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Filippo Tommaso Marinetti muore il 2 dicembre del 1944, poco prima della fine della guerra, e il suo ultimo libro, pubblicato nel genaio 1945 dalla moglie Benedetta, è un’ode alla “Decima Mas”, una delle unità anti-partigiane più spietate, dove rivendica la propria coerenza e la propria poesia “fuori tempo e spazio”, che non cerca scuse per gli errori dell’uomo e del soldato, né si vuole conciliare con la realtà. Comincia l’epoca della ricostruzione.
Il primo libro di Isodore Isou viene pubblicato nel 1947: Introduction à une nouvelle poésie et à une nouvelle musique: sarà lui a ispirare il linguaggio e i concetti dell’avanguardia nella seconda metà del secolo, come Marinetti lo era stato nella prima.
Va detto che Isou, marxista, leninista e sionista, proustiano, rimbaldiano e dadaista, non avrebbe mai accettato di assimilarsi a nessuno, men che meno al fascista Marinetti, con cui del resto e per altri versi aveva troppo in comune. Bisognava cercare il nuovo ma dopo Marinetti e il Futurismo – e le avanguardie storiche che ne erano conseguite – cosa si poteva inventare? Quali limiti non erano stati ancora oltrepassati? Prima di tutto farla finita con la tradizione avanguardista: buttare via Marinetti per superarlo, così il punto di partenza, come il migliore omaggio, fu di nemmeno nominarlo.
Però le affinità di pensiero, di gusto e di atteggiamento rimangono, e la prima è senza dubbio la personalità, l’essere protagonisti e trascinatori, pur partendo da condizioni materiali completamente diverse. Marinetti trentenne, ricco e conosciuto nei salotti più esclusivi, mette in moto la macchina della pubblicità, predicando in tutte le capitali d’Europa e del mondo il verbo futurista; Isou, ventenne, arrivato dalla Romania senza mezzi, mette in gioco la sua vita, decide che lui innanzitutto deve essere e non semplicemente predicare il nuovo. Da qui l’autoesaltazione portata all’estremo, catalizzando sulla propria persona la volontà del rinnovamento.
La rivoluzione prima isouiana e poi lettrista parte dai giovani, dal loro “soulèvement”. I giovani sono i portatori dei nuovi bisogni, in tutti i campi, di una nuova sensibilità. Era la stessa base su cui Marinetti aveva costruito il movimento futurista, contro lo spirito delle mummie e dei musei, la noia mortale della cultura ufficiale.
La prima e più evidente manifestazione dei bisogni rivoluzionari dei giovani è poi la rivendicazione del valore della sessualità: Isou e gli isouiani scrivono romanzi erotici e pornografici non solo per fare qualche soldo. Guarda caso metà della produzione marinettiana è dedicata all’erotismo. Lo stesso “disprezzo della donna” va inteso, con Valentine de Saint-Pont, come una precisa esortazione all’emancipazione dall’asservimento innanzitutto sessuale, al coraggio di rivendicare i propri istinti e i propri bisogni, il desiderio e la libido avviliti dal sentimentalismo.
E’ questo lo sguardo e il punto di partenza: la rinnovazione parte da una autenticità di fondo, dal desiderio e dal bisogno, dalla fragilità e dalla violenza sovvertitrice di cui ciascuno è capace. Partendo da qui, nessun campo della conoscenza e dell’azione umana può essere escluso dalla rinnovazione, così è possibile inventare scienze e tecniche nuove, che Isou fa proliferare con nomi complicati e stranissimi ma filologicamente perfetti: non è anche questo un modo di ricostruire, come volevano i futuristi, non solo il mondo ma l’universo?
Infine, come Marinetti, Isou è andato oltre l’avanguardia. Il lettrismo e tutto il resto sono diventati maniera, il sollevamento della gioventù si fece situazionista e movimento studentesco per poi lentamente defluire fino ai giorni nostri nella modesta ricerca di un posto di lavoro. Isou rimane, anche lui, “fuori tempo-spazio” o nella dimensione “supertemporale” per usare un suo termine, dopo aver tentato tutto il tentabile.
Marinetti e Isou sono oltre e al di là dell’avanguardia, fuori dalla storia sempre più miserevole dell’arte e della letteratura, a ricordarci la necessità della creazione per non miseramente morire, e che la bellezza, la felicità che dà la produzione di un senso per noi e per tutti, non sono un gioco in cui non si rischia nulla, sono prima di tutto un impegno personale da pagare vivendo.
Un catalogo delle opere di Isou:
L’Arengario S.B., Al di là del Lettrismo: Isidore Isou attraverso i libri, 2010:
http://www.arengario.it/homepage/_hp-pdf/collezione-isou.pdf
Qui di seguito Isou nel prologo del suo primo film/manifesto lettrista Traité de bave et d’eternité che nel 1951 fece scandalo al Festival di Cannes: