BALLA Giacomo
(Torino 1871 - Roma 1958)
Il vestito antineutrale. Manifesto futurista [terza edizione]
Luogo: Milano
Editore: Direzione del Movimento Futurista
Stampatore: Stab. Tip. A. Taveggia - Milano Via S. Margherita 7
Anno: 11 settembre 1914 [ma gennaio 1915]
Legatura: volantino
Dimensioni: 29x23 cm.
Pagine: pp. 4 n.n.
Descrizione: 6 illustrazioni al tratto a mezza tinta n.t. di Giacomo Balla. In prima pagina compare l'abito "portato dal parolibero futurista Cangiullo nelle dimostrazioni dei Futuristi contro i professori tedescofili e neutralisti dell'Università di Roma (11-12 dicembre 1914)", anziché quello di Marinetti presente nella prima edizione italiana; inoltre manca la dicitura "Approvato dalla Direzione del Movimento Futurista e da tutti i Gruppi Futuristi Italiani". Esemplare con alone di umidità e smarginature al margine basso. Terza edizione.
Bibliografia: Paolo Tonini, «I manifesti del Futurismo italiano», Gussago, Edizioni dell’Arengario, 2011: pag. 55, n. 82.3
Prezzo: € 1200ORDINA / ORDER
Il manifesto, pubblicato in lingua italiana in occasione delle manifestazioni interventiste a Milano nel settembre 1914, fu recensito negativamente da LA VOCE, Anno VI n. 19 (Firenze, 13 ottobre 1914). Ne esistono tre versioni in volantino della Direzione del Movimento Futurista: la prima edizione è in lingua francese: «Le vêtement masculin futuriste. Manifeste», con data di redazione 20 maggio 1914; la seconda edizione è la versione ufficiale modificata e ampliata, in lingua italiana, con data di redazione 11 settembre 1914 e titolo: «Il vestito antineutrale. Manifesto futurista», con aggiunta la dicitura: “Approvato entusiasticamente dalla Direzione del Movimento Futurista e da tutti i Gruppi Futuristi Italiani”; la terza è una ristampa della versione ufficiale italiana, con identica data di redazione, ma pubblicata nel gennaio 1915, con l’immagine modificata in prima pagina (l’abito di Cangiullo al posto di quello di Marinetti) e la mancanza della dicitura: “Approvato entusiasticamente...”.
“L’umanità si vestì sempre di quiete, di paura, di cautela e d’indecisione, portò sempre il lutto, o il piviale, o il mantello. Il corpo dell’uomo fu sempre diminuito da sfumature e da tinte neutre, avvilito dal nero, soffocato da cinture, imprigionato da panneggiamenti. Fino ad oggi gli uomini usarono abiti di colori e forme statiche, cioè drappeggiati, solenni, gravi, incomodi e sacerdotali. Erano espressioni di timidezza, di malinconia e di schiavitù, negazione della vita muscolare, che soffocava in un passatismo anti-igienico di stoffe troppo pesanti e di mezze tinte tediose, effeminate o decadenti. Tonalità e ritmi di pace desolante, funeraria e deprimente...”.
“Gli abiti futuristi saranno dunque: 1. - Aggressivi, tali da moltiplicare il coraggio dei forti e da sconvolgere la sensibilità dei vili. 2. - Agilizzanti, cioè tali da aumentare la flessuosità del corpo e da favorirne lo slancio nella lotta, nel passo di corsa o di carica. 3. - Dinamici, pei disegni e i colori dinamici delle stoffe, (...) che ispirino l’amore del pericolo, della velocità e dell’assalto, l’odio della pace e dell’immobilità. 4. - Semplici e comodi, cioè facili a mettersi e a togliersi, che ben si prestino per puntare il fucile, guadare i fiumi e lanciarsi a nuoto. 5. - Igienici, cioè tagliati in modo che ogni punto della pelle possa respirare nelle lunghe marcie e nelle salite faticose. 6. - Gioiosi. Stoffe di colori e iridescenze entusiasmanti. Impiegare i colori muscolari, violettissimi, rossissimi, turchinissimi, verdissimi, gialloni, aranciooooni, vermiglioni. 7. - Illuminanti. Stoffe fosforescenti, che possono accendere la temerità in un’assemblea di paurosi, spandere luce intorno quando piove, e correggere il grigiore del crepuscolo nelle vie e nei nervi. 8. - Volitivi. Disegni e colori violenti, imperiosi e impetuosi come comandi sul campo di battaglia. 9. - Asimmetrici. Per esempio, l’estremità delle maniche e il davanti della giacca saranno a destra rotondi, a sinistra quadrati. eniali controattacchi di linee. 10. - Di breve durata, per rinnovare incessantemente il godimento e l’animazione irruente del corpo. 11. - Variabili, per mezzo dei modificanti (applicazioni di stoffa, si ampiezza, spessori e disegni diversi) da disporre quando si voglia e dove si voglia, su qualsiasi punto del vestito, mediante bottoni pneumatici. Ognuno può così inventare ad ogni momento un nuovo vestito...”.
“L’umanità si vestì sempre di quiete, di paura, di cautela e d’indecisione, portò sempre il lutto, o il piviale, o il mantello. Il corpo dell’uomo fu sempre diminuito da sfumature e da tinte neutre, avvilito dal nero, soffocato da cinture, imprigionato da panneggiamenti. Fino ad oggi gli uomini usarono abiti di colori e forme statiche, cioè drappeggiati, solenni, gravi, incomodi e sacerdotali. Erano espressioni di timidezza, di malinconia e di schiavitù, negazione della vita muscolare, che soffocava in un passatismo anti-igienico di stoffe troppo pesanti e di mezze tinte tediose, effeminate o decadenti. Tonalità e ritmi di pace desolante, funeraria e deprimente...”.
“Gli abiti futuristi saranno dunque: 1. - Aggressivi, tali da moltiplicare il coraggio dei forti e da sconvolgere la sensibilità dei vili. 2. - Agilizzanti, cioè tali da aumentare la flessuosità del corpo e da favorirne lo slancio nella lotta, nel passo di corsa o di carica. 3. - Dinamici, pei disegni e i colori dinamici delle stoffe, (...) che ispirino l’amore del pericolo, della velocità e dell’assalto, l’odio della pace e dell’immobilità. 4. - Semplici e comodi, cioè facili a mettersi e a togliersi, che ben si prestino per puntare il fucile, guadare i fiumi e lanciarsi a nuoto. 5. - Igienici, cioè tagliati in modo che ogni punto della pelle possa respirare nelle lunghe marcie e nelle salite faticose. 6. - Gioiosi. Stoffe di colori e iridescenze entusiasmanti. Impiegare i colori muscolari, violettissimi, rossissimi, turchinissimi, verdissimi, gialloni, aranciooooni, vermiglioni. 7. - Illuminanti. Stoffe fosforescenti, che possono accendere la temerità in un’assemblea di paurosi, spandere luce intorno quando piove, e correggere il grigiore del crepuscolo nelle vie e nei nervi. 8. - Volitivi. Disegni e colori violenti, imperiosi e impetuosi come comandi sul campo di battaglia. 9. - Asimmetrici. Per esempio, l’estremità delle maniche e il davanti della giacca saranno a destra rotondi, a sinistra quadrati. eniali controattacchi di linee. 10. - Di breve durata, per rinnovare incessantemente il godimento e l’animazione irruente del corpo. 11. - Variabili, per mezzo dei modificanti (applicazioni di stoffa, si ampiezza, spessori e disegni diversi) da disporre quando si voglia e dove si voglia, su qualsiasi punto del vestito, mediante bottoni pneumatici. Ognuno può così inventare ad ogni momento un nuovo vestito...”.