Zang Tumb Tuuum (questo è il titolo corretto, riportato al frontespizio, non Zang Tumb Tumb come appare in copertina) è il primo libro parolibero nella storia della poesia e della tipografia. Marinetti lo pubblica nella primavera del 1914 dopo averne pubblicato frammenti su Lacerba e declamato brani ovunque in Europa e in Russia. Con le parole si giocava anche prima dell’invenzione della stampa, fino ad arrivare ad Apollinaire, ma niente somiglia a quello che esplode nel libro. L’unico precedente, il più somigliante pur nella diversità di intenti, è Un coup de dés… che Mallarmé concepisce nel testo e nella disposizione tipografica nel 1897 ma verrà pubblicato postumo, guarda caso, proprio nel 1914 da Gallimard.
Questo libro è anche il primo “libro d’artista”, se per libro d’artista intendiamo un libro la cui struttura fisica e composizione tipografica non siano un mezzo ma la sintesi in unica opera di molteplici istanze testuali e visuali. Con questo libro inizia la rivoluzione tipografica di cui il futurismo italiano è precursore nel mondo.
Il pretesto è l’assedio di Adrianopoli del 1912, un episodio di guerra. Guerra sola igiene del mondo, possibile che Marinetti fosse così coglione?
Una guerra-festa, un’orgia di segni e suoni che non vogliono significare altro che se stessi. Forse la guerra che Marinetti esalta non è quella che si fa con i cannoni. Forse ha qualcosa a che fare con l’amore, la vitalità, la volontà di superare un limite. Una guerra che non si vede, guerra-trasformazione che tocca a ogni uomo, se un uomo vuole conoscersi prima di andarsene dalla vita.
Questa è la voce di Marinetti che recita un brano del poema: