DENIS Alain
(Parigi 1941)
Bella cucina del Prof. Bistrò Buffet. Prefazione di Claude Lévi-Strauss
Luogo: Milano
Editore: Gabriele Mazzotta Editore - "I libri del Male 2"
Stampatore: STIGE - Torino
Anno: 1979 (30 giugno)
Legatura: brossura
Dimensioni: 19x11 cm.
Pagine: pp. 126-(2)
Descrizione: copertina illustrata con un disegno a colori e 66 disegni nel testo di carattere erotico e satirico di Alain Denis, Carlo Cagni, Giuliano, Cinzia Leone, Gaetano Liberatore, Andrea Pazienza (pag. 44), Filippo Scozzari, Enzo Sferra, Roland Topor. Prefazione di Claude Lévi-Strauss: "Adattamento dal semifrancese in semitaliano di Dario Fiori e Vincenzo Sparagna". I disegni accompagnano le ricette e le divagazioni erotico gastronomiche dell'autore. Prima edizione.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 40ORDINA / ORDER
"«Bistrot-Buffet» è lo pseudonimo del professor René Buffet, studioso di Entomologia applicata e autore di numerosi saggi specialistici come «Les insectes commestibles»; «Les habitudes erotiques du Disticus Marginalis», «La famille des Polhifaga»..." (dalla quarta di copertina).
"...In quella calma spettrale, il cui silenzio era esaltato dal ritmo affannato dei motori, Buffet - giovane, abbronzato, la corta barba bionda ben pettinata - preparava le sue classiche supreme di pollo con la medesima cura che avrebbe se, invece di trovarsi su un battello a centinaia di miglia dalla costa africana, fosse in una tranquilla cucina parigina. Eternamente lindo, le camicie di un bianco immacolato, passava le sue giornate trafficando nel suo "studio" tra bestie sgozzate, porri tagliati, spremute di pomodoro fresco, aprendo e chiudendo i molti vasetti d'erbe aromatiche che aveva portato a bordo nella sua grande valigia nera di cuoio olandese foderata di affilati coltelli da carne. Buffet trattava i cibi con lo stesso impegno con cui Breton trattava la poesia, Serge la rivoluzione, io i miei taccuini d'etnografo..." (Claude Lévi-Strauss).
"...In quella calma spettrale, il cui silenzio era esaltato dal ritmo affannato dei motori, Buffet - giovane, abbronzato, la corta barba bionda ben pettinata - preparava le sue classiche supreme di pollo con la medesima cura che avrebbe se, invece di trovarsi su un battello a centinaia di miglia dalla costa africana, fosse in una tranquilla cucina parigina. Eternamente lindo, le camicie di un bianco immacolato, passava le sue giornate trafficando nel suo "studio" tra bestie sgozzate, porri tagliati, spremute di pomodoro fresco, aprendo e chiudendo i molti vasetti d'erbe aromatiche che aveva portato a bordo nella sua grande valigia nera di cuoio olandese foderata di affilati coltelli da carne. Buffet trattava i cibi con lo stesso impegno con cui Breton trattava la poesia, Serge la rivoluzione, io i miei taccuini d'etnografo..." (Claude Lévi-Strauss).