IN EXTREMIS

IN EXTREMIS

Ho pubblicato il libro di un autore che non ho mai incontrato. L'ho pubblicato perché la sua scrittura era diversa. Senza direzione né scopo. L'autore si lasciava tradire dalla propria scrittura: ricostruiva il tempo perduto, ascoltava il proprio corpo, accavallava le date togliendo al tempo la gioia e il dolore, impedendo al dolore e alla gioia ancora possibili di cadere nel tempo. Un'opera di poesia nel tempo della vigliaccheria e della menzogna. Nel tempo in cui per la prima volta nella storia del mondo i giovani si sono piegati al volere dei vecchi, hanno servito il potere dei vecchi. Hanno protestato e protestano col consenso dei vecchi. Una scrittura che non cercava un pubblico. Piuttosto si offriva al pubblico senza vergogna: ma non senza prudenza. Cosa cerchiamo nelle storie degli altri, nei romanzi, nei versi? Cosa c'è di prezioso nelle scritture? C'è quanto di più indispensabile a vivere, e che sia questo tocca a ciascuno farne esperienza. Per i duri d'orecchio: le verità rivelate sono ipostasi di…

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Nota al convegno: «Fiume 1919-2019. Un centenario europeo tra identità, memorie e prospettive di ricerca»

Nota al convegno: «Fiume 1919-2019. Un centenario europeo tra identità, memorie e prospettive di ricerca»

Che ne sarà di questo centenario? Da Trieste a Palermo si annunciano mostre e commemorazioni ma il cuore rimane la casa del poeta, il Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera, dove per la prima volta, insieme a studiosi di tutto il mondo, sono stati accolti i rappresentanti della città di Fiume, oggi Rijeka. Così, dal 5 al 7 settembre, si è svolto il convegno internazionale di studi fiumani. Un convegno importantissimo perché per la prima volta studiosi italiani e croati hanno avviato la costruzione di una storia condivisa. Le conseguenze di questo approccio sono state da una parte l’acquisizione di nuovi materiali e prospettive di studio e dall’altra l’emergere di un nuovo “fare storiografico”, che va oltre le ragioni e il decorso dell’impresa dannunziana per investire l’attualità e il senso stesso della storiografia. Questo centenario non può celebrare un trionfo - che tocca di diritto a qualche vincitore - ma solo la grazia e la poesia che affida alla nostra…

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L’Almanacco Letterario Bompiani

L’Almanacco Letterario Bompiani

Almanaccare, fantasticare, predire il futuro: gettare uno sguardo oltre il presente, ficcare il naso nell’ignoto. Almanacchi ne sono sempre stati fatti dall’invenzione della stampa fino a oggi. La loro origine si trova nella cultura agricola e nel mondo oscuro della saggezza popolare, sono il primo tentativo di interpretare il ritmo delle stagioni spezzato da impreveduti ritardi, anticipazioni e disastri naturali. La cultura tutta ha radici agricole, viene dal bisogno realissimo di sopravvivere e di progettare un modo migliore di stare al mondo. C’è qualcosa che esprima la ragione e i molteplici aspetti della cultura meglio di un almanacco? Credo che L’Almanacco Letterario, pubblicato da Mondadori nel 1925, sia stato il prodotto più rappresentativo della cultura italiana dopo la guerra: la cultura che parlava di se stessa, cercando di assemblare arti, cronaca e scritture. Illustratori, artisti, scrittori, critici, saggisti, nessuno voleva restarne fuori: conosciuti o sconosciuti tutti volevano lasciare una traccia. Letteratura come costume, come modo d’essere, mezzo per comprendere il…

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Fluxpapers: libri e documenti dentro e attorno a Fluxus

