“S-SPACE è un luogo non fisico di produzione, elaborazione e trasmissione di idee, processi, eventi, apparizioni, profezie, ricordi, situazioni, esistenze. S-Space è esperienza e catalogo per l’architettura concettuale, espansa, impossibile, immaginaria e riflessa. S-space è un sistema globale teorico-pratico di didattica sperimentale per l’affinamento di strategie mentali…“.
Il volantino è del marzo 1971. Nel novembre dello stesso anno, nella discoteca Space Electronic di Firenze vari gruppi dell’architettura radicale, utopica e immaginaria, dagli Ant Farm al gruppo 9999 e Superstudio, UFO, Gianni Pettena, Ugo La Pietra, Portola Institute, Giuseppe Chiari ecc. si daranno appuntamento in un “design happening” dove ciascuno porterà il proprio contributo di idee e di esperienze.
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Erano giovani, avevano in tasca milioni ma solo di idee, colori, arcobaleni. Si chiamavano Ettore Sottsass, Superstudio, Archizoom, 9999, UFO, Pettena, La Pietra, Dalisi, Mendini, Gaetano Pesce, Strum… Erano architetti e designers ma delle case e dei casalinghi non importava loro nulla, “il più grande progetto”, dicevano, “è progettarsi una vita intera sotto il segno della ragione”. L’architettura radicale è stata una breve folgorante stagione fra gli anni Sessanta e Settanta in cui per un momento è sembrato possibile costruire rapporti nuovi e significativi col mondo, la natura, gli altri. Non hanno costruito case o molto poche, ma hanno prodotto libri, manifesti, volantini, le tracce visibili dei loro pensieri.
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Abbiamo cercato e raccolto questi documenti in un catalogo Radical italiano nel quadro internazionale dell’architettura utopica e visionaria 1957 – 1982, abbiamo incontrato uno di loro, Adolfo Natalini del Superstudio, gli abbiamo portato via l’archivio con i bloc-notes che lui e i suoi amici riempivano di schizzi, disegni, scritte: il laboratorio dove si formavano le loro idee. Ne vennero fuori altri due cataloghi, uno dedicato solo alla bibliografia di Natalini: Adolfo Natalini. Dal Superstudio all’architettura di resistenza, l’altro ai documenti del suo archivio: Architettura Radicale. Adolfo Natalini e il Superstudio. Stampati, quaderni e disegni provenienti dall’archivio Natalini. Con una scelta di libri e di riviste. Mescolando immagini e soldi, quei cataloghi mettevano insieme momenti felici e conservavano la memoria di “un grande futuro” ci scrisse Natalini, “che ci siamo lasciati dietro le spalle”.
Quel futuro sta oggi in larga parte al Centre Pompidou o alla Beinecke Library dell’Università di Yale, per dirne due, in Italia no.
C’è un blog dedicato all’architettura radicale ricchissimo di notizie, filmati e immagini:
http://architetturaradicale.blogspot.com/
Qui invece il trailer di un film sul Superstudio, con interventi di Toraldo di Francia, Adolfo Natalini e altri: