L'ARENGARIO STUDIO BIBLIOGRAFICO - Dott. Paolo Tonini
Futurismo in Italia - 13. Retorica del colonialismo. La guerra l’Impero le sanzioni l’autarchia (1935 - 1936)
Luogo: Cellatica
Editore: L'Arengario Studio Bibliografico, "Storia Documentaria del Futurismo in Italia - 13"
Stampatore: prodotto in propro
Anno: 2024 (21 agosto)
Legatura: brossura
Dimensioni: 29,7x21 cm.
Pagine: pp. VIII - 104 (4)
Descrizione: copertina illustrata a colori con il particolare di un affiche di Walter Roveroni («Prodotti italiani», 1936). Catalogo interamente illustrato a colori, 104 schede ragionate, a cura e con testo introduttivo di Paolo Tonini («Futurismo ai margini» / «Futurism on the Sidelines»). Edizione digitale.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: N. D.ORDINA / ORDER
"Ma i futuristi? Marinetti partito volontario per la guerra, era fra i sostenitori tanto dell’idea imperiale che della superiorità del genio italiano. Inneggiavano al Duce senza riserve, per la gran parte erano iscritti alla Confederazione Fascista dei Professionisti e degli Artisti, tuttavia la propaganda ministeriale non annovera nessuno di loro fra i propri principali creatori. Le immagini più diffuse sono quelle di Metlicovitz, Dudovich, Roveroni, Boccasile e altri artisti capaci di modulare le istanze futuriste e moderniste sull’immaginario popolare. Sono presenti nelle grandi mostre (La Quadriennale di Roma, la Biennale di Venezia, la seconda mostra di Plastica Murale), le loro opere vengono acquisite da alcuni enti pubblici ma gli artisti “passatisti”, figurativi e realisti tanto quanto gli scrittori, erano molto più adeguati all’estetica del regime. In quel momento c’era in tutti il sentimento dell’orgoglio nazionale e la convinzione di magnifiche sorti e progressive, l’orrore doveva ancora venire. I futuristi continuavano a produrre immagini e testi che non avevano alcuna presa se non sui giovani che ne imitavano lo stile e le forme nei propri giornali (tipici i numeri unici universitari)" (dal testo introduttivo).

"But what about the Futurists? Marinetti, volunteered for the war, was among the supporters of both the imperial idea and the superiority of Italian genius. They enthusiastically praised the “Duce”, most of them being members of the Fascist Confederation of Professionals and Artists. However, the ministerial propaganda did not count any of them among its primary creators. The most widespread images were those by Metlicovitz, Dudovich, Roveroni, Boccasile, and other artists capable of blending Futurist and Modernist ideas with popular imagery. They were present in major exhibitions (such as the Rome Quadriennale, the Venice Biennale, and the second Mural Plastic Arts exhibition), their works were acquired by some public institutions, but figurative and realist “passatisti” along with traditionalist writers, were much more aligned with the regime's aesthetic".

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