Fluxpapers: libri e documenti dentro e attorno a Fluxus

L’ultima delle avanguardie nasce ufficialmente nel settembre del 1962 con la serie dei quattordici concerti del Fluxus International Festival Of Very New Music tenuti allo Stadtischen Museums di Wiesbaden.  Dice George Brecht: “Dopo tutto Fluxus è una parola latina che Maciunas ha disseppellito. Io non ho mai studiato latino. Se non fosse stato per Maciunas nessuno probabilmente avrebbe mai chiamato così qualcosa. Saremmo andati ciascuno per la propria via, come l’uomo che attraversa la strada col suo ombrello, e la donna che porta a passeggio il cane in un’altra direzione. Ciascuno avrebbe preso la propria strada e fatto le proprie cose: l’unico punto di riferimento per questo gruppo di persone che ammiravano i lavori gli uni degli altri e che, più o meno, si piacevano a vicenda era Maciunas. Quindi Fluxus,per quanto mi concerne, è Maciunas…” (George Brecht, «An Interview between George Brecht and Robin Page for Carla Liss», ART AND ARTISTS, London, 1972; trad. Caterina Gualco). In principio era…

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Io non dipingo io vivo: Sarenco, le avanguardie e Pablo Echaurren

Io non dipingo io vivo: Sarenco, le avanguardie e Pablo Echaurren

A Bologna nel palazzo di Re Enzo, dal 19 al 22 di questo settembre c'è la mostra di libri antichi e rari in occasione di Artelibro. E' una manifestazione che coinvolge tutto il centro della città con conferenze, spettacoli, mostre ed eventi collaterali al cui centro ci sono i libri: nuovi antichi rari d'arte d'artista  e non. Per la mostra abbiamo preparato un catalogo: Totally Sarenco. Sarenco è il poeta di Vobarno (provincia di Brescia) che fra le altre cose insieme a Carrega, Miccini, Pignotti e pochi altri si è inventato la poesia visiva. Il catalogo descrive in ordine cronologico il percorso di una vita, un poeta che s'è fatto artista per intervalla insaniae, citando il suo amato Lucrezio. Il nostro stand (il numero 30), l'ho progettato come una installazione al cui centro stanno un gruppo di sketchbooks - quaderni riempiti con disegni, collages, poesie, annotazioni di ogni genere, quotidiane, che Sarenco ha redatto fra il 2002 e il 2011.…

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Fortunato Depero Arte Vita

Fortunato Depero Arte Vita

  Il libro invidiato da Kurt Schwitters, quello che meglio rappresenta la rivoluzione tipografica moderna oblungo com’è coi suoi bulloni non sta in uno scaffale. Lo si dovrebbe posare su un cuscino, uno di quelli coloratissimi che Depero disegnava per la sua casa d’arte. Pubblicato nel 1927 in collaborazione con l’amico Fedele Azari, Depero futurista “libro-macchina imbullonato” è il fulcro di una raccolta di libri, immagini e documenti originali in cui Depero è protagonista. Il catalogo di questa raccolta, bullonato pure lui, lo presenteremo dal 15 al 17 marzo a Milano, Palazzo dei Giureconsulti, in occasione della mostra Libri antichi e di pregio a Milano, organizzata dall'ALAI Associazione Librai Antiquari d'Italia: saremo allo stand n. 38, ad accogliere gli amici e tutti coloro che avran voglia di farci visita. C’è per esempio una cartolina con timbro postale del 17 luglio 1915 che Depero spedisce dal Cadore, ritoccata a mano con elementi dinamici: trenta chilometri di marcia per arrivare al fronte…

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Federico Garolla una dolce vita

Federico Garolla una dolce vita

Nello studio di Federico Garolla, proprio dietro la scrivania, era appesa una foto. Nella foto sono raffigurati 5 personaggi attorno a un cartello con la scritta «I cinque candidati alla querela con devozione». I cinque sono Patellani, Giancolombo, Paolo Costa, Franco Fedeli e Federico Garolla, all’epoca in cui lavoravano per la neonata rivista Le Ore, nel 1953. Negli anni Settanta diventerà una delle più famose riviste pornografiche ma allora era fra i giornali che partendo dall’attualità cinematografica sconfinavano nella storia del costume. Chissà perché “candidati alla querela”. Loro erano i fotografi nuovi, quelli che succedevano agli sperimentatori degli anni Trenta, i fotografi che facevano i primi “reportages”, quelli che attraverso le immagini dovevano non più ritrarre persone e paesaggi ma illustrare la cronaca e la storia. E’ l’epoca del “realismo” in arte e in letteratura come nel cinema, ma è anche l’epoca in cui la moda italiana si impone al mondo e l’economia avanza verso il boom che sarà degli…

