I VOLSCI Mensile dell’Autonomia Operaia Romana
I Volsci - n. 1
Luogo: Roma
Editore: N. D.
Stampatore: Tecnolitograf - Roma
Anno: 1978 (febbraio)
Legatura: N. D.
Dimensioni: 1 fascicolo 43,5x31,5 cm.
Pagine: pp. 19 (1)
Descrizione: immagini fotografiche in bianco e nero n.t. di Tano D'Amico, alcune vignette di Altan n.t. In ultima pagina errore di stampa: "Anno I n. 1 - Febbraio 1977" anziché "1978".
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 100ORDINA / ORDER
Direttore responsabile: Alfredo Fanelli.
"La testata scelta, «I Volsci», è una sfida alla campagna di criminalizzazione dei media nella quale più volte ricorre il nome «Via dei Volsci» (una strada del popolare quartiere romano di S. Lorenzo) sovente associato alla parola «covo»... «I Volsci», pur trattando di lotte operaie si occupano soprattutto, risentendo della realtà sociale romana, di terziario: dal lavoro nero allo sfruttamento della donna fuori e dentro la fabbrica, dal lavoro precario a quello domestico, dal lavoro agricolo ai disoccupati, dagli ospedali e sanità, alle lotte di alcune categorie ecc." (Attilio Mangano, «Le riviste degli anni Settanta», Bolsena, Massari, 1998: pag. 276).
"Noi Volsci, autonomi di Roma e dintorni, barbari dai mille volti e delitti, dichiariamo aperta la guerra di stampa. Contro di voi, teorici strateghi operatori e manovali del comando sul lavoro sociale. Dichiariamo decaduta la vostra possibilità di dipingere mostri, inventare le nostre teorie, mentire sulle nostre azioni; esorcizzare la violenza sociale che percorre il paese, e si esprime anche nella nostra esistenza e attività, con i vostri virtuosismi di manipolatori di consensi e teorie. Per questo noi, cultori e adoratori della P.38, fiancheggiatori e retrovia dei terroristi, noi barbari rozzi prepolitici avventuristi isolati sedicenti deliranti e disperati, noi pesci piranhas frangie violente emarginati dal movimento noi strumentalizzati strumentalizzatori, noi provocatori squadristi fascisti verniciati di rosso, noi pagati manovrati antioperai e antidemocratici, noi agenti di Stato manovali delle trame oscure e dei disegni reazionari noi che vogliamo scardinare le istituzioni democratiche nate dalla Resistenza, ovviamente al servizio di centrali straniere, noi che ci sparate e ci chiudete i covi per difendere la libertà della violenza, noi autonomi duri violenti e analfabeti abbiamo preso anche la penna e cercheremo di rendervi la vita difficile..." (pag. 1).
"La testata scelta, «I Volsci», è una sfida alla campagna di criminalizzazione dei media nella quale più volte ricorre il nome «Via dei Volsci» (una strada del popolare quartiere romano di S. Lorenzo) sovente associato alla parola «covo»... «I Volsci», pur trattando di lotte operaie si occupano soprattutto, risentendo della realtà sociale romana, di terziario: dal lavoro nero allo sfruttamento della donna fuori e dentro la fabbrica, dal lavoro precario a quello domestico, dal lavoro agricolo ai disoccupati, dagli ospedali e sanità, alle lotte di alcune categorie ecc." (Attilio Mangano, «Le riviste degli anni Settanta», Bolsena, Massari, 1998: pag. 276).
"Noi Volsci, autonomi di Roma e dintorni, barbari dai mille volti e delitti, dichiariamo aperta la guerra di stampa. Contro di voi, teorici strateghi operatori e manovali del comando sul lavoro sociale. Dichiariamo decaduta la vostra possibilità di dipingere mostri, inventare le nostre teorie, mentire sulle nostre azioni; esorcizzare la violenza sociale che percorre il paese, e si esprime anche nella nostra esistenza e attività, con i vostri virtuosismi di manipolatori di consensi e teorie. Per questo noi, cultori e adoratori della P.38, fiancheggiatori e retrovia dei terroristi, noi barbari rozzi prepolitici avventuristi isolati sedicenti deliranti e disperati, noi pesci piranhas frangie violente emarginati dal movimento noi strumentalizzati strumentalizzatori, noi provocatori squadristi fascisti verniciati di rosso, noi pagati manovrati antioperai e antidemocratici, noi agenti di Stato manovali delle trame oscure e dei disegni reazionari noi che vogliamo scardinare le istituzioni democratiche nate dalla Resistenza, ovviamente al servizio di centrali straniere, noi che ci sparate e ci chiudete i covi per difendere la libertà della violenza, noi autonomi duri violenti e analfabeti abbiamo preso anche la penna e cercheremo di rendervi la vita difficile..." (pag. 1).