DE DOMIZIO DURINI Lucrezia
(Trento 1936)
Vergogna e verità
Luogo: Milano
Editore: Mondadori Libri
Stampatore: Elcograf - Verona
Anno: 2021 [aprile/maggio]
Legatura: brossura
Dimensioni: 21x14,2 cm.
Pagine: pp. 287 (1)
Descrizione: copertina con titoli in nero e rosso inquadrati in cornice, 1 immagine fotografica in bianco e nero di Buby Durini. Pubblicato in occasione del Centenario di Joseph Beuys (12 maggio 2021). Edizione originale.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 30ORDINA / ORDER
"Una vita, una storia. Una testimonianza a cuore aperto con le riflessioni di una protagonista dell'arte e della cultura italiana e internazionale. Un'accusa tagliente e documentata all'attuale sistema politico e culturale con una particolare attenzione ai gruppi e alle istituzioni dominanti del nostro Paese, ma anche la proposta di una nuova mappa di orientamento attraverso un diverso sistema di valori etici e morali..." (dal testo in quarta di copertina).

"Ho fatto parte di quei giovani ribelli che hanno sofferto e ne sono orgogliosa. Ho dimostrato che sopportando e opponendomi, seppure virtualmente, alle idee contrarie, ai pregiudizi ereditari, ai falsi principi morali di mia madre, nella vita sono stata capace di comprendere l'importanza positiva di quell'autorevolezza materna che ha poi prodotto in me onestà, coraggio e libertà etica. La mia vita non è stata facile. Ma proprio grazie alla dispotica perentorietà di mia madre, alle difficoltà che sono state per me la chiave per lo sviluppo delle mie potenzialità, sono riuscita a scegliere la strada maestra per il mio lavoro, a vincere ogni avversità, a sopportare le tragedie personali, a vivere con dignità la solitudine" (pag. 24).

"L'uomo non accetta la sofferenza tantomeno la morte, vive in una continua, intima silenziosa omertà. Ma la sofferenza è un antidoto all'arroganza, alla violenza, al super ego. «La reale salvezza dell'uomo sta nell'amore per la morte» in quanto capace di creare un ponte tra la ragione e i sensi. Io che l'ho avuta più volte accanto, ho imparato a interrogare ogni mio gesto, ogni azione e ho anche compreso l'errore di una educazione inculcata attraverso immagini intrise di paura. [...] Soltanto se la «morte» ci è sorella, può aiutarci a vivere serenamente, a renderci partecipi del valore del tempo in quanto «maestra» nel farci apprezzare gli attimi fuggenti del piacere, nel sopportare le avversità che servono sempre e comunque a ricostruire creando" (pag. 265).