AA.VV.
La pittura futurista - Manifesto tecnico [versione ufficiale italiana - prima edizione]
Luogo: Milano
Editore: Uffici di Poesia
Stampatore: Poligrafia Italiana - Milano
Anno: 11 aprile 1910
Legatura: volantino
Dimensioni: 29x23 cm.
Pagine: pp. 4 n.n.
Descrizione: testo sottoscritto da Umberto Boccioni, Carlo D. Carrà, Luigi Russolo Giacomo Balla e Gino Severini. Versione ufficiale in lingua italiana, prima edizione.
Bibliografia: Paolo Tonini, «I manifesti del Futurismo italiano», Gussago, Edizioni dell’Arengario, 2011: pag. 14, n. 9.2
Prezzo: € 600ORDINA / ORDER
La versione ufficiale italiana è identica alla prima edizione assoluta, ma tra i firmatari il nome di Aroldo Bonzagni è sostituito con quello di Giacomo Balla. La sua datazione è documentata in Italia da un articolo di Vittore Grubicy sulla rivista IL SECOLO, Milano, 19 aprile 1910 (vedi: Giovanni Lista, «Le Futurisme. Textes et manifestes», Cheyzérieu, Champ Vallon, 2015; pag. 198).
"La costruzione dei quadri è stupidamente tradizionale. I pittori ci hanno sempre mostrato cose e persone poste davanti a noi. Noi porremo lo spettatore nel centro del quadro. (...) La nostra nuova coscienza non ci fa più considerare l'uomo come centro della vita universale. Il dolore di un uomo è interessante, per noi, quanto quello di una lampada elettrica, che soffre, e spasima, e grida con le più strazianti espressioni di colore; e la musicalità della linea e delle pieghe di un vestito moderno ha per noi una potenza emotiva e simbolica uguale a quella che il nudo ebbe per gli antichi. (...) Voi ci credete pazzi. Noi siamo invece i Primitivi di una nuova sensibilità completamente trasformata".
"La costruzione dei quadri è stupidamente tradizionale. I pittori ci hanno sempre mostrato cose e persone poste davanti a noi. Noi porremo lo spettatore nel centro del quadro. (...) La nostra nuova coscienza non ci fa più considerare l'uomo come centro della vita universale. Il dolore di un uomo è interessante, per noi, quanto quello di una lampada elettrica, che soffre, e spasima, e grida con le più strazianti espressioni di colore; e la musicalità della linea e delle pieghe di un vestito moderno ha per noi una potenza emotiva e simbolica uguale a quella che il nudo ebbe per gli antichi. (...) Voi ci credete pazzi. Noi siamo invece i Primitivi di una nuova sensibilità completamente trasformata".