BISOGNA CREARE Settimanale dell’Arte Fascista diretto da Lino Cappuccio
Bisogna Creare - Anno II n. 11
Luogo: Milano
Editore: N. D.
Stampatore: Lito-Tipografia E. Pellegatta
Anno: 1935 (20 gennaio)
Legatura: N. D.
Dimensioni: 1 fascicolo 50x35 cm.
Pagine: pp. 2 (di 4)
Descrizione: 1 vignetta al tratto n.t. («Dal passatisno... al futurismo»). Esemplare mancante delle pp. 3 e 4.
Bibliografia: Claudia Salaris, «Riviste futuriste. Collezione Echaurren Salaris», Pistoia, Gli Ori, 2012: pp. 134-135
Prezzo: € 150ORDINA / ORDER
Settimanale diretto da Lino Cappuccio che eredita il precedente NUOVO FUTURISMO continuandone la numerazione, oltre che la linea alternativa al futurismo marinettiano. Inizia dunque con l'anno II n. 11, del 20 gennaio 1935, e finisce col n. 14 del 17 febbraio, per un totale di soli 4 fascicoli. «Nuovo Futurismo» vi compare come supplemento a partire dal n. 12 (27 gennaio 1935).

Testi di F.T. Marinetti («E' futurista nella vita - E' futurista nell'arte»; Lino Cappuccio («Bisogna creare»); Angelo Bielli, Arminio Randagio.

"E' futurista nella vita: 1. Chi ama la vita, l'energia, la gioia, la libertà, il progresso, il coraggio, la novità, la prosperità, la velocità. 2. Chi agisce giocondamente rivolto sempre al domani, senza rimorsi, senza pedanterie, senza falsi pudori, senza misticismi e senza malinconie. 3. Chi sa passare con disinvoltura elastica dalle occupazioni più gravi alle distrazioni più allegre; chi ama la vita all'aria aperta, lo sport, la ginnastica, e cura ogni giorno la forza agile del proprio corpo. - E' futurista nell'arte: 1. Chi pensa e si esprime con originalità, forza, vivacità, entusiasmo, chiarezza, semplicità, agilità e sintesi. 2. Chi odia i ruderi, i musei, i cimiteri, le biblioteche, il culturalismo, il professoralismo, l'accademismo, l'imitazione del passato, il purismo, le lungaggini e le meticolosità. 3. Chi vuole svecchiare, rinvigorire e rallegrare l'arte italiana, liberandola dalle imitazioni del passato, dal tradizionalismo e dall'accademismo e incoraggiando tutte le creazioni audaci dei giovani" (F.T. Marinetti, pag. 2).