ridurne il metraggio e a doppiare il dialogo, in dialetto siciliano nelle ripresa diretta, con un compromesso di italiano sicilianizzante, dovuto all'artificio di attori dialettali. Un vero e proprio massacro (...). Eppure, nonostante queste gravissime mutilazioni, il film resta quasi inedito perché dopo una fugacissima apparizione in qualche cinematografo e in un periodo morto come quello estivo, è sparito definitivamente (...). L'importanza dell'opera, le mutilazioni che ha dovuto subire, la sua difficile reperibilità per lo stesso uomo di cinema, ci hanno indotto a pubblicare la presente sceneggiatura, che rappresenta un documento importante, di un lavoro così intelligente, serio e coscienzioso per quanto riguarda la struttura del film e la sua realizzazione tecnica, e una testimonianza poeticamente valida per quello che concerne i dialoghi (Luigi Chiarini, pp. 6-8).