PALAZZESCHI Aldo
[Aldo Giurlani] (Firenze 1885 - Roma 1974)
Il codice di Perelà. Romanzo futurista
Luogo: Milano
Editore: Edizioni Futuriste di Poesia
Stampatore: Poligrafia Italiana - Milano
Anno: 1911 [marzo]
Legatura: brossura
Dimensioni: 18,2x12,3 cm.
Pagine: pp. 277 (11)
Descrizione: titolo in bleu su fondo verde. Menzione fittizia del migliaio. Prima edizione.
Bibliografia: Claudia Salaris, «Bibliografia del Futurismo», Roma, Biblioteca del Vascello, 1988: pag. 59
Prezzo: € 1600ORDINA / ORDER
La dedicatoria recita: "Affettuosamente dedico: al pubblico! Quel pubblico che ci ricopre di fischi, di frutti e di verdure, noi lo ricopriremo di deliziose opere d'arte".
Il volume è annunciato in un volantino pubblicitario: (F.T. Marinetti), «Il Codice di Perelà romanzo futurista», Milano, s.d. (marzo 1911).
"Perelà - l'innocente uomo di fumo formatosi nella cappa di un camino e discesone dopo trentatre anni - viene battezzato dalla gente del regno di Torlindao con le sillabe iniziali dei nomi delle tre vecchie (Pena, Rete, Lama) che lo hanno educato e spinto nel mondo; introdotto a corte, si scontra con la praticità convenzionale dei suoi personaggi, e con le realtà (politica, arte, affari, religione) che aveva immaginato ben più leggere, meno ipocrite. Esteriormente, però, suscita ammirazione: vengono indette in suo onore grandi feste, le dame della corte lo vezzeggiano e gli confidano i segreti della loro vita intima, ora dominata dal calcolo, ora dalla rinuncia, ora dall'ambiguità sessuale, ora dal romanticismo funebre (...). Incensato come superumano, Perelà si vede affidare per intero la stesura del nuovo codice, preceduta da un viaggio fra i luoghi e le persone che incarnano i momenti della vita umana: la morte, l'amore, la religione, la pazzia felice, la guerra assurda. Ma il suicidio del vecchio servo reale Alloro, bruciatosi per diventare di fumo come Perelà, rovescia d'un tratto la posizione di quest'ultimo, che cade in disgrazia (...); tutti i personaggi della corte lo accusano e lo condannano alla segregazione a vita in una cella sulla cima di un monte, dal camino del quale Perelà risale nel cielo, nel regno della fantasia" (Maura Del Serra, in: AA.VV., «Dizionario della letteratura italiana contemporanea», Firenze, Vallecchi, 1973; vol. II pag. 403).
Il volume è annunciato in un volantino pubblicitario: (F.T. Marinetti), «Il Codice di Perelà romanzo futurista», Milano, s.d. (marzo 1911).
"Perelà - l'innocente uomo di fumo formatosi nella cappa di un camino e discesone dopo trentatre anni - viene battezzato dalla gente del regno di Torlindao con le sillabe iniziali dei nomi delle tre vecchie (Pena, Rete, Lama) che lo hanno educato e spinto nel mondo; introdotto a corte, si scontra con la praticità convenzionale dei suoi personaggi, e con le realtà (politica, arte, affari, religione) che aveva immaginato ben più leggere, meno ipocrite. Esteriormente, però, suscita ammirazione: vengono indette in suo onore grandi feste, le dame della corte lo vezzeggiano e gli confidano i segreti della loro vita intima, ora dominata dal calcolo, ora dalla rinuncia, ora dall'ambiguità sessuale, ora dal romanticismo funebre (...). Incensato come superumano, Perelà si vede affidare per intero la stesura del nuovo codice, preceduta da un viaggio fra i luoghi e le persone che incarnano i momenti della vita umana: la morte, l'amore, la religione, la pazzia felice, la guerra assurda. Ma il suicidio del vecchio servo reale Alloro, bruciatosi per diventare di fumo come Perelà, rovescia d'un tratto la posizione di quest'ultimo, che cade in disgrazia (...); tutti i personaggi della corte lo accusano e lo condannano alla segregazione a vita in una cella sulla cima di un monte, dal camino del quale Perelà risale nel cielo, nel regno della fantasia" (Maura Del Serra, in: AA.VV., «Dizionario della letteratura italiana contemporanea», Firenze, Vallecchi, 1973; vol. II pag. 403).