. |
Finito di stampare nel dicembre 1909 esce a Parigi per Sansot nel gennaio del 1910. L’edizione italiana segue nell’aprile dello stesso anno nelle neonate Edizioni Futuriste di Poesia e viene immediatamente sequestrata dalla questura di Milano per oltraggio al pudore. Il Tribunale condanna Marinetti a due mesi di carcere.
Il libro inizia con la dettagliata descrizione dello stupro di quattromila negre da parte della soldataglia drogata di haschish, a cui Mafarka assiste suo malgrado col fratello Magamal. Questa a dire la verità è la parte meno delirante: il resto è un miscuglio meraviglioso e imprevedibile di fantasie sessuali e mitologiche: sadomasochismo e reminiscenze omeriche, esibizionismo e africanismo, priapismo e pulsioni di morte, c’era di che atterrire benpensanti e intellettuali, borghesi e proletari: un pene di 10 metri suscita invidia, e il cavallo evirato del Demonio va ancora cercando il suo, urlando. Vergini infinite affollano il letto dell’eroe, mentre cani rabbiosi del deserto affrontano giraffe meccaniche. Follia uxoricidio antropofagia. Ma il culmine è la creazione del figlio, insieme prodotto del lavoro e della volontà esteriorizzata, che Mafarka partorisce senza il concorso della donna, Gazurmah «uccello invincibile e gigantesco, che ha grandi ali flessibili fatte per abbracciare le stelle»: Mafarka gli dona la vita baciandolo sulla bocca e muore felicemente. Fantascienza e pornografia, Metal Hurlant e Bergson, classici greci e divinità africane: geniale erotomane Marinetti.
In una lettera del 23 agosto 1910 indirizzata a Luigi Bertolotti, Marinetti scrive: “Vi mando «Mafarka il Futurista», la mia opera capitale, la più sincera e la più ispirata che io abbia scritto, ed anche la più significativa, come ebbero a giudicare parecchi illustri critici di Parigi, dove l’edizione francese (originale) non sequestrata è giunta in sei mesi al dodicesimo migliaio. Vi sarò infinitamente grato se vorrete consacrare un vostro articolo a questo romanzo, tanto più che fra due o tre mesi si svolgerà a Milano il processo, con un formidabile collegio di difesa e di perizie”.
. |
Dopo il sequestro e prima del processo d’appello Marinetti pubblica in italiano e francese un volantino che riproduce l’articolo di Rachilde su Mafarka, pubblicato l’1 luglio 1910 sul «Mercure de France»: “Vi ripeto che ho trovato veramente bello questo romanzo perché F.T. Marinetti è veramente riuscito a farmi vedere il suo enorme sogno. Ora, se uno scrittore mi fa vedere realmente un’esistenza pazza, riesce realmente a darmi la visione dello stravagante, io non domando di più per trovare in lui del genio…“.
L’Italia non è la Francia. L’8 ottobre 1910 inizia il processo d’appello. Perito della difesa è Luigi Capuana che tiene “un discorso sulla libertà letteraria, citando i Promessi Sposi, la letteratura classica e il verismo. Conclude sostenendo che l’opera di Marinetti è forse sovrabbondante ma morale. Fra il pubblico sono presenti molti futuristi, che alla sentenza di assoluzione inscenano una manifestazione” (Archivi del Futurismo, vol. I , pag. 473).
. |
Marinetti viene assolto e per l’occasione pubblica il volantino La Clamorosa assoluzione di Marinetti che fa la cronaca del processo.
Il testo delle arringhe e della sentenza verranno invece pubblicati nel gennaio 1911 col titolo Il processo e l’assoluzione di Mafarka il Futurista col discorso di F.T. Marinetti, la perizia di Luigi Capuana e le arringhe dell’On. Salvatore Barzili, di Innocenzo Cappa e dell’Avv. Cesare Sarfatti, nella prima edizione italiana di Distruzione. Ma poco dopo, il 29 gennaio 1911, l’opera verrà definitivamente condannata in Cassazione, come documenta un altro volantino: Un procès contre le Futurisme. Le Poète Marinetti condamné à deux mois de prison, in cui si invitano gli intellettuali a scrivere sulle riviste a proposito del processo per Mafarka, e sottoscritto da una lunga lista di poetes, peintres e musiciens futuristes.
Saranno numerose le traduzioni all’estero, in Russia (1916 e 1917), Spagna (1921), Argentina (1927), Messico (1927) ecc. In Italia verrà ristampato solo nove anni dopo ma con numerosi tagli: Mafarka il Futurista. Romanzo processato. Nuova edizione, Milano, Casa Editrice Sonzogno, s.d. (1920).
. |
“Ricordati di amare te stesso più di ogni cosa al mondo. Serba sempre il tuo ardore, non già per le gioie future, ma per lo splendore del momento che passa. Ama te stesso profondamente, tanto da darti alla morte per colorarti di una bellezza più intensa, in un solo gesto.Ama te stesso al punto di darti ad uno spasimo qualunque, per uccidere il passato ad ogni istante e per render vana l’attesa dell’avvenire che devi sorpassare. Fa in modo che la realtà di oggi sia più bella del sogno realizzabile di domani…” (F.T. Marinetti, Mafarka il futurista, Milano, Edizioni Futuriste di Poesia, 1910; pag. 314).