MARINETTI Filippo Tommaso
[Filippo Achille Emilio Marinetti] (Alessandria d'Egitto 1876 - Bellagio 1944)
SETTIMELLI Emilio
(Firenze 1891 - Lipari 1954)
CORRA Bruno
[Bruno Ginanni Corradini] (Ravenna 1892 - Varese 1976)
Il teatro futurista sintetico (atecnico - dinamico - simultaneo - autonomo - alogico - irreale)
Luogo: Milano
Editore: Direzione del Movimento Futurista
Stampatore: Stab. Tip. Taveggia - Milano
Anno: 11 gennaio 1915 - 18 febbraio 1915
Legatura: volantino
Dimensioni: 29x23 cm.
Pagine: pp. 4 n.n.
Descrizione: Prima edizione.
Bibliografia: Paolo Tonini, «I manifesti del Futurismo italiano», Gussago, Edizioni dell’Arengario, 2011: pag. 59, n. 87.1
Prezzo: € 400ORDINA / ORDER
Questo manifesto verrà ristampato 4 anni dopo in francese per la Direzione del Movimento Futurista, sostituendo tre righe introduttive alle prime 15 righe della versione italiana.
"Noi creiamo un teatro futurista «Sintetico» cioè brevissimo. Stringere in pochi minuti, in poche parole e in pochi gesti innumerevoli situazioni, sensibilità, idee, sensazioni, fatti e simboli (...). «Atecnico» (...). Col nostro movimento sintetista nel teatro, noi vogliamo distruggere la Tecnica, che dai Greci ad oggi, invece di semplificarsi, è divenuta sempre più dogmatica, stupidamente logica, meticolosa, pedante, strangolatrice. (...) E' stupido rinunziare al dinamico salto nel vuoto della creazione totale fuori da tutti i campi esplorati. «Dinamico, Simultaneo» cioè nato dall'improvvisazione, dalla fulminea intuizione, dall'attualità suggestionante e rivelatrice. (...) Il nostro teatro futurista si infischia di Shakespeare, ma tien conto di un pettegolezzo di comici, si addormenta a una battuta di Ibsen, ma si entusiasma pei riflessi rossi o verdi delle poltrone. Noi otteniamo un dinamismo assoluto mediante la compenetrazione di ambienti e di tempi diversi. (...) «Autonomo, Alogico, Irreale». La sintesi teatrale futurista non sarà sottomessa alla logica, non conterrà nulla di fotografico, sarà autonoma, non somiglierà che a se stessa, pur traendo dalla realtà elementi da combinarsi a capriccio. (...) Il teatro futurista nasce dalle due vitalissime correnti della sensibilità futurista, precisate nei due manifesti: «Il Teatro di varietà» e «Pesi, Misure e prezzi del genio artistico», che sono: 1) la nostra frenetica passione per la vita attuale, veloce, frammentaria, elegante, complicata, cinica, muscolosa, sfuggevole, futurista; 2) la nostra modernissima concezione cerebrale dell'arte secondo la quale nessuna logica, nessuna tradizione, nessuna estetica, nessuna tecnica, nessuna opportunità è imponibile alla genialità dell'artista che deve solo preoccuparsi di creare delle espressioni sintetiche di energia cerebrale le quali abbiano valore assoluto di novità. Il teatro futurista saprà esaltare i suoi spettatori, cioè far loro dimenticare la monotonia della vita quotidiana, scaraventandoli attraverso un labirinto di sensazioni improntate alla più esasperata originalità e combinate in modi imprevedibili.(...) Ecco le prime nostre parole sul teatro. Le nostre prime 11 sintesi teatrali (di Marinetti, Settimelli, Bruno Corra, R. Chiti, Balilla Pratella) sono state imposte vittoriosamente da Ettore Berti e dalla sua Compagnia ai pubblici affollatissimi di Ancona, Bologna, Padova, Venezia, Verona...".
"Noi creiamo un teatro futurista «Sintetico» cioè brevissimo. Stringere in pochi minuti, in poche parole e in pochi gesti innumerevoli situazioni, sensibilità, idee, sensazioni, fatti e simboli (...). «Atecnico» (...). Col nostro movimento sintetista nel teatro, noi vogliamo distruggere la Tecnica, che dai Greci ad oggi, invece di semplificarsi, è divenuta sempre più dogmatica, stupidamente logica, meticolosa, pedante, strangolatrice. (...) E' stupido rinunziare al dinamico salto nel vuoto della creazione totale fuori da tutti i campi esplorati. «Dinamico, Simultaneo» cioè nato dall'improvvisazione, dalla fulminea intuizione, dall'attualità suggestionante e rivelatrice. (...) Il nostro teatro futurista si infischia di Shakespeare, ma tien conto di un pettegolezzo di comici, si addormenta a una battuta di Ibsen, ma si entusiasma pei riflessi rossi o verdi delle poltrone. Noi otteniamo un dinamismo assoluto mediante la compenetrazione di ambienti e di tempi diversi. (...) «Autonomo, Alogico, Irreale». La sintesi teatrale futurista non sarà sottomessa alla logica, non conterrà nulla di fotografico, sarà autonoma, non somiglierà che a se stessa, pur traendo dalla realtà elementi da combinarsi a capriccio. (...) Il teatro futurista nasce dalle due vitalissime correnti della sensibilità futurista, precisate nei due manifesti: «Il Teatro di varietà» e «Pesi, Misure e prezzi del genio artistico», che sono: 1) la nostra frenetica passione per la vita attuale, veloce, frammentaria, elegante, complicata, cinica, muscolosa, sfuggevole, futurista; 2) la nostra modernissima concezione cerebrale dell'arte secondo la quale nessuna logica, nessuna tradizione, nessuna estetica, nessuna tecnica, nessuna opportunità è imponibile alla genialità dell'artista che deve solo preoccuparsi di creare delle espressioni sintetiche di energia cerebrale le quali abbiano valore assoluto di novità. Il teatro futurista saprà esaltare i suoi spettatori, cioè far loro dimenticare la monotonia della vita quotidiana, scaraventandoli attraverso un labirinto di sensazioni improntate alla più esasperata originalità e combinate in modi imprevedibili.(...) Ecco le prime nostre parole sul teatro. Le nostre prime 11 sintesi teatrali (di Marinetti, Settimelli, Bruno Corra, R. Chiti, Balilla Pratella) sono state imposte vittoriosamente da Ettore Berti e dalla sua Compagnia ai pubblici affollatissimi di Ancona, Bologna, Padova, Venezia, Verona...".