VOTTIERO Nicola
(Napoli ca. 1750)
Lo specchio della cevertà o siano Schirze morale, aliasse Lo calateo napolitano pe chi vo ridere, e mpararese de crejanza de Nicola Vottiero
Luogo: Napoli
Editore: Nne la stamparia de Giuseppe Maria Porciello
Stampatore: N. D.
Anno: 1789
Legatura: legatura rifatta a mano con materiale coevo
Dimensioni: 16x10 cm.
Pagine: pp. 285 (3)
Descrizione: Galateo in dialetto napoletano. Allegato un cartoncino redatto, firmato e datato dall'antico possessore bibliofilo: "Nota. Questa legatura settecentesca è stata fatta da me; completamente ristrutturata e ridotta di misura utilizzando gli avanzi opportunamente disfatti di una rilegatura originale di un volume scompagnato del Buffon (dell'anno 1775). Vittore Aprà, 18/19 dicembre 1983 - Torino". Alla prima carta, staccata, è apposta un'altra nota autografa a matita di difficile interpretazione: "[...] per mezzo postale da Napoli - dicembre 1983 - [...] il 13 marzo 1984 Vittore Aprà Torino". Esemplare completo ma eccessivamente brunito in molte pagine. Prima edizione.
Bibliografia: Iccu: ITICCUSBLE�11145
Prezzo: € 130ORDINA / ORDER
"«La malacrianza non è fatta pe li galantuommene»: su questa nota costante Nicola Vottiero va avanti per poco più di duecento norme di comportamento nel suo «Specchio de la cevertà, o siano schirze morale, aliasse lo Calateo Napolitano, ecc.». Inutile dire che l'opera è in napoletano, ma con intonazioni e cadenze alquanto diverse da quelle di un Basile, di un Cortese o di uno Sgruttendio: di costoro lo scrittore appare molto meno colto e usa un linguaggio molto meno musicale, ma - nell'arguzia e nella spontaneità popolareschi che lo caratterizzano - manifesta la stessa disposizione alla vena ironica e caricaturale che esorcizza le miserie della vita. Se ci sono, nell'esposizione di certe regole, finzione o cerimoniosità, queste sono cancellate, nel «Calateo», dagli «schirze», anche se morali, che le seguono. Anzi ci sembrerebbe proprio di vedere far capolino, dietro i canoni di buona educazione, il pretesto per raccontare gli aneddoti che le accompagnano e la volontà di muovere al riso. Non è senza motivo che questi «schirze» hanno ispirato anche qualche scrittore posteriore che ne ha tratto dei racconti, divertenti appunto e... moraleggianti" (Elvira Garbato, in: «Nicola Vottiero: Lo specchio della cevertà a cura di Elvira Garbato», Angri, Editrice Gaia, 2006).