Non vuol dire che una cosa è un rifiuto solo perché l’hanno buttata fra i rifiuti…
dal film Trash
Il film Trash, prodotto da Andy Warhol per la regia di Paul Morrissey, fa parte della trilogia Flesh, Trash e Heat, realizzata poco prima di lasciare la Factory, che consacrò Morrissey come autore di culto del cinema indipendente. Girato nel corso di otto sabati pomeriggio, uscì il 5 ottobre 1970 e fu presentato nella Settimana Internazionale della Critica al Festival di Cannes 1971.
Lo spettacolo della perdizione ha sempre affascinato le persone perbene. Lo sguardo della signora nella foto è l’emblema di un desiderio impotente. Il suo sorriso accennato, la posa elegante, esprimono compiacimento: la bellezza di Joe è avvilita dalla meccanica dell’iniezione, presto la droga farà effetto stravolgendo quel volto con la sua piccola porzione di morte, di soldi, di nulla, in cambio di un attimo folgorante di pace e di abbandono.
In un lurido stanzone convivono la transgender Olly (Holly Woodlawn), volitiva e viziosa, e Joe (Joe Dallesandro), tossicomane e impotente. Fra insulti e riconciliazioni, ognuno dei due accetta o cerca ogni possibile avventura.
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In una di queste avventure, Joe si trova nella casa di due giovani coniugi che vogliono coinvolgerlo in un’orgia e lo assistono mentre si droga. Joe si sente male: per paura che muoia nella loro casa, i due lo gettano in strada nudo come si trova.
Olly vede nella gravidanza della sorella Diane (Diane Podel) la soluzione ai loro problemi e la possibilità di far disintossicare Joe: si prenderà cura del bambino per ottenere un ricco sussidio. Ma il funzionario comunale, maniaco feticista, non riuscendo a farsi vendere le scarpe di Olly, le rifiuta il sussidio. I due giovani allora, proprio nel momento in cui sono abbandonati come rifiuti tra i rifiuti, ritrovano una scintilla di dignità e decidono di aiutarsi a sopravvivere in qualche modo.
Il film esce in Italia nel 1973 con il titolo I rifiuti di New York. Il doppiaggio, curato da Pier Paolo Pasolini e Dacia Maraini, fece uso di voci che non avevano mai seguito corsi di dizione.
Nell’edizione italiana la relazione omosessuale diventa una relazione fra ragazzo e ragazza. La traduzione della sceneggiatura è di P.P. Pasolini e viene pubblicata per la prima volta nella rivista FILMCRITICA, n. 238/240, Roma, ottobre/dicembre 1973.
Qui di seguito la sequenza del film in cui Joe si buca, da cui è tratta la fotografia: