MARCONI Officine Marconi
(Genova 1906 - Genova 2006)
Il marconifono. Catalogo esplicativo degli apparecchi radioriceventi per dilettanti e studiosi costruiti nelle Officine Marconi di Genova
Luogo: Genova
Editore: Officine Marconi
Stampatore: Stabilimenti Alterocca - Terni
Anno: 1923 (giugno)
Legatura: brossura a due punti metallici
Dimensioni: 24,5x17 cm.
Pagine: pp. 43 (1)
Descrizione: copertina illustrata a colori di autore non identificato, firmata "G.R.C." Opuscolo interamente illustrato con immagini fotografiche b.n. dei luoghi di produzione e degli apparecchi in vendita. Design e impaginazione di autore anonimo. Catalogo pubblicitario originale.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 40ORDINA / ORDER
"La Marconi Italiana è fondata nel 1906, come ramo italiano della Marconi's Wireless Telegraph and Co., con la originaria denominazione sociale di Officine Marconi, nel quadro dell'azione pionieristica di Guglielmo Marconi nel campo delle comunicazioni senza filo. I campi su cui agì la Marconi's Wireless nei primi decenni del XX secolo furono spesso sulla frontiera tecnologica e riguardarono la realizzazione di stazioni di trasmissione e di ricezione radio, sia fisse, sia mobili, la produzione di valvole termoioniche, ricerche anticipatrici sul radar e sui sistemi a microonde.
Genova fu a lungo l'unica sede della Officine Marconi, stabilite originariamente presso il Molo Giano, dove veniva curata l'installazione dei ricetrasmettitori a bordo delle navi della Marina Militare.
Quando l'Italia entrò in guerra, la Marconi Italiana e le imprese controllate, furono requisite e cedute nel 1942 alla San Giorgio di Attilio Odero. Nel dopoguerra, la Marconi's Wireless Telegraph. chiese di annullare il precedente provvedimento di confisca e di rientrare in possesso degli stabilimenti italiani. Tuttavia, la San Giorgio tentò di non perdere il controllo su tecnologie e competenze importanti. Si arrivò così tra il 1948 e il 1949 alla costituzione di una nuova società, la Marconi Società Industriale, controllata per il 48 % dalla San Giorgio, per un altro 48 % dalla Marconi's Wireless e per il 4 % dalla Società Italiana Marconi, controllata anch'essa dagli inglesi. Questa configurazione rimase tale sino al 1953, quando San Giorgio, fusasi nel frattempo con la divisione elettrotecnica dell'Ansaldo, passò la sua partecipazione in Marconi valutata 600 milioni direttamente a Finmeccanica.
Nel 1959 Marconi Italiana tornò completamente nelle mani della Marconi's Wireless.
A partire dai primi anni settanta, Marconi conobbe una fase di espansione sia nel mercato interno che in quello estero.Frattanto proprio nel 1970, la Marconi's Wireless, proprietaria di Marconi Italiana, era entrata a far parte della galassia General Electric, una delle imprese più importanti del mondo, con interessi molto diversificati. In effetti l'andamento del fatturato e degli utili dai primi anni settanta sino agli anni novanta non conosce battute d'arresto. Nel 1998, all'apice della fase di crescita, Marconi Italiana era considerata da analisti ed esperti una sorta di piccolo miracolo nazionale in un settore nel quale, dagli anni sessanta in poi, l'Italia non aveva brillato. Proprio in quell'anno, però, Marconi Italiana fu oggetto di un'ampia riorganizzazione da parte della General Electric. Furono scorporate le attività relative ai sistemi elettronici e alla difesa e furono costituite diverse società, con l'intento di cavalcare il rapido sviluppo della new economy: la Marconi Communications, che produceva sistemi di telecomunicazione per compagnie di telecomunicazioni e imprese; la Marconi Mobile, destinata ad entrare nel mercato della telefonia mobile; la Marconi Services, che forniva servizi di consulenza per la progettazione di reti di telecomunicazioni. Il crollo dei valori delle dot.com e la temporanea battuta d'arresto della cosiddetta new economy, però, inflissero un pesantissimo colpo alle prospettive della Marconi. Il crollo dei valori azionari implicò il drastico ridimensionamento delle unità italiane ed aprì la porta alla cessione di molte unità operative, comprese quelle genovesi e italiane. Nel 2002 Finmeccanica rilevò Marconi Mobile, che confluì in Selex Communications, mentre nel 2005-2006 la maggior parte delle attività, comprese un'ampia parte di quelle esistenti a Genova, furono rilevate dal gigante svedese Ericsson". (Roberto Tolaini)