SOLARO Giuseppe
(Torino 1914 - Torino 1945)
«Manifesto dello studente futurista», in: NUMERO UNICO 1934 - Scuola Allievi ufficiali di complemento di artiglieria - Bra
Luogo: Bra
Editore: N. D.
Stampatore: Stabilimento Tipografico Taurinia di Giorgio Giribone - Torino
Anno: 1934 [aprile/maggio]
Legatura: N. D.
Dimensioni: 1 fascicolo 34x24 cm.
Pagine: pp. 35 (1) [pag. 12]
Descrizione: Manifesto sottoscritto da Giuseppe Solaro con lo pseudonimo di «Peppino». Prima edizione.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 900ORDINA / ORDER
Copertina illustrata in b.n. e rosso, alcune immagini fotografiche e numerose caricature futuriste n.t. di Enrico Settimo (Novara, 1912 - 1988). Fascicolo a cura di Giuseppe Solaro, che oltre al «Manifesto dello studente futurista», firmato con lo pseudonimo di «Peppino», è autore di varie composizioni di ispirazione futurista: «Aerolezioni (definizioni futuriste); «Novella goniometrica»; «Pernacchie gelate». Un'altra composizione, a firma "quel da i ociai" (Beppe Sandrini) si intitola «Il violino di Baraldi (impressione futurista)».
Giuseppe Solaro nel 1937 fu volontario nella MVSN e nel 1943 aderì alla RSI. Organizzò a Torino le milizie fasciste e all'indomani della sconfitta concordò col CLN. la fuoriuscita dei suoi soldati da Torino con la colonna Cabras, ma non la resa. Solaro rimase in città, fu catturato, portato in processione dai partigiani e impiccato due volte, perché la prima volta il ramo dell'albero si era spezzato.
La data esatta di pubblicazione si può desumere dalla durata del corso (7 mesi) e dall'allusione alla «Conferenza del disarmo» (pag. 32).
Giuseppe Solaro nel 1937 fu volontario nella MVSN e nel 1943 aderì alla RSI. Organizzò a Torino le milizie fasciste e all'indomani della sconfitta concordò col CLN. la fuoriuscita dei suoi soldati da Torino con la colonna Cabras, ma non la resa. Solaro rimase in città, fu catturato, portato in processione dai partigiani e impiccato due volte, perché la prima volta il ramo dell'albero si era spezzato.
La data esatta di pubblicazione si può desumere dalla durata del corso (7 mesi) e dall'allusione alla «Conferenza del disarmo» (pag. 32).