CARRA' Carlo
[Carlo Dalmazzo Carrà] (Quargnento 1881 - Milano 1966)
La pittura dei suoni, rumori, odori. Manifesto futurista
Luogo: Milano
Editore: Direzione del Movimento Futurista
Stampatore: A. Taveggia - S. Margherita 7 - Milano
Anno: 11 agosto 1913
Legatura: volantino
Dimensioni: 29,2x23,2 cm.
Pagine: pp. 4 n.n.
Descrizione: prima edizione, versione in lingua italiana.
Bibliografia: Paolo Tonini, «I manifesti del Futurismo italiano», Gussago, Edizioni dell’Arengario, 2011: pag. 42, n. 62.1
Prezzo: € 300ORDINA / ORDER
Dopo l'edizione in volantino, nella doppia versione italiana e francese, il manifesto viene pubblicato su LACERBA, Anno I n. 17, 1 settembre 1913. Esiste anche una ristampa della versione italiana, del dicembre 1913, riconoscibile perché in ultima pagina, nell'elenco dei manifesti in vendita, sono aggiunti 3 manifesti: «Il teatro di Varietà» (29 settembre 1913); «Programma politico futurista» (11 ottobre 1913) e «Il Controdolore» (Dicembre 1913).
"Questi insiemi plastici, polifonici o poliritmici astratti risponderanno a necessità di enarmonie interne che noi, pittori futuristi, crediamo indispensabili alla sensibilità pittorica. Questi insiemi plastici sono, per loro fascino misterioso, più suggestivi di quelli creati dal senso visivo e dal senso tattile, perché più vicini al nostro spirito plastico puro. Noi pittori futuristi affermiamo che i suoni, i rumori e gli odori si incorporano nell'espressione delle linee, dei volumi e dei colori, come le linee, i volumi e i colori s'incorporano nell'architettura di un'opera musicale. Le nostre tele esprimeranno quindi anche le equivalenze plastiche dei suoni, dei rumori e degli odori del Teatro, del Music-Hall, del cinematografo, del postribolo, delle stazioni ferroviarie, dei porti, dei garages, delle cliniche, delle officine ec.. ecc. (...) Questo ribollimento implica una grande emozione e quasi un delirio dell'artista, il quale, per dare un vortice, deve essere un vortice di sensazioni, una forza pittorica, e non un freddo intelletto logico. Sappiatelo dunque! Per ottenere questa pittura totale, che esige la cooperazione attiva di tutti i sensi, pittura-stato d'animo plastico dell'universale, bisogna dipingere, come gli ubbriachi cantano e vomitano, suoni, rumori e odori!".
"Questi insiemi plastici, polifonici o poliritmici astratti risponderanno a necessità di enarmonie interne che noi, pittori futuristi, crediamo indispensabili alla sensibilità pittorica. Questi insiemi plastici sono, per loro fascino misterioso, più suggestivi di quelli creati dal senso visivo e dal senso tattile, perché più vicini al nostro spirito plastico puro. Noi pittori futuristi affermiamo che i suoni, i rumori e gli odori si incorporano nell'espressione delle linee, dei volumi e dei colori, come le linee, i volumi e i colori s'incorporano nell'architettura di un'opera musicale. Le nostre tele esprimeranno quindi anche le equivalenze plastiche dei suoni, dei rumori e degli odori del Teatro, del Music-Hall, del cinematografo, del postribolo, delle stazioni ferroviarie, dei porti, dei garages, delle cliniche, delle officine ec.. ecc. (...) Questo ribollimento implica una grande emozione e quasi un delirio dell'artista, il quale, per dare un vortice, deve essere un vortice di sensazioni, una forza pittorica, e non un freddo intelletto logico. Sappiatelo dunque! Per ottenere questa pittura totale, che esige la cooperazione attiva di tutti i sensi, pittura-stato d'animo plastico dell'universale, bisogna dipingere, come gli ubbriachi cantano e vomitano, suoni, rumori e odori!".