LA PIETRA Ugo
(Bussi sul Tirino, Pescara 1938)
Bottega Altre Cose [Cilindri per abiti]
Luogo: (Milano)
Editore: N. D.
Stampatore: N. D.
Anno: 1969 [ma 1967]
Legatura: N. D.
Dimensioni: 42x29,7 cm.
Pagine: N. D.
Descrizione: disegno originale a matita su lucido, titolato, erratamente datato "1969" e firmato dall'autore.
Bibliografia: vedi: Ugo La Pietra, «Abitare la città. Ricerche, interventi, progetti nello spazio urbano dal 1960 al 2000», Torino, Umberto Allemandi, 2011; pp. 78-79. Il progetto per la Boutique «Altre cose» è erratamente datato 1969, come risulta evidente sia dalla pubblicazione del relativo manifesto che dall'articolo di Tommaso Trini in DOMUS n. 460, marzo 1968
Prezzo: € 900ORDINA / ORDER
La boutique «Altre cose» di Nuccia Fattori fu inaugurata a Milano il 19 giugno 1967: "Uno dei primi esempi di «tipologia contaminata»: la boutique Altre Cose era collegata e viveva in rapporto alla prima discoteca milanese il «Bang Bang»... Uno straordinario ambiente programmato, un ambiente-strumento, in cui gli effetti ottici, e sonori, e i movimenti elettronici delle parti, trasformano il funzionamento in gioco, un gioco in cui il visitatore stesso partecipa e contribuisce. Una piattaforma mobile, con motore elettrico, racchiusa da un involucro trasparente in materiale acrilico, corre su un piano inclinato: trasporta le persone, due per volta, , dalla sottostante «cave» del «Bang Bang» alla boutique: portata: Kg. 200; velocità 0,25 m. al secondo..." (Tommaso Trini, «Un architetto per vestire la moda. La boutique Altre Cose a Milano» DOMUS n. 460, marzo 1968).

"La boutique «Altre cose» viveva il giorno e la notte in quanto dal sottostante locale notturno «Bang Bang» (prima discoteca milanese) vi si poteva accedere attraverso una capsula-ascensore che portava in una grande sala espositiva. La sala era completamente vuota: tutti gli espositori di merci (grandi contenitori cilindrici in metacrilato trasparente) erano appesi al soffitto. Da un quadro- comandi il visitatore poteva selezionare uno o più cilindri e azionando il pulsante faceva scendere l'espositore" (Ugo La Pietra, «Abitare la città. Ricerche, interventi, progetti nello spazio urbano dal 1960 al 2000», Torino, Umberto Allemandi, 2011; pag. 78).

Per l'occasione fu pubblicato un manifesto disegnato da La Pietra e sottoscritto da Aldo Jacober, Ugo La Pietra e Paolo Rizzatto, che illustrava la realizzazione della struttura.