GOVONI Corrado
(Tàmara, Ferrara 1884 - Lido dei Pini 1965)
Rarefazioni e parole in libertà
Luogo: Milano
Editore: Edizioni Futuriste di Poesia
Stampatore: Stabilimento Tipo-Litografico A. Taveggia - Milano
Anno: 1915 [aprile]
Legatura: brossura
Dimensioni: 32x24,5 cm.
Pagine: pp. 49 (7)
Descrizione: volume interamente illustrato con tavole parolibere e disegni dell'autore. Menzione fittizia del migliaio in quarta di copertina. Prima edizione.
Bibliografia: Claudia Salaris, «Bibliografia del Futurismo», Roma, Biblioteca del Vascello, 1988: pag. 41
Prezzo: € 3500ORDINA / ORDER
"La funzione indicale, se privilegiata ed enfatizzata, diventerà poi la tavola parolibera, «rarefazione», con un netto prevalere del dato segnico... Si ha così il pittogramma, per dire un oggetto Govoni lo disegna, però in una dimensione dissonante, stregata, allucinata. In lui la poesia visiva non diagrammatizza il reale ma si pone come sistema semiotico altro, i cui segni sono degli equivalenti non dei corrispondenti rispetto a quelli del sistema semiotico della lingua naturale" (Glauco Viazzi, «I poeti del futurismo 1909-1944», Milano, Longanesi, 1978: pag. 171).
"Nelle «Rarefazioni» è l'affermazione più radicale di una scrittura poetica diretta disegnata, quindi fisicamente manuale al di là di ogni mediazione tipografica tradizionale, in termini di un racconto esplicito insieme per livello verbale e per livello d'immagine, in un composto originalissimo. Mentre nelle «parole in libertà», ove la mediazione tipografica rimane, è tuttavia egualmente esplicita l'intenzione di collegare intimamente scrittura e immagine disegnata (Enrico Crispolti, in: Karl Gunnar Pontus Hulten (a cura di), «Futurismo & Futurismi», (Milano), Bompiani, 1986: pag. 487).
"Nelle «Rarefazioni» è l'affermazione più radicale di una scrittura poetica diretta disegnata, quindi fisicamente manuale al di là di ogni mediazione tipografica tradizionale, in termini di un racconto esplicito insieme per livello verbale e per livello d'immagine, in un composto originalissimo. Mentre nelle «parole in libertà», ove la mediazione tipografica rimane, è tuttavia egualmente esplicita l'intenzione di collegare intimamente scrittura e immagine disegnata (Enrico Crispolti, in: Karl Gunnar Pontus Hulten (a cura di), «Futurismo & Futurismi», (Milano), Bompiani, 1986: pag. 487).