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Les peintres futuristes italiens - Exposition du lundi 5 au samedi 24 février 1912
Luogo: Paris
Editore: MM. Bernheim-Jeune & C.ie
Stampatore: Moderne Imprimerie - Paris
Anno: 1912 [febbraio]
Legatura: brossura
Dimensioni: 15,5x11,8 cm.
Pagine: pp. (2) 32 (2)
Descrizione: copertina con titoli in nero su fondo arancione, 8 riproduzioni di opere in bianco e nero n.t. Due testi sottoscritti da Boccioni, Carrà, Russolo, Balla e Severini: «Les exposants au public» (testo della conferenza di Boccioni del 29 maggio 1911 a Roma) e «Manifeste des Peintres Futuristes» (traduzione francese de «La pittura futurista. Manifesto tecnico»). Catalogo originale della prima mostra futurista internazionale (Parigi, MM. Bernheim-jeune, 5 - 24 febbraio 1912).
Bibliografia: Claudia Salaris, «Filippo Tommaso Marinetti», Scandicci, La Nuova Italia, 1988; pag. 115, n. 148
Prezzo: € 300ORDINA / ORDER
Sono elencate in catalogo 35 opere di Boccioni, Carrà, Russolo, Severini, fra cui una di Giacomo Balla («Lumière électrique») che non viene riprodotta e che non verrà mai esposta.

“E venne il giorno dell’inaugurazione (...) la quale si svolse con il concorso di un grandissimo pubblico; cosa questa certamente dovuta alla sapiente réclame che Felix Fenéon, direttore artistico della galleria Bernheim, aveva saputo fare intorno all’avvenimento. Anche Marinetti si rivelò un maestro del genere e contribuì vivamente a creare nel circolo dei suoi amici e presso la stampa un forte interesse per la Mostra. (...) In verità non avrei mai supposto, partendo da Milano, che un’esposizione di quattro giovani pittori avesse potuto interessare tanta gente dell’alta società, e non dico degli intellettuali presenti, ché ciò è facilmente spiegabile. In questa circostanza conobbi Guillaume Apollinaire, poeta allora tutt’altro che celebre, sebbene assai apprezzato da una élite. Subito si determinò fra di noi una viva simpatia, che più tardi si trasformò in una salda amicizia. (...) L’esposizione andava sempre più affermandosi come un avvenimento artistico di primo piano. Tutta la stampa parigina ne trattò diffusamente, fra cui LE PETIT BLEU DE PARIS del 9 febbraio 1912 con un bellissimo articolo di Guillaume Apollinaire (...); Pathé Frères ci fece una cinematografia che vidi poi sugli schermi italiani” (Carlo Carrà, La mia vita, Roma, Longanesi, 1943: pp. 156-157).

Fra le altre opere viene esposto il dipinto di Carrà «I funerali dell'anarchico Galli», ucciso nel 1904 durante lo sciopero generale: "Io che mi trovavo senza volerlo al centro della mischia, vedevo innanzi a me la bara tutta coperta di garofani rossi ondeggiare minacciosamente sulle spalle dei portatori; vedevo i cavalli imbizzarrirsi, i bastoni e le lance urtarsi, sì che a me parve che la salma cadesse da un momento all’altro e che i cavalli la calpestassero. Fortemente impressionato, appena tornato a casa feci un disegno di ciò a cui ero stato spettatore. Da questo disegno presi più tardi spunto per il quadro Il funerale dell’anarchico Galli che venne in seguito esposto alle mostre futuriste di Parigi, Londra e Berlino nella primavera del 1912..." (Carlo Carrà, «La mia vita», 1943).