CAVELLINI Guglielmo Achille
[pseud. GAC] (Brescia 1914 - Brescia 1990)
Il sistema mi ha messo in croce - Mostra a domicilio [Mostra a domicilio n. 8]
Luogo: Brescia
Editore: G.A. Cavellini
Stampatore: Stige - Torino
Anno: 1986 [marzo]
Legatura: portfolio in cartoncino
Dimensioni: 30x22 cm.
Pagine: N. D.
Descrizione: copertina con titoli in bianco su fondo nero, adesivo originale «Venezia - Palazzo Ducale - Cavellini 1914-2014» applicato in seconda di copertina, 22 tavole sciolte: frontespizio, riproduzione del ritratto di Cavellini di Andy Warhol (1974) e 20 riproduzioni di opere a colori, aventi per soggetto l'artista crocefisso. Redazione di Gianni Romeo, design e impaginazione di Andrea Rossini. Esemplare con adesivo originale «Venezia - Palazzo Ducale - Cavellini 1914-2014» applicato in seconda di copertina. Catalogo pubblicato in occasione della mostra (Torino, Galleria Hovara Arte, marzo 1986). Edizione originale.
Bibliografia: CAVELLINI 1993: AA.VV., «Guglielmo Achille Cavellini», Brescia, Edizioni Nuovi Strumenti, 1993: sez. «Cataloghi delle Mostre a Domicilio» e «Mostre personali»
Prezzo: € 200ORDINA / ORDER
"Il lavoro e la ricerca continuano incessantemente. E' la volta di una serie curiosa ed intensissima in cui GAC pone gran parte della propria malinconica ironia contrapponendosi ad un mondo che, egli pensa, deve essere scavalcato solo con immagini estreme e stranianti.. Si tratta di una serie di opere denominate «Il sistema mi ha messo in croce», in cui riproduce numerosi crocefissi, famosi nella storia dell'arte, sostituendo il proprio volto lacrimante o sorridente a quello di Cristo.E' questa un'operazione inquietante e volutamente ambigua in cui mette in gioco tutto se stesso e la propria lancinante ansia di farsi immagine di un mondo che può cambiare solo attraverso un vero martirio" (Piero Cavellini, «La storia di GAC. Appunti a margine della Vita di un Genio», in: AA.VV., «Guglielmo Achille Cavellini», Brescia, Edizioni Nuovi Strumenti, 1993).
"Un giorno [del 1984] mi fece visita il professore Leo Strozzieri con l'incarico di organizzare la Prima Biennale Nazionale d'Arte Sacra per conto del Centro Stauròs di Pescara. MI intervistò e poi mi disse che voleva esporre una mia opera riprodotta nel catalogo «Autoritratti»: messo in croce, sorridente, in una gabbia alta quasi due metri, e con il fondo di carbone. «Il sistema mi ha messo in croce», era il titolo di quell'opera. L'avevo eseguita nel 1965. [...] Trovai dal mio falegname la sagome di un crocefisso di legno compensato e immediatamente mi suggerì l'idea d collocare un mio viso al posto di quello di Gesù. Del resto anch'io mi sentivo castigato; e in croce, sorridente, dimostravo di infischiarmene delle critiche dei malevoli. [...] La mia opera era decisamente la più impertinente, la più coraggiosa, faceva discutere. Decisero di acquistarla per il costituendo Museo locale. Pensavo che la Chiesa interpretasse sfavorevolmente questo mio audace comportamento, invece avvenne il contrario. [...] Padre Adriano di Bonaventura divenne un mio fervente ammiratore. Scrisse della mia storia, della mia autostoricizzazione, dell'importanza e del significato di quel crocifisso: «[...] Ogni uomo che si sente imprigionato, coartato, oppresso, violentato può sentirsi unito e immedesimato a Cristo crocifisso. [...] Come Cristo in croce egli [Cavellini] si sente liberato e ride, ride! E' un riso questo che diventa irrisione e sfida al sistema e alle varie potenze che dominano il mondo e che tengono l'uomo ingabbiato, crocifisso...»" (Guglielmo Achille Cavellini, «Vita di un genio», s.l., Centro Studi Cavelliniani, 1989: pag. 139).
"Shimamoto insegnava arte nell'università di Osaka. [...] Mi disse dei programmi che aveva in mente. Tre esposizioni: la prima in luglio nel museo di Kyoto; la seconda in ottobre a Osaka; e la terza a Tokyo nel gennaio 1987. [...] Grandi festeggiamenti: riprese cinematografiche; pubblicazione di un catalogo; di un libro dell'arte postale; di un adesivo; canzoni per Cavellini; una mostra di mailartisti di tutto il mondo osannanti Cavellini; gli artisti avrebbero eseguito un ritratto di Cavellini; e c'erano anche altri programmi spettacolari. [...] Shimamoto pensava di allestire una mia mostra antologica, a partire dai carboni; e una riguardante la mia arte postale. Ma cambiò idea quando vide la serie dei miei «autoritratti impertinenti» e quella dei «crocifissi». Un intero inverno avevo dedicato per la realizzazione di quei crocifissi, che misuravano un metro e mezzo di altezza. In tutti figuro appeso a una croce, sghignazzante, con una corona dei miei adesivi in testa; dalle mani gronda sangue in abbondanza. [...] Ho realizzato quella serie di crocifissi per effettuare un'altra mostra a domicilio. Titolo: «Il sistema mi ha messo in croce». [...] Da tempo Paolo Cerati, che abitava a Torino, aveva in programma di allestire una mia esposizione nella sua città. [...] Quando Cerati mi fece visita e vide i crocifissi li volle esporre nel suo Centro Culturale, a pochi passi da Piazza San Carlo, a fianco di una chiesa, in un chiostro. [...] In cambio di qualche quadro mi avrebbe stampato il catalogo, a colori, che sarebbe servito per la mia nuova mostra a domicilio. [...] La mostra (primavera 1986) venne ampliata con opere di vari periodi. La stampa, gli artisti e gli addetti ai lavori di Torino non si fecero vivi. [...] Invece dal Giappone Shimamoto regolarmente mi inviava un suo notiziario, uno stampato pieghevole in cui ogni numero annunziava le mie mostre in Giappone" (Guglielmo Achille Cavellini, «Vita di un genio», s.l., Centro Studi Cavelliniani, 1989: pag. 146).
"Un giorno [del 1984] mi fece visita il professore Leo Strozzieri con l'incarico di organizzare la Prima Biennale Nazionale d'Arte Sacra per conto del Centro Stauròs di Pescara. MI intervistò e poi mi disse che voleva esporre una mia opera riprodotta nel catalogo «Autoritratti»: messo in croce, sorridente, in una gabbia alta quasi due metri, e con il fondo di carbone. «Il sistema mi ha messo in croce», era il titolo di quell'opera. L'avevo eseguita nel 1965. [...] Trovai dal mio falegname la sagome di un crocefisso di legno compensato e immediatamente mi suggerì l'idea d collocare un mio viso al posto di quello di Gesù. Del resto anch'io mi sentivo castigato; e in croce, sorridente, dimostravo di infischiarmene delle critiche dei malevoli. [...] La mia opera era decisamente la più impertinente, la più coraggiosa, faceva discutere. Decisero di acquistarla per il costituendo Museo locale. Pensavo che la Chiesa interpretasse sfavorevolmente questo mio audace comportamento, invece avvenne il contrario. [...] Padre Adriano di Bonaventura divenne un mio fervente ammiratore. Scrisse della mia storia, della mia autostoricizzazione, dell'importanza e del significato di quel crocifisso: «[...] Ogni uomo che si sente imprigionato, coartato, oppresso, violentato può sentirsi unito e immedesimato a Cristo crocifisso. [...] Come Cristo in croce egli [Cavellini] si sente liberato e ride, ride! E' un riso questo che diventa irrisione e sfida al sistema e alle varie potenze che dominano il mondo e che tengono l'uomo ingabbiato, crocifisso...»" (Guglielmo Achille Cavellini, «Vita di un genio», s.l., Centro Studi Cavelliniani, 1989: pag. 139).
"Shimamoto insegnava arte nell'università di Osaka. [...] Mi disse dei programmi che aveva in mente. Tre esposizioni: la prima in luglio nel museo di Kyoto; la seconda in ottobre a Osaka; e la terza a Tokyo nel gennaio 1987. [...] Grandi festeggiamenti: riprese cinematografiche; pubblicazione di un catalogo; di un libro dell'arte postale; di un adesivo; canzoni per Cavellini; una mostra di mailartisti di tutto il mondo osannanti Cavellini; gli artisti avrebbero eseguito un ritratto di Cavellini; e c'erano anche altri programmi spettacolari. [...] Shimamoto pensava di allestire una mia mostra antologica, a partire dai carboni; e una riguardante la mia arte postale. Ma cambiò idea quando vide la serie dei miei «autoritratti impertinenti» e quella dei «crocifissi». Un intero inverno avevo dedicato per la realizzazione di quei crocifissi, che misuravano un metro e mezzo di altezza. In tutti figuro appeso a una croce, sghignazzante, con una corona dei miei adesivi in testa; dalle mani gronda sangue in abbondanza. [...] Ho realizzato quella serie di crocifissi per effettuare un'altra mostra a domicilio. Titolo: «Il sistema mi ha messo in croce». [...] Da tempo Paolo Cerati, che abitava a Torino, aveva in programma di allestire una mia esposizione nella sua città. [...] Quando Cerati mi fece visita e vide i crocifissi li volle esporre nel suo Centro Culturale, a pochi passi da Piazza San Carlo, a fianco di una chiesa, in un chiostro. [...] In cambio di qualche quadro mi avrebbe stampato il catalogo, a colori, che sarebbe servito per la mia nuova mostra a domicilio. [...] La mostra (primavera 1986) venne ampliata con opere di vari periodi. La stampa, gli artisti e gli addetti ai lavori di Torino non si fecero vivi. [...] Invece dal Giappone Shimamoto regolarmente mi inviava un suo notiziario, uno stampato pieghevole in cui ogni numero annunziava le mie mostre in Giappone" (Guglielmo Achille Cavellini, «Vita di un genio», s.l., Centro Studi Cavelliniani, 1989: pag. 146).