SANZIN Bruno Giordano
(Trieste 1906 - Trieste 1998)
Infinito (Parabola cosmica). Presentazione futurista di F.T. Marinetti. Copertina di Enrico Prampolini
Luogo: Roma
Editore: Edizioni Futuriste di Poesia
Stampatore: Officine Grafiche del PNF - Trieste
Anno: 1933 (15 aprile)
Legatura: brossura
Dimensioni: 19x13,5 cm.
Pagine: pp. 121 (7)
Descrizione: copertina illustrata a colori di Enrico Prampolini. A pag. 121 la parola "Scoppio" composta a caratteri sparsi, è stampata in rosso. Esemplare intonso. Edizione originale.
Bibliografia: Claudia Salaris, «Bibliografia del Futurismo», Roma, Biblioteca del Vascello, 1988: pag. 64
Prezzo: € 600ORDINA / ORDER
"Si tratta di descrivere antifilosoficamente ed a dispetto di tutte le logiche nuovi sistemi dell'universo infinito. A scelta. Capricciosamente. Quindi con molte probabilità di raggiungere il cosidetto vero. (...) Così Bruno Sanzin in una prosa parolibera, che arde tutta di velocità eruttive, precisa magicamente le prime aspirazioni dell'universo ad un primo fac-simile di Esistenza..." (dalla pefazione di F.T. Marinetti, pp. 8-9).
"In «Infinito», poema filosofico sul tema della cosmogonica la conflittualità tra positivo e negativo, con risvolti anche etici, è realizzato in buona parte mediante raffigurazioni geometriche, movimenti di forme coniche, triangolari, circolari. «Infinito» è testo composito assai, nel quale si alternano e/o intrecciano modi paroliberi, brani prosastici, enunciati logici, descrizioni, divagazioni «fuori testo». Ha per figura centrale il complementare, cioè la coppia i cui termini radicalmente si negano l'un l'altro, sviluppata come serie progressiva di omologhi, (...) l'opposizione ottimismo contro pessimismo. In tal modo la «parabola cosmica» diventa (anche) un apologo dell'ideologia e dell'etica futurista (nonché dell'estetica). E' caratteristico di «Infinito», questo passaggio brusco dalla raffigurazione astratta, «cosmica», a modi e figure prosaicamente connesse al comportamentismo umano (...). Il Sanzin tende insomma a costruire complesse immagini fonovisuali, composte di dati ora referenziali, ora emblematici, usando alternativamente materiali tanto astratti che concreti" (Glauco Viazzi, «I poeti del futurismo 1909-1944», Milano, Longanesi, 1978; pag. 621).
"In «Infinito», poema filosofico sul tema della cosmogonica la conflittualità tra positivo e negativo, con risvolti anche etici, è realizzato in buona parte mediante raffigurazioni geometriche, movimenti di forme coniche, triangolari, circolari. «Infinito» è testo composito assai, nel quale si alternano e/o intrecciano modi paroliberi, brani prosastici, enunciati logici, descrizioni, divagazioni «fuori testo». Ha per figura centrale il complementare, cioè la coppia i cui termini radicalmente si negano l'un l'altro, sviluppata come serie progressiva di omologhi, (...) l'opposizione ottimismo contro pessimismo. In tal modo la «parabola cosmica» diventa (anche) un apologo dell'ideologia e dell'etica futurista (nonché dell'estetica). E' caratteristico di «Infinito», questo passaggio brusco dalla raffigurazione astratta, «cosmica», a modi e figure prosaicamente connesse al comportamentismo umano (...). Il Sanzin tende insomma a costruire complesse immagini fonovisuali, composte di dati ora referenziali, ora emblematici, usando alternativamente materiali tanto astratti che concreti" (Glauco Viazzi, «I poeti del futurismo 1909-1944», Milano, Longanesi, 1978; pag. 621).