DE REGNIER Henri-Francois-Joseph
(Honfleur, Calvados 1864 - Parigi 1936)
La Double Maîtresse. Illustrations par George Barbier
Luogo: Paris
Editore: A & G. Mornay Editeurs
Stampatore: Imprimerie Coulouma - Argenteuil
Anno: 1928 (25 giugno)
Legatura: brossura
Dimensioni: 20x17 cm.
Pagine: pp. (8) II - 405 (5)
Descrizione: copertina illustrata a colori con titoli in bleu, nero e bordeaux in cornice figurata, 1 piccola illustrazione in quarta di copertina e 82 illustrazioni a colori ritoccate "au pochoir" di George Barbier (Nantes 1882 - Parigi 1932) così suddivise: 1 tavola f.t. al controfrontespizio, 1 vignetta al frontespizio, 4 tavole a piena pagina n.t, 6 testatine, 27 vignette, 38 capilettera figurati e 5 finalini n.t. Le illustrazioni sono intonate a un erotismo garbato ed elegante. La testatina allegorica che introduce la premessa dell'autore lo ritrae al tavolo da lavoro circondato dai propri personaggi. Un classico del libro illustrato déco. Esemplare n. 19, nella tiratura di 65 esemplari su Japon impérial, intonso. Ottime condizioni di conservazione. Prima edizione con le illustrazioni di Barbier.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 650ORDINA / ORDER
Tiratura complessiva di 1075 esemplari così suddivisi: un esemplare unico (n. 1) su Japon ancient con allegati tutti gli acquarelli originali delle illustrazioni; 65 su Japon impérial numerati da 2 a 66; 45 su Hollande van Gelder con una suite in nero delle illustrazioni numerati da 67 a 111; 50 su Montval, stampati per la Librairie Viau y Zonas di Buenos Aires, numerati da 112 a 161; 839 su Rives numerati da 162 a 1000; 75 esemplari fuori commercio e fuori numerazione di cui 10 su Japon, 10 su Hollande, 5 su Montval e 55 su Rives.

"Il primo romanzo di Regnier, «La double maîtresse» [Paris, Société du Mercure de France, 1900], ambientato nella Roma settecentesca, narra le disavventure amorose di un giovane ufficiale: vi si trovano simboleggiati un carattere sempre ingannevole dell'amore, una sua indole perfidamente allettatrice e corrosiva" (AA.VV., «Dizionario universale della letteratura contemporanea», Milano, Arnoldo Mondadori, 1959-1963: vol. IV pag. 58).

Apparentemente ispirato alla narrativa galante in voga, «La doppia amante» racconta con eleganza e sottile ironia una storia di amori ambigui e desideri repressi. Nella premessa l'autore dichiara la necessità che lo induce a scrivere questo «singulier romance»: il personaggio di Nicolas Galandot gli si è imposto con la forza delle fantasie che lo inquietano e che egli intende condividere col pubblico per liberarsene. Nel prologo il giovane ufficiale François de Portebize eredita una piccola fortuna da uno zio sconosciuto, il conte Nicolas de Galandot, morto a Roma. Incuriosito, François si mette a indagare sulla vita del defunto. Nella prima parte, «Pont-aux-Belles», è descritto un contesto familiare violento e tormentato: Jacqueline de Mausseuil viene infine costretta dal fratello a sposare il vicino conte di Galandot. Da questo matrimonio nasce Nicolas. Nicolas, crescendo in un ambiente reso rigido e opprimente dalla madre severa e possessiva, sviluppa un amore incestuoso per la bella e sensuale cugina Julie. La madre di Nicolas sorprende e interrompe brutalmente un’incontro amoroso dei due giovani, e Julie viene data in sposa al maturo signor de Portebize: è da questa unione che nasce François. Nella seconda parte, «Una cena con l’abate Hubertet», François si innamora della pupilla dell’abate, Fanchon, interrompendo la propria relazione con una ballerina mondana. La terza parte, «Galandot il Romano», racconta la permanenza a Roma di Nicolas, conte di Galandot, che cade vittima della cortigiana Olympia. La donna, con l’aiuto dell’amante Angiolino, lo manipola e lo sfrutta fino all’umiliazione: solo la morte avvenuta per malattia e sfinimento impedisce ai due di prosciugare completamente la sua fortuna. Soddisfatta la curiosità intorno al passato dello zio Nicolas, l’epilogo vede François felicemente sposato con Fanchon. Durante una cena con due vecchi compagni viene rievocata scherzosamente un’avventura galante: una vedova affascinante con cui i due avevano condiviso una notte di piacere, la “belle Julie”: e mentre François si chiede se i compagni stiano burlandosi di lui o raccontando la verità, per il lettore è evidente che si tratti di Julie de Portebise, la madre di François, "la doppia amante" del titolo.