FOLGORE Luciano
[Omero Vecchi] (Roma 1888 - Roma 1966)
Il Canto dei Motori
Luogo: Milano
Editore: Edizioni Futuriste di Poesia
Stampatore: Tipo-Litografia Ripalta - Milano
Anno: 1912 [luglio]
Legatura: brossura
Dimensioni: 19x16,2 cm.
Pagine: pp. 208
Descrizione: copertina con titoli in rosso su fondo bianco. Poesie. Menzione fittizia del migliaio. Prima edizione.
Bibliografia: Claudia Salaris, «Bibliografia del Futurismo», Roma, Biblioteca del Vascello, 1988: pag. 38
Prezzo: € 280ORDINA / ORDER
Il libro viene recensito da Arturo Calza sul GIORNALE D'ITALIA del 21 luglio 1912. Un corposo estratto dall'articolo viene poi pubblicato anche in volantino: «Il poeta futurista Luciano Folgore giudicato dal «Giornale d'Italia», (Milano), s.d. [luglio 1912].
"La serie di metafore, che al Folgore serve per precisare, definire, caratterizzare la molteplicità delle occorrenze di un dato fattuale, nel «Canto dei motori» compone un sistema iconologico in progressione, un «quadro dinamico», tanto nelle forme del discorso sintatticamente articolato, che nel caso delle serie di sequenze sintagmatiche ridotte, rostrette, contratte... L'arco tematico, in questi «inni futuristi», tocca tutti o quasi i punti del programma futurista: materie prime, forze di trasformazione, ordigni bellici, scorci urbani, navigazione aerea, e le modalità pure, verso libero, assunzione del «noi»" (Glauco Viazzi, «I poeti del futurismo 1909-1944», Milano, Longanesi, 1978; pag. 189).
"La serie di metafore, che al Folgore serve per precisare, definire, caratterizzare la molteplicità delle occorrenze di un dato fattuale, nel «Canto dei motori» compone un sistema iconologico in progressione, un «quadro dinamico», tanto nelle forme del discorso sintatticamente articolato, che nel caso delle serie di sequenze sintagmatiche ridotte, rostrette, contratte... L'arco tematico, in questi «inni futuristi», tocca tutti o quasi i punti del programma futurista: materie prime, forze di trasformazione, ordigni bellici, scorci urbani, navigazione aerea, e le modalità pure, verso libero, assunzione del «noi»" (Glauco Viazzi, «I poeti del futurismo 1909-1944», Milano, Longanesi, 1978; pag. 189).