MARINETTI Filippo Tommaso
[Filippo Achille Emilio Marinetti] (Alessandria d'Egitto 1876 - Bellagio 1944)
Il tamburo di fuoco. Dramma africano di calore, colore, rumori, odori. Con intermezzi musicali del Maestro Balilla Pratella e accompagnamento intermittente d'intonarumori Russolo
Luogo: Milano
Editore: Casa Editrice Sonzogno
Stampatore: Stab. Grafico Matarelli - Milano
Anno: s.d. [settembre 1922]
Legatura: brossura
Dimensioni: 18,4x12 cm.
Pagine: pp. 128 (2)
Descrizione: copertina con titoli e cornice in rosso su fondo giallo. Esemplare con dedica autografa di Marinetti al futurista Luciano de Nardis. Prima edizione.
Bibliografia: Claudia Salaris, «Bibliografia del Futurismo», Roma, Biblioteca del Vascello, 1988: pag. 49
Prezzo: € 600ORDINA / ORDER
"«Il tamburo di fuoco» fu rappresentato nei mesi di Maggio e Giugno 1922 dalla Compagnia Teresa Franchini - Mario Fumagalli - Giuseppe Masi, a Pisa, Livorno, Siena, Lucca, Firenze, Milano, Pavia, Como ecc." (pag. 8).
"Miei cari fischiatori di ieri, vi offro questo Tamburo di Fuoco da voi applaudito ora a Pisa, Livorno, Siena, Lucca, Firenze, Milano. Volli imporre la drammatizzazione lirica del rumore sulla scena mediante immagini, musiche, luci e gl'intonarumori di Luigi Russolo. / Non potevo raggiungere lo scopo con un dramma sintetico. Scrissi dunque questo dramma impressionista con relativo sviluppo teatrale. Nessuna concessione ai vostri gusti tradizionali! Avrete prossimamente nuove sintesi teatrali ultrafuturiste!" (F.T. Marinetti, pag. 7).
"Kabango è quasi un Mafarka che si avvia alla sconfitta: il problema politico del progresso africano è forse una metafora del problema intellettuale del progresso letterario. Tenuto conto del clima di «rappel à l'ordre» e di restaurazione dell'epoca, possiamo avanzare l'ipotesi che qui Kabango voglia redimere l'Africa modernizzandola così come Marinetti intendeva redimere la letteratura, modernizzandola. Kabango, pur trasmettendo ad altri la missione, viene sconfitto. Forse dietro a Kabango traspare l'inquietudine, il dramma umano di Marinetti (così come traspariva dietro Mafarka, personaggio simbolico inserito in una metafora significante, appunto, la nascita del futurismo): Quando Kabango grida: «Coloro che mi hanno tradito, mi debbono tutto: intelligenza, forza, fede, amori!», c'è da chiedersi se, per via di sublimazione, qui non parli il capo del Futurismo, amareggiato dalle continue defezioni, dall'allontanamento di tanti futuristi in direzione del campo avverso, oppure di attività marginali e disimpegnate. Le amarezze erano molte, anche per un temperamento positivo come il suo" (Mario Verdone, «Teatro del tempo futurista», Roma, Lerici, 1969: pag. 141).
Fra le altre edizioni, ne esistono una versione in ceco («Ohnivy Buben», Praga, Obelisk, 1923, traduzione di Ugo Dadone e Josef Kodicek) e una polacca («Ognisty dobosz», Varsavia, Estratto editoriale dalla rivista Skamander n. 40/42, 1925). Quest'ultima fu rifiutata da Marinetti già a partire dal titolo, che significa letteralmente "Tamburino di fuoco". Il titolo corretto avrebbe dovuto essere: «Ognisty beben».
"Miei cari fischiatori di ieri, vi offro questo Tamburo di Fuoco da voi applaudito ora a Pisa, Livorno, Siena, Lucca, Firenze, Milano. Volli imporre la drammatizzazione lirica del rumore sulla scena mediante immagini, musiche, luci e gl'intonarumori di Luigi Russolo. / Non potevo raggiungere lo scopo con un dramma sintetico. Scrissi dunque questo dramma impressionista con relativo sviluppo teatrale. Nessuna concessione ai vostri gusti tradizionali! Avrete prossimamente nuove sintesi teatrali ultrafuturiste!" (F.T. Marinetti, pag. 7).
"Kabango è quasi un Mafarka che si avvia alla sconfitta: il problema politico del progresso africano è forse una metafora del problema intellettuale del progresso letterario. Tenuto conto del clima di «rappel à l'ordre» e di restaurazione dell'epoca, possiamo avanzare l'ipotesi che qui Kabango voglia redimere l'Africa modernizzandola così come Marinetti intendeva redimere la letteratura, modernizzandola. Kabango, pur trasmettendo ad altri la missione, viene sconfitto. Forse dietro a Kabango traspare l'inquietudine, il dramma umano di Marinetti (così come traspariva dietro Mafarka, personaggio simbolico inserito in una metafora significante, appunto, la nascita del futurismo): Quando Kabango grida: «Coloro che mi hanno tradito, mi debbono tutto: intelligenza, forza, fede, amori!», c'è da chiedersi se, per via di sublimazione, qui non parli il capo del Futurismo, amareggiato dalle continue defezioni, dall'allontanamento di tanti futuristi in direzione del campo avverso, oppure di attività marginali e disimpegnate. Le amarezze erano molte, anche per un temperamento positivo come il suo" (Mario Verdone, «Teatro del tempo futurista», Roma, Lerici, 1969: pag. 141).
Fra le altre edizioni, ne esistono una versione in ceco («Ohnivy Buben», Praga, Obelisk, 1923, traduzione di Ugo Dadone e Josef Kodicek) e una polacca («Ognisty dobosz», Varsavia, Estratto editoriale dalla rivista Skamander n. 40/42, 1925). Quest'ultima fu rifiutata da Marinetti già a partire dal titolo, che significa letteralmente "Tamburino di fuoco". Il titolo corretto avrebbe dovuto essere: «Ognisty beben».