“1. Convincere i giovani compositori a disertare Licei, Conservatori e Accademie musicali, e a considerare lo studio libero come unico mezzo di rigenerazione. 2. Combattere con assiduo disprezzo i critici (…). 3. Astenersi dal partecipare a qualunque concorso con le solite buste chiuse e le relative tasse d’ammissione, denunziandone pubblicamente le mistificazioni e svelando l’incompetenza delle giurie, generalmente composte di cretini e rammolliti. 10. Combattere le romanze del genere Tosti e Costa, le stomachevoli canzonette napoletane e la musica sacra, che non avendo alcuna ragione di essere, dato il fallimento della fede, è diventata monopolio esclusivo d’impotenti rettori di Conservatorio e di qualche prete incompleto…“.
Il volantino viene sottoscritto anche dai “poeti futuristi” F.T. Marinetti, G.P. Lucini, Paolo Buzzi, Federico De Maria, Enrico Cavacchioli, Aldo Palazzeschi, Corrado Govoni, Libero Altomare, Luciano Folgore, G. Carrieri, M. Bètuda, G. Manzella Frontini, E. Cardile, Armando Mazza; e da “I Pittori Futuristi”: Umberto Boccioni, C.D. Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla, Gino Severini. Al verso è stampata la dicitura: “NB. – Balilla Pratella pubblicherà tra un mese il Manifesto tecnico della Musica Futurista”.
Qui devo rimarcare un errore presente nella mia bibliografia I manifesti del futurismo italiano 1909-1945, (Gussago, Edizioni dell’Arengario, 2011; pag. 21, n. 22.2): proprio a causa di quella dicitura avevo erratamente considerato questo volantino come la seconda edizione, datandola “novembre 1911”.
Pur dando per fittizia la dichiarazione della pubblicazione per il mese successivo, mi sembrava logico che fosse stata apposta dopo l’ottobre del 1910. Mi sbagliavo, sia nella determinazione dell’edizione che della data, e la soluzione del dilemma stava sotto i miei occhi, sarebbe bastato leggere con attenzione i nomi dei sottoscrittori: nell’edizione che consideravo come seconda era presente il nome di Federico De Maria, che di lì a poco avrebbe abbandonato il movimento futurista. Guarda caso, nell’edizione che consideravo come prima, il nome di Federico De Maria NON c’era! Torneremo più avanti su questo equivoco, ora importa stabilire una volta per tutte che la prima edizione del manifesto è quella CON la dicitura “NB. – Balilla Pratella pubblicherà tra un mese il Manifesto tecnico della Musica Futurista”.
Pertanto l’edizione che consideravo come prima è in realtà la terza e la datazione deve essere collocata non in novembre o dicembre 1910 ma come minimo a fine marzo o aprile 1911. Perché? Perché il fatidico nome di Federico De Maria è presente anche nella prima edizione del Manifesto tecnico (di cui parleremo dopo), redatto l’11 marzo 1911, e sparirà solo nell’edizione successiva dell’aprile (o forse maggio) 1911.
Infine la quarta edizione, senza data, esce tra la fine del 1911 e l’inizio del 1912. E’ la prima pubblicata con la dicitura “Direzione del movimento futurista”, e riproduce pari pari la terza, con grafica modificata e l’aggiunta di altri sottoscrittori.