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Io viaggio solo con Munari. Le copertine di Munari per il Club degli Editori

Io viaggio solo con Munari. Le copertine di Munari per il Club degli Editori

Un libro al mese una copertina al mese. Per la collana che nata nel 1960 proponeva ristampe di libri da poco pubblicati, in una veste tipografica attraente a costi contenuti. Erano tutti rilegati in tela e dal 1960 al 1966 le sovraccopertine furono illustrate da Bruno Munari. Scorrendole una dopo l’altra si compie un viaggio nella grafica degli anni Sessanta e nella fantasia perché i titoli dei libri sono anche le chiavi di quelle opere d’arte quasi tutte in formato 21x27 cm. Si era alla vigilia del boom economico. Quei libri corrispondevano alle esigenze di chi non potendo permettersi edizioni lussuose poteva però aspirare a un minimo di decoro. Con quei libri i borghesi piccoli piccoli si portavano in casa una ricchezza d’arte che ai ricchi era ignota, rigorosamente offuscata da stupende edizioni di classici in carta india e illustrazioni perfettamente stampate di capolavori dei secoli passati. Grande Bruno Munari che hai portato la modernità con la sua bellezza nelle…

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L’arte di fare i caratteri – Art of making typefaces

L’arte di fare i caratteri – Art of making typefaces

Ogni epoca ha avuto i propri libri ma potremmo anche dire che ogni epoca ha avuto i propri caratteri tipografici, e così come gli autori di certi libri hanno espresso il meglio di un’epoca, allo stesso modo alcuni artisti creatori di caratteri diedero alle parole del loro tempo la forma più adeguata e comunicativa. Così il carattere Bodoni si assimila al Neo-classicismo, mentre il Futura riflette il gusto moderno del Bauhaus: ogni nuovo carattere tipografico nasce affinché un testo esplichi tutta la sua potenzialità. Tuttavia, mentre gli autori sono famosi e “classici”, i type-designers sono conosciuti solo da pochi esperti. Affascinati dalle idee ci dimentichiamo dei corpi, innamorati delle parole non prestiamo attenzione alle lettere, quelle con cui da bambini riempivamo le pagine dei quaderni e oggi non si usa più perché la bella calligrafia non è necessaria.  Ecco dunque un catalogo di caratteri tipografici: per quanto folle sia un pensiero le parole sottostanno a regole precise, quelle definite dal…

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Abitare è essere ovunque a casa propria

Abitare è essere ovunque a casa propria

C’è una riflessione di Ugo La Pietra che mi ha colpito molto, quando diceva che lui non ha avuto un posto in cui riconoscersi e riconoscere il proprio passato: nato in un paesino del Sud aveva sempre vissuto in città, a Milano. Come se la città non permettesse l’affondare delle radici e forzasse ciascuno a cercare un punto fermo in superficie. Per me è questa la ragione dell’esistenza della gramigna. Ho sempre avuto rispetto e curiosità per quei fili d’erbaccia che si stringevano all’orlo dei marciapiedi, che spuntavano alla base dei muri lungo le strade asfaltate, così comuni nei quartieri alla periferia di una città industriale negli anni Settanta. Un paesaggio che mescolava asfalto e terra, sassi e lastricati, alberi e filo spinato, muretti, cani randagi, escrementi, cemento, pozzanghere. Quel paesaggio nessuno mai lo ha cantato, nessuno mai ci ha visto gran che di speciale. Eppure quel paesaggio era percorso da una umanità straordinariamente vitale, quelli che tornano quando li…

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