Calci e sputi e colpi di testa

Calci e sputi e colpi di testa

Una squadra che non c'è più. Chi se lo ricorda il Perugia degli anni Settanta, quello di Ilario Castagner rognoso come un cagnaccio di strada e meraviglioso quando la palla arrivava a Vannini o a Novellino. Quando segnava perfino Sollier. Sollier il comunista. Che nemmeno lui sapeva come mai l'avevano preso coi piedi che mamma gli aveva fatto. Sollier il primo a salutare col pugno chiuso gli amici della curva: ne fecero un'icona della politica con la P maiuscola, trasgressione…

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Pasolini e il calcio: una foto di Federico Garolla

Pasolini e il calcio: una foto di Federico Garolla

E.B.: Senza cinema, senza scrivere, che cosa le sarebbe piaciuto diventare? P.P.P.: Un bravo calciatore. Dopo la letteratura e l'eros, per me il football è uno dei grandi piaceri. («Enzo Biagi intervista Pier Paolo Pasolini», LA STAMPA, 4 gennaio 1973). «In Italia c'è un'eredità nobile nel rapporto tra poesia, letteratura e calcio. Penso ad uno come Pasolini. Non c'è niente che spieghi Pasolini quanto il suo modo di giocare a pallone. Io l'ho conosciuto a Roma, a Porta Portese, su…

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