SOTTSASS Ettore jr.
(Innsbruck 1917 - Milano 2007)
Kalligraphy [26 disegni originali]
Luogo: N. D.
Editore: N. D.
Stampatore: N. D.
Anno: 1994 [s.d. ma 1994]
Legatura: N. D.
Dimensioni: N. D.
Pagine: N. D.
Descrizione: 26 disegni originali a pennarello nero fine su carta, 20x11,5 cm, numerati da 1 a 26, con l'evidente intenzione di costituire un'unica opera.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 8000ORDINA / ORDER
I disegni, concepiti per una serie di ceramiche e quasi tutti inediti, sono le prime tavole preparatorie di una serie di opere che verranno esposte nella mostra «Kalligraphy», alla Gallery Bruno Bischofberger di Zurigo, nel 1996. Delle 26 figure le 3 contrassegnate dai numeri 18, 20 e 23 sono i prototipi di 3 tavole esposte, identificate nel catalogo della mostra con le lettere I, H e O.
"Ho disegnato questo gruppo di ceramiche nere dopo aver passato un po' di tempo a Xi'an, in Cina, nella provincia di Shaanxi. Questa mostra è una mostra di segni e si chiama Kalligraphy, soltanto perché non sono riuscito a trovare un titolo più adatto. In realtà non è neanche una mostra di segni perché non ho certo la pretesa di «inventare» il segno. Anche se continuo a inseguire la nostalgia di una innocenza antica, (anzi al di là dell'antichità), so benissimo di essere corrotto da qualche migliaio di anni di storia della quale non riesco a liberarmi mai. Forse neanche voglio liberarmi. Eppure, al di là della corruzione di qualche migliaio di anni di storia, al di là delle condizioni quotidiane nelle quali viaggio, la nostalgia di una antica innocenza, di un antico immaginato abbandono al non-senso dell'esistenza e allora anche alla finale melanconia e totale dolcezza, dell'esistenza, non mi abbandona mai. I segni che ho disegnato sono segni più o meno suggeriti dalle scritture cinesi. Ho disegnato segni che per i cinesi non hanno un significato preciso; forse qualche volta hanno vaghe coincidenze di senso. I segni che ho disegnato, come ho detto, riguardano soltanto quella intensa, abbastanza definitiva emozione che ho provato e che ho provato a spiegare". (Ettore Sottsass, «Kalligraphy», Zürich, Gallery Bruno Bischofberger, 1996).
"Ho disegnato questo gruppo di ceramiche nere dopo aver passato un po' di tempo a Xi'an, in Cina, nella provincia di Shaanxi. Questa mostra è una mostra di segni e si chiama Kalligraphy, soltanto perché non sono riuscito a trovare un titolo più adatto. In realtà non è neanche una mostra di segni perché non ho certo la pretesa di «inventare» il segno. Anche se continuo a inseguire la nostalgia di una innocenza antica, (anzi al di là dell'antichità), so benissimo di essere corrotto da qualche migliaio di anni di storia della quale non riesco a liberarmi mai. Forse neanche voglio liberarmi. Eppure, al di là della corruzione di qualche migliaio di anni di storia, al di là delle condizioni quotidiane nelle quali viaggio, la nostalgia di una antica innocenza, di un antico immaginato abbandono al non-senso dell'esistenza e allora anche alla finale melanconia e totale dolcezza, dell'esistenza, non mi abbandona mai. I segni che ho disegnato sono segni più o meno suggeriti dalle scritture cinesi. Ho disegnato segni che per i cinesi non hanno un significato preciso; forse qualche volta hanno vaghe coincidenze di senso. I segni che ho disegnato, come ho detto, riguardano soltanto quella intensa, abbastanza definitiva emozione che ho provato e che ho provato a spiegare". (Ettore Sottsass, «Kalligraphy», Zürich, Gallery Bruno Bischofberger, 1996).