VON SALOMON Ernst
(Kiel 1902 - Stöckte, Winsen an der Luhe 1972)
I proscritti. Traduzione di Maria Napolitano Martone [Die Geächteten]
Luogo: Torino
Editore: Einaudi
Stampatore: Stabilimenti SATET
Anno: 1943 (20 marzo)
Legatura: legatura editoriale in cartoncino, sovraccopertina
Dimensioni: 19,6x13,4 cm.
Pagine: pp. 502 (2)
Descrizione: copertina originale illustrata a colori di Renato Guttuso. Prima edizione italiana.
Bibliografia: AA.VV., «Dizionario universale della letteratura contemporanea», (Milano), Arnoldo Mondadori, 1959-1963: vol. IV pag. 324; L'Arengario Studio Bibliografico, «La fantasia e la passione. Storia bibliografica della felicità», Gussago, Edizioni dell'Arengario, 2009: n. 92
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Opera pubblicata per la prima volta a Berlino nel 1930.

"La vicenda si apre nella Germania guglielmina ancora impegnata nella Grande Guerra: la rivolta interna dei marinai e l'inefficacia strategica della grande avanzata sul fronte dell'Ovest preludono al definitivo tracollo militare, morale e materiale della nazione. Si assiste all'improvvisa, epidemica diffusione del bolscevismo e alla parallela nascita dei Freikorps (i corpi franchi): corpi militari volontari in rapporto di indiretta dipendenza dallo Stato e assai simili alle compagnia di ventura rinascimentali. Nel corpo di uno Stato morente, infezione e anticorpi si accingono a combattersi in quella che si profila come l'ultima e decisiva battaglia. Ben presto però, tra gli uomini dei Freikorps (tanto quelli impegnati in patria quanto quelli che combattono sul fronte del Baltico) subentra la convinzione di non appartenere sotto alcun aspetto al nuovo Stato sorto dallo sfacelo: la Repubblica di Weimar. Con ogni evidenza, essa appare come un governo-fantoccio asservito in tutto e per tutto ai voleri stranieri degli ex-nemici. Insurrezioni e pronunciamenti si moltiplicano, fino a culminare, nel 1920, nel fallito colpo di stato del generale von Lüttwitz. Il clima generale si arroventa e la lotta politica assomiglia sempre più alla guerra civile. E' in questa temperie che operano i proscritti del romanzo: giovani tedeschi, per lo più reduci del fronte e dei Freikorps, che agiscono per difendere quella Germania, o meglio quell'idea di Germania, che non ha alcuna rappresentanza nello stato-fantoccio di Weimar. Difendono la Ruhr e l'Alta Slesia, prendono Monaco, colpiscono gli avversari politici. Il culmine delle vicende di quegli anni si ha il 24 giugno 1922, quando un commando di cui fa parte lo stesso von Salomon uccide il ministro degli esteri Walther Rathenau, simbolo vivente di quella Germania «cooperante» con i nemici di un tempo. La terza e ultima parte de I proscritti si intitola «I delinquenti» (e segue a «I dispersi» e «I congiurati»): è il racconto di cinque lunghi anni di carcerazione del protagonista. Per la sua carica emotiva, oltre che per l'indubbio valore letterario, questo straordinario affresco di un periodo storico che è «I proscritti» è divenuto il romanzo emblematico della Destra europea, poiché, per usare ancora le parole di Revelli, «in von Salomon e nei suoi proscritti questa destra, più che un progetto ideale o un sistema di valori, vedeva un nuovo tipo umano: un modello di personalità capace di resistere allo sradicamento, di contrapporsi attraverso l'azione estrema, assoluta, fine a se stessa, al corso avverso della storia, e per questa via di sopravvivere in quel panorama di rovine che per i vinti del '45 [...] era divenuta l'Europa»" (Alberto Lombardo, «Una generazione in lotta contro il proprio tempo», LA PADANIA, 30/12/2001).

"...Ci si trovava lontani dal mondo delle leggi borghesi senza certezza alcuna di compenso o di meta; per noi non si erano infranti solo quei valori che un giorno tutti avevamo avuto per le mani: si era spezzata anche la crosta che ci teneva prigionieri. Si erano rotti i ceppi, eravamo liberi. Improvvisamente acceso, il sangue ci spingeva verso avventure inebrianti, verso lontani pericoli; spingeva anche gli uni verso gli altri quelli che più profondamente si riconoscevano affini. Eravamo una lega di combattenti ebbri di tutte le passioni del mondo, accesi di pazze cupidigie, esaltati nella rinunzia e nella dedizione. Ognuno ignorava ciò che voleva, rinnegava ciò che sapeva. Guerra e avventura, rivolta e distruzione, e un ignoto, tormentoso impulso che ci aizzava da tutti gli angoli dei nostri cuori" (pag. 72).