EROSTRATO Non.Gruppo
[dal 1973: FRAZIONE CLANDESTINA; dal 2004: FORNITURE CRITICHE] (Roma 1970)
Appunti per Erostrato
Luogo: s.l. (Roma)
Editore: s. ed. [Non.gruppo Erostrato]
Stampatore: senza indicazione dello stampatore
Anno: 1970 [novembre]
Legatura: foglio impresso al solo recto
Dimensioni: 50x33,5 cm.
Pagine: N. D.
Descrizione: stampa in bianco e viola. Poster delle 3 mostre personali (Roma, Libreria Ferro di Cavallo: Carmelo Romeo dal 14 al 25 novembre; Luciano Trina dal 26 novembre al 7 dicembre; Marco Vinicio Carelli dal 9 al 17 dicembre 1970). Esemplare non ripiegato e in eccellenti condizioni, con timbro originale al verso «Forniture critiche». Edizione originale.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 250ORDINA / ORDER
Testo: "L'umanità che in Omero era uno spettacolo per gli dei dell'Olimpo ora lo è diventata per se stessa. La sua autoestraniazione ha raggiunto un grado che le permette di vivere il proprio annientamento come un godimento estetico di primordine. Questo è il senso dell'estetizzazione della politica che il fascismo persegue. Il comunismo gli risponde con la politicizzazione dell'arte (Da Walter Benjamin)".

"- (Nicolas Martino): Nel 1970 fondate il «non gruppo Erostrato» che rimane attivo fino al 1975. Perché il riferimento al noto incendiario della Grecia antica, e qual era l’impostazione del lavoro che portavate avanti? - (Carmelo Romeo): La tradizionale sentenza che ha trattato Erostrato come un criminale che voleva immortalare il proprio nome nella storia quadra troppo con il radicato senso di venerazione verso l’arte e l’individualismo di epoche più recenti per non diffidarne. Erostrato ci è piaciuto vederlo come un pastore che sulla spianata del tempio voleva solo farci pascolare le pecore, da sacrificare magari agli uomini, mai più agli Dei; un rivoluzionario, insomma, cioè un demolitore di forme. E così, con l’aggiunta di Erostrato ai classici Prometeo e Spartaco guadagnavamo l’iconoclastia e il proposito di procedere fino a criticare noi stessi. Ma intanto bisognava avere tra le mani l’oggetto su cui esercitare l’analisi, e allora uno ci provava con la pittura o la scultura. [...]. - (Nicolas Martino): Qual era, soprattutto a Roma, la scena dell’arte negli anni Settanta, e come vi collocavate singolarmente e come gruppo rispetto a essa? - (Luciano Trina): C’era chi orbitava attorno alla Tartaruga, all’Attico di Sargentini o alla Salita di Liverani. Poi giravano ancora quei pittori sindacalizzati che facevano del realismo in onore dei partiti socialisti o comunisti nazionalpopolari, e che dopo il ’68 pensavano di aver ancora qualcosa da dire anche da morti. Tutti indistintamente restavano attenti agli spifferi delle segreterie politiche. Nomi e vicende sono noti. Anche se molto di tutto questo si svolgeva nell’area di Piazza del Popolo, dove alcuni di noi vivevano, ci si poteva pure incontrare casualmente, poi ognuno tirava via. - (Carmelo Romeo): Non si può dire, e non l’abbiamo mai detto, che eravamo un «gruppo» per come lo si intende comunemente. Eravamo in cinque, una specie di pattuglia che si era aggregata per caso e che procedeva senza collegamenti. Ognuno metteva in comune con gli altri le risorse di cui disponeva, sia teoriche che lavorative..." (Nicolas Martino, «Il lavoro di Erostrato. Intervista a Carmelo Romeo e Luciano Trina» OPERAVIVA MAGAZINE, 17 novembre 2016).