MARCHESA COLOMBI
[Maria Antonietta Torriani Torelli-Viollier] (Novara 1846 - Milano 1920)
La gente per bene. Leggi di convenienza sociale
Luogo: Torino
Editore: presso la Direzione del Giornale delle Donne
Stampatore: N. D.
Anno: 1877
Legatura: elegante legatura di epoca moderna in mezza tela, tassello e titoli in oro al dorso
Dimensioni: 18x11,6 cm.
Pagine: pp. (4) 154 (2)
Descrizione: Esemplare unito a un’altra opera dell’autrice: «Prima morire. Romanzo» (Napoli, Morano, 1881, pp. [4] 236). Ottimo stato di conservazione, diffuse bruniture all’interno. Prima edizione.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 180ORDINA / ORDER
"Cadono le città, cadono i regni, e cadono le costumanze adottate fra la gente civile. Ai tempi di Monsignor Della Casa erano considerate inciviltà parecchie cose che ora sono ammesse. Invece non si troverà nulla nei galatei antichi sullo scambio delle carte di visita, sulle partecipazioni di matrimoni, nascite, morti, guarigioni; sulle strette di mano; sul contegno da tenere in viaggio, e tante altre cose che appartengono alle nostre usanze moderne. E' per questo soltanto non per fare meglio di nessuno, ma per fare tutt'altro che imprendo a scrivere il mio galateo moderno. Ed in esso intendo parlare a persone ammodo che, se possono ignorare, tutte od in parte, le convenienze sociali, non hanno bisogno ch'io insegni loro l'a b c della creanza. Non farò del mio libro un trattato di morale; sarebbe superfluo il pretendere d'instillare in tutti gli animi i veri sentimenti a cui debbono ispirarsi le leggi della cortesia; sentimenti che, del resto, si riassumono tutti nella massima: "Non fate ad altri quello che non vorreste fosse fatto a voi". Purtroppo i sentimenti umani hanno un limite, e sono pochi i filantropi che possono largire una parte del loro affetto a ciascuno dei loro simili. Non serve negarlo. Tutti possiamo avere rapporti con persone che ci sono uggiose, antipatiche, indifferenti. Tutti gli argomenti morali ch'io potrei scrivere non muterebbero questi sentimenti impulsivi. Mi limiterò dunque ad indicare quello scambio di cortesie che si praticano fra persone educate, e che l'uso generale ha fatto passare in costume: se saranno soltanto cortesie di forma, pazienza! Sarà sempre meglio che seguire l'impulso, e fare uno sgarbo ad una persona che non piace" (pp. 3-4).

“Il primo manuale di etichetta uscì a Milano nel 1877: «La gente per bene» della Marchesa Colombi fu lanciato dal torinese GIORNALE DELLE DONNE come regalo d’associazione alle lettrici per il rinnovo dell’abbonamento di quell’anno. La Marchesa Colombi (...) aveva potuto frequentare anche grazie al matrimonio con Eugenio Torelli Viollier, fondatore del CORRIERE DELLA SERA, i ritrovi della buona società milanese e conoscerne le complesse regole di comportamento. Giornalista, impegnata nel movimento femminile (...) è autrice di alcuni testi di buon valore letterario (...) ma il suo nome rimane legato ed è conosciuto tuttora per «La gente per bene». La pubblicazione de «La gente per bene» costituì un punto di non ritorno per gli autori venuti dopo: il suo enorme successo fa supporre che il pubblico borghese fosse alla ricerca di modelli nuovi di comportamento. (...) Mentre sino ad allora gli autori di galatei avevano considerato galateo e morale ambiti affini, i manuali di etichetta iniziarono a concepire le buone maniere solo come norme che riguardavano l’uso generale, le forme e le convenienze, senza fondamento etico. Il senso delle regole non veniva più indagato («non ho opinioni» scriveva la marchesa Colombi, «cito le regole, e basta»)” (Luisa Tasca, «Galatei. Buone maniere e cultura borghese nell’Italia dell’Ottocento», Firenze, Le Lettere, 2004: pag. 134-138).