CASTIGLIONE Baldassarre
(Casatico, Mantova 1478 - Toledo, Spagna 1529)
Il libro del Cortegiano. A cura di Giulio Preti
Luogo: Torino
Editore: Giulio Einaudi Editore, "I Millenni - 49"
Stampatore: senza indicazione dello stampatore
Anno: 1960 (29 ottobre)
Legatura: legatura editoriale in tela con decorazioni in oro al dorso e astuccio in tela illustrato a colori
Dimensioni: 22x14 cm.
Pagine: pp. XXXII - 442 (2)
Descrizione: 8 tavole f.t. a colori., con la riproduzione di antichi dipinti. Esemplare completo con allegata la scheda editoriale, in ottimo stato di conservazione. Prima edizione.
Bibliografia: Einaudi 1983: pag. 183
Prezzo: € 80ORDINA / ORDER
"Opera scritta tra il 1508 e il 1516, ma poi attentamente riveduta fino al 1528, anno della sua pubblicazione. Il «Cortegiano», uno dei libri più noti e più rappresentativi del Rinascimento italiano, svolge in quattro libri le conversazioni tenutesi per quattro sere di seguito alla corte di Urbino: ne sono interlocutori alcuni tra gli illustri personaggi dell'epoca, tra i quali la duchessa Elisabetta, la principessa Emilia Pio, il cardinal Bibbiena, Cesare Gonzaga, il Bembo, Giuliano de' Medici, Ludovico di Canossa, Federico Fregoso, L'Unico Aretino. Il dialogo prende le mosse dalla proposta, formulata dal Fregoso, di dedicare il «giuoco» di quella serata a «formar con parole un perfetto cortegiano», ossia, com'è detto più chiaramente all'inizio del libro primo, a descrivere la «forma di cortigianìa più conveniente a gentiluomo che viva in Corte di Prìncipi» e, nella varietà dei costumi in uso presso le diverse corti della cristianità, «eleggere la più perfetta, e quasi il fior di questa cortigianìa». Così nel primo «giuoco» o dialogo si discorre ampiamente della nascita e della varia educazione del gentiluomo; nel secondo, delle sue qualità come uomo sociale e del suo contegno nelle diverse circostanze; il terzo delinea l'ideale della compiuta dama di palazzo; il quarto tratta dei rapporti del cortigiano col principe, e chiude con una dissertazione sull'amor platonico posta in bocca al Bembo, il teorico più autorevole in questa materia. Il dialogo si svolge con ritmo armonioso, spiegato, sereno, ed è informato a quell'elegantissimo «decoro» che fu l'ideale del Rinascimento italiano, e in cui anche il pensiero si pone come sublimazione di una socialità coltissima e raffinata.(...) Il «Cortegiano» è insieme un galateo e un codice; il codice della finezza del pensiero e del gusto fatta eleganza e raffinatezza del costume" (Daniele Mattalìa, in: AA.VV., «Dizionario letterario Bompiani delle Opere e dei Personaggi di tutti i tempi e di tutte le letterature», Milano, Bompiani, 1959-1966: vol. II pp. 464-465).