D'AMICO Tano
(Filicudi, Isole Eolie 1942)
[1977-03-20-77-02] Festa della Primavera
Luogo: Montalto di Castro
Editore: N. D.
Stampatore: N. D.
Anno: 1977 (20 marzo)
Legatura: N. D.
Dimensioni: 18x24 cm.
Pagine: N. D.
Descrizione: fotografia originale in bianco e nero, datata, titolata e firmata. Stampa di epoca succdessiva (1997) a cura dall'autore.
Bibliografia: Pubblicata in: Tano D'Amico, «E' il '77», Roma, I Libri del No, 1978; e in: AA.VV., «Settantasette. Fotografie di Tano D'Amico», Roma, Il Manifesto, 1997; vol. II pag. 22/23
Prezzo: € 400ORDINA / ORDER
"Nei cortei, i caroselli e girotondi sostituiscono spesso i cordoni. E' la festa il protagonista nel movimento, che spiazza tutti, sia i leader che i militanti di base e la critica alla politica diviene esperienza di massa" (AA.VV., «Settantasette. Fotografie di Tano D'Amico», Roma, Il Manifesto, 1997; vol. II pag. 23).
"...C'erano, ecco, quando parlavo delle facce, c'erano delle istanze di vita diversa. Era vero che si voleva vivere tutti quanti insieme, mangiare tutti quanti insieme. Adesso sono impensabili delle feste... Poi gli assessori che sono venuti dopo hanno copiato quelle feste. Quando un omosessuale bandiva una festa, cioè invitava tutti quanti, cinquantamila persone, sessantamila persone, ad una festa sui prati di Montalto di Castro, ad esempio, si andava tutti e c'era spazio per tutti, ma non solo per i giovani e per i belli. C'era spazio anche per i portatori di handicap, perché c'erano in mezzo a noi quelli che lavoravano con i portatori di handicap, e non erano assenteisti, quindi se li portavano, e c'erano insegnanti che portavano con sé i bambini, e c'era spazio per tutti, per i giovani, per i belli, per i brutti, per i portatori di handicap, c'era spazio per i pazzi, per i malati di mente. E secondo me solo nei periodi alti della civiltà esistono delle feste per tutti. Ecco, se tu ci fai caso, anche nella letteratura è raro trovare, sì, forse nella Comune di Parigi, ma soltanto nei periodi alti della civiltà è possibile trovare delle feste così, in cui c'è spazio per tutti..." (Tano D’Amico, in: Claudio Del Bello, «Una sparatoria tranquilla», Roma, Odradek, 1997; pag. 139).
"...C'erano, ecco, quando parlavo delle facce, c'erano delle istanze di vita diversa. Era vero che si voleva vivere tutti quanti insieme, mangiare tutti quanti insieme. Adesso sono impensabili delle feste... Poi gli assessori che sono venuti dopo hanno copiato quelle feste. Quando un omosessuale bandiva una festa, cioè invitava tutti quanti, cinquantamila persone, sessantamila persone, ad una festa sui prati di Montalto di Castro, ad esempio, si andava tutti e c'era spazio per tutti, ma non solo per i giovani e per i belli. C'era spazio anche per i portatori di handicap, perché c'erano in mezzo a noi quelli che lavoravano con i portatori di handicap, e non erano assenteisti, quindi se li portavano, e c'erano insegnanti che portavano con sé i bambini, e c'era spazio per tutti, per i giovani, per i belli, per i brutti, per i portatori di handicap, c'era spazio per i pazzi, per i malati di mente. E secondo me solo nei periodi alti della civiltà esistono delle feste per tutti. Ecco, se tu ci fai caso, anche nella letteratura è raro trovare, sì, forse nella Comune di Parigi, ma soltanto nei periodi alti della civiltà è possibile trovare delle feste così, in cui c'è spazio per tutti..." (Tano D’Amico, in: Claudio Del Bello, «Una sparatoria tranquilla», Roma, Odradek, 1997; pag. 139).