VACCARI Franco
(Modena 1936)
Entropico
Luogo: Bologna
Editore: Enrico Riccardo Sampietro Editore, "Proposte 4"
Stampatore: Grafiche Mignani - Bologna
Anno: 1966 (giugno)
Legatura: brossura
Dimensioni: 20x20 cm.
Pagine: pp. 36 n.n.
Descrizione: copertina illustrata con una composizione grafica in bianco e nero su fondo celeste, titoli in nero, quarta di copertina con la riproduzione di un'opera di Stelio Maria Martini («Storia di cubi e di parole»); 28 composizioni verbovisive realizzate con la tecnica del collage. Testo introduttivo di Emilio Isgrò al risvolto di copertina. Seconda opera pubblicata dall'autore. Prima edizione.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 150ORDINA / ORDER
"Collage sì collage no: è il tema di fondo. Su questo terreno s'è accesa la polemica tra i poeti visivi (definizione puramente di comodo); e su questo terreno, riconoscibile nella mischia, combatte la sua battaglia Franco Vaccari: un nome che purtroppo [...] non appariva nell'«Antologia della poesia visiva» edita da Sampietro, pur avendo già all'attivo un volumetto [«Pop esie», 1965] che ora, con esclusioni e aggiunte, viene ripubblicato in questo «Entropico». Certo, anche Vaccari parte dal collage: ma non c'è dubbio che, grazie all'estrema pulizia grafica e al nitore dell'immagine, riesce a superare i limiti di una tecnica di composizione tipicamente novecentesca, che bisogna lasciarsi al più presto alle spalle. [...] Se bisogna davvero contestare «l'industria», la quale ci offre prodotti «puliti» e «gradevoli», il collage non serve, essendo un prodotto «sporco» e «poco attraente». Vaccari ha capito tutto questo, e va al di là: scavalcando da un lato il formalismo accademico della neo-avanguardia, dall'altro il contenutismo proposto da alcuni come alternativa. [...] La parola-verbo non è più sufficiente per Vaccari; ed egli tenta la sola operazione possibile in questo momento: far vibrare il materiale verbale, estenuato da secoli di prove e di esperimenti, in uno spazio inconsueto, accostandolo alla figura, alla fotografia. Nessun compiacimento grafico, ma un sincero furore compositivo, con una parola fortemente contaminata, capace di diventare segnale. Vaccari dilata il proprio campo d’indagine trascinando sulla pagina, assieme al puro verbo, anche brandelli di figure: con i problemi metrici che ne conseguono. È un discorso organico: tra parola e immagine, ormai, non ci sono più fratture" (dal testo introduttivo di Emilio Isgrò).