. Qualche mese dopo la pubblicazione del Manifesto dei Musicisti Futuristi, Pratella pubblica La Musica futurista. Manifesto tecnico, con data di redazione 11 marzo 1911. Il manifesto viene sottoscritto anche da “I Poeti Futuristi”: F.T. Marinetti, G.P. Lucini, Paolo Buzzi, Federico De Maria, Enrico Cavacchioli, Aldo Palazzeschi, Corrado Govoni, Libero Altomare, Luciano Folgore, G. Carrieri, M. Bètuda, G. Manzella Frontini, E. Cardile, Armando Mazza, Auro D’Alba; e da “I Pittori Futuristi”: Umberto Boccioni, C.D. Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla, Gino Severini:“Noi futuristi proclamiamo quale progresso e quale vittoria dell’avvenire sul modo cromatico atonale, la ricerca e la realizzazione del modo enarmonico. Mentre il cromatismo ci fa unicamente usufruire di tutti i suoni contenuti in una scala divisa per semitoni minori e maggiori, l’enarmonia, col contemplare anche le minime suddivisioni del tono, oltre al prestare alla nostra sensibilità rinnovata il numero massimo di suoni determinabili e combinabili, ci permette anche nuove e svariate relazioni di accordi e di timbri“.
Questa prima edizione è riconoscibile, anche in questo caso, per la presenza fra i sottoscrittori di Federico De Maria.
Poco dopo esce una seconda edizione, modificata con l’aggiunta della frase:“Siamo dunque alla finestra di un manicomio glorioso, mentre dichiariamo senza esitare che…“.
Il manifesto viene sottoscritto anche da “I Poeti Futuristi”: F.T. Marinetti, G.P. Lucini, Paolo Buzzi, Enrico Cavacchioli, Aldo Palazzeschi, Corrado Govoni, Libero Altomare, Luciano Folgore, G. Carrieri, M. Bètuda, G. Manzella Frontini, E. Cardile, Armando Mazza, Auro D’Alba; e da “I Pittori Futuristi”: Umberto Boccioni, C.D. Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla, Gino Severini. Come si può notare, questa seconda edizione è riconoscibile anche per l’assenza del nome di Federico De Maria fra i sottoscrittori.
“1. Il faut concevoir la mélodie comme une synthèse de l’harmonie, en considérant les définitions harmonique de majeur, mineur, augmenté et diminué comme de simples accessoires d’un unique mode chromatique atonal. 2. Considérer l’enharmonie comme une conquête magnifique du futurisme…“.
Questa terza edizione del manifesto tecnico non ha una corrispondente traduzione italiana, e viene redatta in due versioni, la prima con dicitura “Bureaux de Poesia” datata 11 maggio 1911, l’altra con dicitura “Direction du Mouvement Futuriste” datata 29 marzo 1911 ma in realtà del novembre/dicembre 1911 (Paolo Tonini, I manifesti del futurismo italiano 1909-1945, Gussago, Edizioni dell’Arengario, 2011; pag. 24, nn. 30.3 e 30.5). Rispetto a quella italiana l’edizione in francese ha la particolarità di riassumere e rielaborare in unico manifesto sia i principi teorici che tecnici. E’ da notare che in calce non compaiono altri sottoscrittori, probabilmente per mancanza di spazio.
Contemporaneamente alla seconda versione del Manifeste des Musiciens futuristes, nel novembre/dicembre 1911, viene pubblicata una quarta edizione del manifesto tecnico, che riproduce però fedelmente la seconda, in lingua italiana, quella in cui è aggiunta la frase “siamo dunque alla finestra di un manicomio glorioso, mentre dichiariamo senza esitare che…“. Rispetto alla seconda, questa quarta edizione reca una schiera più fitta e articolata di sottoscrittori: F.T. Marinetti, Paolo Buzzi, Aldo Palazzeschi, Enrico Cavacchioli, Corrado Govoni, Libero Altomare, Luciano Folgore, G. Carrieri, G. Manzella Frontini, Mario Bètuda, Aura [sic!] D’Alba, Armando Mazza, Dinamo Correnti, Francesco Cangiullo (per la sezione POESIA); Umberto Boccioni, C.D. Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla, Gino Severini, (sezione PITTURA); Balilla Pratella (MUSICA); Umberto Boccioni (SCULTURA); Valentine de Saint-Pont (AZIONE FEMMINILE); Luigi Russolo (ARTE DEI RUMORI).
E questo non era che l’inizio.