SOTTSASS Ettore jr.
(Innsbruck 1917 - Milano 2007)
Adamo ed Eva [Promemoria per uomini di governo, politici in genere, per generali, colonnelli e vari, per teorici e moralizzatori]
Luogo: Milano
Editore: Edizioni Jabik Arte Moltiplicata, "Edizioni artisti contemporanei n. 4"
Stampatore: senza indicazione dello stampatore
Anno: 1974 (giugno)
Legatura: poster stampato al recto e al verso
Dimensioni: 75x55 cm.
Pagine: N. D.
Descrizione: "rotoflessografia" a colori di Ettore Sottsass jr. Al retro un lungo testo senza titolo di Ettore Sottsass con 10 immagini fotografiche in bianco e nero, e un testo di Lea Vergine sull'arte moltiplicata intesa come "opera d'arte di autore arte alla portata di tutte le borse". Design e impostazione grafica di Tiger Tateishi, che firma a stampa il disegno di Sottsass ("Tiger pinxit da Van der Goes"). Tiratura dichiarata di 10.000 esemplari. Edizione originale. Esemplare con alcune abrasioni ai margini
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 500ORDINA / ORDER
"Questa immagine non è una riproduzione. È un'opera d'arte moltiplicata realizzata utilizzando una matrice appositamente concepita dall'autore per un'edizione a tiratura illimitata. Lo spazio di questo «foglio» è suddiviso in varie parti: la zona superiore è riservata all'artista, che può così sviluppare e aggiungere, al messaggio contenuto nell'immagine proposta come opera, delle riflessioni e delle considerazioni per una migliore comprensione della sua attività creativa".
"Un figlio del secolo come me, senza nome né persona, ha visto gli alberi appassire, ha visto il cielo svanire e il mare annerire, ha visto i muri bianchi sporrcarsi di catrame e porte scardinate dalle cerniere, ha visto gli orizzonti sgretolarsi e le pianure invase da lamiere di ferro arrugginite, ha visto eserciti briciare la terra e bambini carbonizzati nei fossi, ha visto donne piangenti e vecchi in fuga, ha visto cose crescergli intorno piano piano, senza capire mai che cosa stava succedendo, riuscendo soltanto a capire, ogni volta che capiva, che certamente era troppo tardi per aver capito, riuscendo caso mai a capire che ogni proposta sarebbe stata distrutta e ogni tentativo sarebbe stato soffocato, che ogni ferita sarebbe rimasta aperta: che ogni morte sarebbe rimasta oscura. Un figlio del secolo come me, forse, ha finito per capire soltanto queste cose; capire, forse, che i destini hanno perduto l'antica misura e l'antica forma, non hanno più né misura né forma e i poteri non hanno più nome né faccia, forse perché in questo sacro diritto al possesso, in questa globale corsa alla sopravvivenza, perduti a correre comunque e dovunque tra sterpi e paludi, autostrade e piazze, immagini e suoni, parole e richiamo, allettamenti e disfatte, anche le mete hanno perso la loro figura, sono coperte di nebbia..." (dal testo al retro di Ettore Sottsass jr.).
"Un figlio del secolo come me, senza nome né persona, ha visto gli alberi appassire, ha visto il cielo svanire e il mare annerire, ha visto i muri bianchi sporrcarsi di catrame e porte scardinate dalle cerniere, ha visto gli orizzonti sgretolarsi e le pianure invase da lamiere di ferro arrugginite, ha visto eserciti briciare la terra e bambini carbonizzati nei fossi, ha visto donne piangenti e vecchi in fuga, ha visto cose crescergli intorno piano piano, senza capire mai che cosa stava succedendo, riuscendo soltanto a capire, ogni volta che capiva, che certamente era troppo tardi per aver capito, riuscendo caso mai a capire che ogni proposta sarebbe stata distrutta e ogni tentativo sarebbe stato soffocato, che ogni ferita sarebbe rimasta aperta: che ogni morte sarebbe rimasta oscura. Un figlio del secolo come me, forse, ha finito per capire soltanto queste cose; capire, forse, che i destini hanno perduto l'antica misura e l'antica forma, non hanno più né misura né forma e i poteri non hanno più nome né faccia, forse perché in questo sacro diritto al possesso, in questa globale corsa alla sopravvivenza, perduti a correre comunque e dovunque tra sterpi e paludi, autostrade e piazze, immagini e suoni, parole e richiamo, allettamenti e disfatte, anche le mete hanno perso la loro figura, sono coperte di nebbia..." (dal testo al retro di Ettore Sottsass jr.).