ARTAUD Antonin
[Antoine Marie Joseph Artaud] (Marsiglia 1896 - Ivry-sur-Seine 1948)
Pour en finir avec le jugement de Dieu. Emission radiophonique enregistrée le 28 novembre 1947. Texte intégral suivi de variantes, extraits de presse et 8 lettres à Fernand Pouey, René Guignard, Wladimir Porché, René Guilly, le R.P. Laval, Paule Thévenin
Luogo: (Paris)
Editore: K Editeur
Stampatore: Grou-Radenez - Paris
Anno: 1948 (30 aprile)
Legatura: brossura
Dimensioni: 16,5x12,5 cm.
Pagine: pp. 109 (3)
Descrizione: copertina con composizione tipografica del titolo in nero su fondo bianco. Esemplare nella tiratura ordinaria non numerata. Prima edizione.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 200ORDINA / ORDER
Edizione costituita da una tiratura numerata di 455 esemplari e una tiratura ordinaria. La tiratura numerata è così costituita: 30 esemplari su Arches di cui 25 numerati da 1 a 25 e 5 esemplari fuori commercio siglati "H.C." da 1 a 5; 420 esemplari su Marais di cui 400 numerati da 26 a 425 e 20 fuori commercio siglati "H.C." da 6 a 25; 5 esemplari su Japon numerati da A a E riservati ai collaboratori.
Ultimo libro di Artaud, pubblicato un mese dopo la morte. «Pour en finir avec le jugement de Dieu» è un'opera radiofonica registrata negli studi della radio francese tra il 22 e il 29 novembre 1947. Questa opera venne censurata alla vigilia della prima messa in onda, prevista per il 2 febbraio 1948, da parte della Radiodiffusion française.
"«Pour en finir avec le jugement de dieu» doveva realizzare più compiutamente ciò che non gli era riuscito dieci, venti anni prima: «spezzare il linguaggio per raggiungere la vita». L’occasione era un ciclo di trasmissioni per la Radiodiffusion française intitolato «La voix des poètes». Artaud aveva scritto dei nuovi testi, aveva accuratamente progettato il montaggio della trasmissione, che prevedeva letture (eseguite da lui stesso e dai suoi amici Roger Blin, Paule Thévenin, Maria Casarès), effetti sonori ( bruitages ) prodotti con xilofono e percussioni, vocalizzazioni (glossolalie), grida inarticolate. Attraverso un mezzo tecnologico come la radio, in apparenza monco, diretto al solo udito, era in realtà il corpo che faceva irruzione in questa scena teatrale virtuale. Quindici anni prima che McLuhan definisse la radio come «medium caldo» e la paragonasse a un tamburo tribale, Artaud aveva intuito e praticato l’uso più dirompente ma anche più proprio di questo mezzo. La violenza della voce, della phoné , entrava in competizione e in opposizione con il logos , con la dittatura della parola articolata e organizzata , in una bruciante sintonia con le intenzioni della trasmissione: farla finita non solo con il giudizio di dio, ma con il giudizio in genere, con il giudizio definitivo, le jugement dernier , il pronunciamento del padre, degli uomini e della società che determina l’inclusione o l’esclusione dalla comunità" (Antonio Caronia, «Antonin Artaud. La battaglia del corpo contro il linguaggio», FLESH OUT n. 6, gennaio/febbraio 2000).
Ultimo libro di Artaud, pubblicato un mese dopo la morte. «Pour en finir avec le jugement de Dieu» è un'opera radiofonica registrata negli studi della radio francese tra il 22 e il 29 novembre 1947. Questa opera venne censurata alla vigilia della prima messa in onda, prevista per il 2 febbraio 1948, da parte della Radiodiffusion française.
"«Pour en finir avec le jugement de dieu» doveva realizzare più compiutamente ciò che non gli era riuscito dieci, venti anni prima: «spezzare il linguaggio per raggiungere la vita». L’occasione era un ciclo di trasmissioni per la Radiodiffusion française intitolato «La voix des poètes». Artaud aveva scritto dei nuovi testi, aveva accuratamente progettato il montaggio della trasmissione, che prevedeva letture (eseguite da lui stesso e dai suoi amici Roger Blin, Paule Thévenin, Maria Casarès), effetti sonori ( bruitages ) prodotti con xilofono e percussioni, vocalizzazioni (glossolalie), grida inarticolate. Attraverso un mezzo tecnologico come la radio, in apparenza monco, diretto al solo udito, era in realtà il corpo che faceva irruzione in questa scena teatrale virtuale. Quindici anni prima che McLuhan definisse la radio come «medium caldo» e la paragonasse a un tamburo tribale, Artaud aveva intuito e praticato l’uso più dirompente ma anche più proprio di questo mezzo. La violenza della voce, della phoné , entrava in competizione e in opposizione con il logos , con la dittatura della parola articolata e organizzata , in una bruciante sintonia con le intenzioni della trasmissione: farla finita non solo con il giudizio di dio, ma con il giudizio in genere, con il giudizio definitivo, le jugement dernier , il pronunciamento del padre, degli uomini e della società che determina l’inclusione o l’esclusione dalla comunità" (Antonio Caronia, «Antonin Artaud. La battaglia del corpo contro il linguaggio», FLESH OUT n. 6, gennaio/febbraio 2000).